skin

Stabilità: il settore in bilico, ultime ore per trovare l'accordo e nuovo incontro al Mef

29 aprile 2015 - 09:23

Roma – La soluzione non è ancora arrivata. Non è servito, dunque, il lungo incontro di ieri pomeriggio tra le associazioni di categoria e le singole imprese (gestori e concessionari) che ha fatto seguito al vertice del Mef, che non ha dunque portato alla definizione di un accordo. Ma potrebbe aver gettato le basi per un rimedio dell'ultima ora che, in un modo o nell'altro, si dovrà trovare. Inevitabilmente. Sì, perché il governo non ha nessuna intenzione di modificare la linea e ciò significa che il passo indietro dovranno farlo per forza gli addetti ai lavori. Rimane tuttavia da capire chi arretrerà di più, e per primo, tra i soggetti che compongono la filiera. Ma bisognerà capirlo presto, visto che la scadenza è sempre più vicina e il Ministero ha convocato un nuovo vertice per questo pomeriggio.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Stabilità: il settore in bilico, ultime ore per trovare l'accordo e nuovo incontro al Mef

 

UNA CONTRATTAZIONE INFINITA - Dopo quattro mesi di negoziazioni, centinaia di ricorsi e altrettante diffide inviate tra operatori di diverse categorie, il settore degli apparecchi da intrattenimento rimane in bilico, a poche ore dalla scadenza del 30 aprile, quando dovrà versare la prima tranche dei 500 milioni di euro richiesti dalla Legge di Stabilità. Sospeso tra la necessità di far quadrare i conti aziendali (vale per tutte le imprese e per le diverse categorie coinvolte: gestori, concessionari ed esercenti) e la volontà di costruire un futuro stabile su cui impostare la propria attività. Sì, perché dietro alla scadenza contabile definita dal governo c'è molto di più di un versamento di 200 milioni. Se per l'intera filiera in ballo c'è il mantenimento di un mercato che rappresenta il perno centrale del comparto giochi (il settore degli apparecchi nella sua totalità genera oltre il 50 per cento della raccolta complessiva del gioco pubblico), la partita più grande, probabilmente, la giocano i gestori, che in questa fase di transizione verso il nuovo modello che il governo intende riscrivere con la Legge Delega, stanno cercando di assicurarsi un posto. Che potrà pure non essere in prima fila, purché sia garantito.

La Resistenza degli operatori, del resto, nasce proprio dalla stesura della Legge di Stabilità e prima ancora della richiesta di negoziazione: quando nella relazione tecnica redatta dai tecnici del governo sulla manovra finanziaria veniva illustrata la necessità di restringere la filiera, descrivendo una “natura parassitaria” del gestore. Una definizione non solo ingloriosa per la categoria ma alquanto preoccupante in vista della riorganizzazione del comparto di cui sopra, che ha fatto sì che gli addetti ai lavori iniziassero a chiedere certezze, specialmente prima di garantire un nuovo esborso milionario.

IL POSSIBILE SCENARIO – Mentre il tempo scorre e si consumano anche le ultime ore che separano il settore dalla scadenza prevista per i duecento milioni, nelle casse dei concessionari non sono entrati ancora contributi superiori al 50 per cento della quota richiesta dalla Stabilità. E nonostante la “soluzione facile” proposta da più parti, che vedrebbe il pagamento totale da parte delle tredici società, per poi capire, in seguito, come rifarsi sul resto della filiera, la strada è tutt'altro che in discesa visto che ad aver bisogno di garanzie sono, a loro volta, gli stessi concessionari. Evitando così di farsi carico di un onere che manderebbe in rosso le casse aziendali, non essendoci matematicamente quei 500 milioni di euro nei ricavi delle società. Il veramento, dunque, potrà avvenire solo dietro alla definizione di una forma di ridistribuzione tra le categorie. Fermo restando che, se un gestore non intende partecipare alla negoziazione evitando di versare il proprio contributo, ogni concessionario sarà chiamato per legge a segnalare tale soggetto all'Agenzia delle Dogane come inadempiente.

Peggio ancora però - e in questo caso per tutti gli attori della filiera - è la minaccia delle Legge Delega ancora incompiuta, e forse non a caso. Se il settore dovesse mancare l'appuntamento dei 200 milioni, dimostrando una palese inaffidabilità agli occhi dell'esecutivo e delle casse erariali, come verrà organizzata la nuova filiera del gioco pubblico che il decreto legislativo si appresta a ridisegnare?

Insomma, il settore è alle prese con un vero e proprio gioco degli incastri, di cui avevamo già anticipato gli schemi: ma se la situazione era sicuramente prevedibile, la via di uscita appare tutt'altro che scontata.

 

Articoli correlati