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De Biasi (Pd): 'Serve riforma generale del comparto giochi'

12 novembre 2015 - 12:04

La senatrice del Pd, Emilia De Biasi ribadisce la necessità di una riforma organica del settore giochi, superando le anomali (e le ipocrisie).

Scritto da Ac
De Biasi (Pd): 'Serve riforma generale del comparto giochi'

Roma - "La soluzione deve essere quella di regolare insieme il comparto del gioco, di arrivare a una regolamentazione che tenga conto di tutte le esigenze e che deve essere fatta basandosi su un confronto con tutte le parti in causa. Stato, enti locali, industria ma anche scuola e famiglie". Ne è convinta la senatrice Emilia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato, intervenuta al Road show di Admiral Gaming Network al teatro Argentina di Roma.

 

“Mi sento di ringraziare - spiega De Biasi - per questa iniziativa perché credo che ci consente di tornare ad utilizzare uno straordinario strumento di persuasione come quello del teatro per divulgare temi di estremo interesse come quello che stiamo discutendo. E sarà utile anche per affrontare il discorso trattato oggi della formazione e dell'informazione pensando al settore del gioco. Dobbiamo riuscire a sfatare tanti luoghi comuni, come dobbiamo pure tenere conto della fragilità dei giovani e delle caratteristiche delle varie dipendenze. Di tutte queste cose bisogna tener conto e in maniera seria per poter parlare di una regolamentazione e di un intervento concreto sul settore".

FORMAZIONE E INFORMAZIONE - Bisogna quindi "prima di tutto formare adeguatamente i formatori ed essere in grado di superare i moralismi che spesso rendono difficile una trattazione aperta della materia. Dobbiamo anche e soprattutto conoscere quello di cui parliamo e approfondire scientificamente la conoscenza del settore. Dobbiamo quindi attivare tutti gli strumenti per i quali abbiamo stanziato risorse perché abbiamo bisogno di conoscere a fondo la materia di cui parliamo. Il primo strumento che abbiamo creato è l'Osservatorio sul gioco che è stato istituito, ma non ancora attuato e questo rappresenta una grave anomalia. Dobbiamo poi capire come si può intervenire efficacemente in termini di cura e soluzione del problema del gioco patologico, capendo quale può essere il protocollo ideale di cura, che potrebbe essere anche il protocollo di cura online, adottato in altri paesi, perché può essere visto in maniera migliore da alcuni soggetti problematici per via del totale anonimato. Occorre anche intervenire nei rapporti con gli enti locali, evitando soluzioni inutili come quella dei distanziometri e pensando, invece, a come creare strutture di recupero e fare in modo che funzionino e siano in condizioni di farlo”.

LA PUBBLICITA' DEI GIOCHI - Tra le anomalie del momento, dice De Biasi, “c'è anche quella del divieto di pubblicità dei giochi invocato da molti, ma in maniera per lo più ipocrita. Perché non ha senso parlare di intervento sulla pubblicità senza un piano di riordino generale del comparto è una riforma seria. Sembra più un intervento per lavare le coscienze invece di un intervento regolamentare. Credo invece che la soluzione sia quella di intervenire scongiurando tutte le forme di pubblicità eccessivamente persuasive se non ingannevoli, con attenzione a particolari fasce orarie e target specifici, disciplinano di più e meglio il settore, ma non abolendo ogni possibilità od otterremo il risultato opposto. In generale - conclude - credo ci sia bisogno di regolare insieme il comparto, di arrivare a una regolamentazione che tenga conto di tutte le esigenze e che deve essere fatta basandosi su un confronto con tutte le parti in causa. Anche scuola e famiglia, perché no, insieme allo Stato, agli enti locali e al Parlamento. Oltre all'industria, quindi produttori e distributori di giochi. E di tutti i giochi. È necessario però che non si lavori a compartimenti stagni e proprio per questo auspico che nel riordino generale del settore si tenga conto anche degli aspetti sanitari, perché vedo troppo spesso che si tendono a separare le questioni, mentre la sanità riguarda qualunque cosa perché riguarda le persone”.

 

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