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Relazione su droga e dipendenze: 'Su gioco patologico mancano dati completi'

10 settembre 2015 - 08:02

La ‘Relazione Annuale al Parlamento su droga e dipendenze 2015’ mette in luce la mancanza di dati completi sul gioco patologico.

Scritto da Sm
Relazione su droga e dipendenze: 'Su gioco patologico mancano dati completi'

Nella ‘Relazione Annuale al Parlamento su droga e dipendenze 2015’ del Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri si parla anche di gioco. Si guarda, infatti, al fenomeno delle ‘dipendenze’ nell’accezione più generale del termine, piuttosto che alla sola ‘dipendenza da droga’, intendendo anche in questo caso affrontare la problematica in tutte le sue forme, riferendosi ove possibile anche all’alcol, al fumo e al gioco d’azzardo patologico.

 

Non vi sono dati statistici completi ed esaurienti – si legge nella Relazione - sulle persone che soffrono di questo disturbo, anche perché il confine tra il comportamento fisiologico, che viene cioè considerato come attività ricreativa e piacevole e accettata socialmente e quello francamente patologico, non è sempre ben delineato e passa attraverso uno stato intermedio, il cosiddetto gioco d’azzardo problematico, caratterizzato da un aumento del tempo e delle spese dedicati al gioco con vincite in denaro, con comportamento a rischio per la salute e necessità di diagnosi precoce ed intervento. La dimensione del fenomeno in Italia è difficilmente stimabile in quanto, come anzidetto, ad oggi, non esistono studi accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno. In ogni caso i dati epidemiologici disponibili in Italia non si discostano molto da quelli internazionali. Secondo i dati del Rapporto Eurispes 2009, in Italia il gioco d’azzardo coinvolge fino al 70-80% della popolazione adulta (circa 30 milioni di persone). La popolazione italiana è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% ha giocato d'azzardo con vincite in denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi. La stima però dei giocatori d'azzardo ‘problematici’ (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall'1,3% al 3,8% della popolazione generale( da 767.000 a 2.296.000 italiani adulti) mentre la stima dei giocatori d'azzardo “patologici” (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza patologica incontrollabile) varia dallo 0,5% al 2,2%(da 302.000 a 1.329.00 italiani adulti) . Da alcune osservazioni inoltre emergerebbe che il 60% degli introiti totali da gioco (almeno per quanto riguarda le slot machine) sarebbero alimentati proprio da questa quota minoritaria di giocatori patologici più vulnerabili.
Si tratta di soggetti particolarmente vulnerabili che per una serie di fattori, individuali (di tipo neuro psichico), familiari ed ambientali, se esposti allo stimolo del gioco e/o a pubblicità incentivanti il gioco, possono sviluppare una vera e propria patologia. Questo dato, ormai consolidato dalle evidenze scientifiche, impone a tutte le amministrazioni di riferimento l’adozione di strategie e misure contenitive del fenomeno”.
GLI STUDENTI - Per quanto riguarda l’indagine conoscitiva (student population survey) condotta negli anni 2012-2013 dal Dpa sulla popolazione studentesca(15-19 anni), ha messo in evidenza la pratica del gioco d‟azzardo nel 49,4% degli intervistati. Questa popolazione è composta da una quota di giocatori sociali (39,0%), da giocatori problematici (7,2%) e da giocatori patologici (3,2%). I soggetti di genere maschile hanno una prevalenza di gioco nettamente superiore rispetto a quelli di genere femminile (59,2% vs 37,1% )”.
CONSUMO DI SOSTANZE - Una interessante anche se preoccupante associazione è stata trovata tra frequenza della pratica del gioco d’azzardo e consumo di sostanze che evidenzia una correlazione lineare tra le due condizioni sia nella popolazione giovanile (15-19 anni) sia in quella generale (15-64 anni). “Il problema esiste ed è andato crescendo in questi ultimi anni anche a causa della sempre maggiore diffusione delle opportunità di gioco tramite internet e le nuove applicazioni degli smart-phone”.
IL BALDUZZI - Sul piano legislativo il Ministero della Salute “è intervenuto incisivamente sulla materia, facendosi promotore del decreto legge 13 settembre 2012, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute. (GU n. 263 del 10-11-2012 convertito con legge 8 novembre 2012 n.189. (così detto Decreto Balduzzi). L’articolo 5 del decreto legge Balduzzi prevede l’aggiorneranno dei Lea per la prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da ludopatia. L’aggiornamento dei Lea è tutt’ora in fase di approvazione, tuttavia, già da diversi anni le Regioni hanno preso in carico i soggetti affetti da disturbo da gioco d’azzardo, compatibilmente con le risorse esistenti, attraverso i propri Servizi per le Dipendenze, fornendo loro assistenza e trattamenti. Gli interventi offerti sono soprattutto il sostegno psicologico individuale e/o del nucleo familiare e il counselling. Tutte le realtà hanno in trattamento pazienti affetti da disturbo da Gap per un totale di 12.376 pazienti. Nell’articolo 7 comma 3 quater, del decreto Balduzzi, viene vietata la messa a disposizione presso qualsiasi pubblico esercizio di apparecchiature che, attraverso la connessione telematica, consentano ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco messe a disposizione dai concessionari online, da soggetti autorizzati all‟esercizio dei giochi a distanza, ovvero da soggetti privi di qualsivoglia titolo concessorio o autorizzatorio rilasciato dalle competenti autorità”.
GLI STRUMENTI - E si parla anche dell’Osservatorio sul gioco patologico che potrà “consentire al Ministero della Salute, nel confronto con le Regioni, gli esperti della materia, le associazioni dei genitori e dei consumatori, di esaminare e discutere tutti gli aspetti che possono contribuire a limitare il fenomeno, come quelli relativi alla diffusione sul territorio dei punti di gioco, alle condizioni igienico-sanitarie ed ambientali relative, alle modalità di approccio al gioco soprattutto negli adolescenti e nei giovani, all’organizzazione dei servizi per le dipendenze e così via, orientando nel contempo le scelte dei legislatori.
Si fa presente inoltre che già nel 2013 la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute aveva invitato le Regioni ad effettuare, attraverso i Dipartimenti dio Prevenzione delle ASL, la verifica dei fattori di rischio e della salubrità delle sale da gioco, con riferimento in particolare ai parametri microclimatici ed ambientali generali. Le verifiche sono ancora in corso ed al momento le risposte sono state molto limitate mettendo comunque in evidenza alcuni casi particolari di gravi inadempienze, anche sul piano autorizzatorio. Le nuove risorse previste dalla Legge di stabilità, che devono essere dedicate alle attività assistenziali specifiche per il trattamento dei disturbi da gioco d’azzardo, ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo connesso al rispetto degli adempimenti Lea, ancorchè probabilmente sotto stimate per una completa risposta dei Servizi alla problematica del disturbo da gioco d’azzardo, contribuiranno sostanzialmente ad elevare il livello delle prestazioni ed il Ministero della Salute sarà chiamato a svolgere, in piena collaborazione con le Regioni, un compito di monitoraggio dell’assistenza”.

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