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Nuovi orari a Firenze, gli operatori: 'Colpiti solo gli apparecchi da gioco'

05 settembre 2016 - 09:23

Da oggi, 5 settembre, a Firenze è in vigore l'ordinanza sugli orari degli apparecchi da gioco: ecco le reazioni degli operatori e delle associazioni.

Scritto da Fm
Nuovi orari a Firenze, gli operatori: 'Colpiti solo gli apparecchi da gioco'

 

 

Da oggi, 5 settembre, a Firenze entra in vigore l'ordinanza sugli orari di funzionamento di slot e Vlt firmata dal sindaco Dario Nardella. Gioconews.it, come già fatto in occasione dei provvedimenti analoghi emanati a Napoli e in tante città del Piemonte (in esecuzione della legge regionale sul Gap), ha chiesto il parere degli operatori del settore.


SAPAR "APPARECCHI DISCRIMINATI"- "I Comuni continuano ad emanare ordinanze come questa senza interpellare le associazioni del settore e a calpestare i diritti degli occupati. Questo è un provvedimento punitivo che colpisce solo gli apparecchi da gioco, lasciando l'opportunità di optare per le altre offerte - dai grattaevinci al lotto - a tutte le ore del giorno", sottolinea Luca Pasquini, rappresentante Sapar per la Toscana. "Come associazione interveremo più rapidamente possibile: oggi, 5 settembre, è avremo un incontro con il presidente Raffaele Curcio e tracceremo la linea da seguire in difesa del lavoro dei nostri colleghi. Chiederemo subito un incontro con il sindaco Nardella, invitandolo ad ampliare l'ordinanza a tutta l'offerta di gioco o a stracciare quanto riguarda il nostro settore", conclude Pasquini.


AS.TRO "SUBITO CONFRONTO CON IL SINDACO" - "Evidentemente il sindaco Nardella ha scelto la strada più semplice pensando che i limiti agli orari di funzionamento degli apparecchi possano ridurre l'incidenza del gioco patologico andando contro ai dati veri del territorio sulla diffusione del fenomeno, i quali testimoniano che aumenta all'aumentare del proibizionismo", sottolinea Lorenzo Verona, responsabile As.tro per le questioni territoriali e rappresentante dell'associazione per la Toscana. "Questa è una misura totalmente proibizionista, visto che i bar e i tabacchi chiudono alle 20 e vedono quindi ridurre la loro offerta di gioco a sole quattro ore. Il sindaco Nardella non ha accolto nessuna delle quattro istanze di audizione che gli abbiamo inoltrato da giugno. Il punto è uno solo: l'antitesi non è fra 'gioco si o gioco no' ma fra 'gioco legale e gioco illegale'. E' evidente che con tali norme la domanda di gioco si sposterebbe verso il gioco illegale, l'online e gli apparecchi più 'aggressivi' rispetto alle slot. Come accaduto in altre regioni, Lombardia in primis, l'effetto è prevedibile: si verificherebbe il ritorno a vecchie forme di illegalità, a infiltrazioni di organizzazioni criminali, e il danno sarà completato a carico dei cittadini e della fasce più deboli della popolazione oltre che dell'industria del gioco, che verrà demolita creando centinaia di disoccupati", afferma il coordinatore di As.tro per per le questioni territoriali. "Come associazione continueremo a tentare la linea del  dialogo, abbiamo richiesto un'audizione venerdi scorso, aspettiamo che ci venga concessa. L'articolo 5 della Costituzione da l'opportunità ai sindaci di emanare provvedimenti per la tutela della salute pubblica ma devono avere carattere temporaneo. Nardella ha messo una pezza per la soluzione del problema Gap, spero che la sua sia solo una richiesta di aiuto: noi la accolgiamo e siamo pronti a fornire soluzioni alternative", conclude Verona.

ADUC "PROIBIZIONISMO NON SERVE" - Fra i primi a commentare il provvedimento fiorentino è Vincenzo Donvito presidente nazionale dell'Aduc - Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. "La storia italiana e non solo, ci ha ampiamente dimostrato che non esiste una dipendenza che sia stata sconfitta col proibizionismo: alcool, tabacco, droghe pesanti oggi illegali, cibo, etc. Anzi, tutte le volte che c'é stato e c'è il proibizionismo il problema si è sempre acuito, per i singoli e per la società. Il proibizionismo crea clandestinità, perché se alla domanda non si trova risposta, a fronte del desiderio che diventa dipendenza (ma anche solo il desiderio), non c'é norma o barriera legislativa o prospettiva di multe o galera che tenga. E' stato così per l'alcool quando fu vietato nel secolo scorso in Usa, ed è oggi così per droghe tipo cocaina, eroina, metamfetamine, etc.: consumatori in crescita, mercato clandestino in crescita, disordine pubblico in crescita. L'esempio del tabacco è sintomatico: i consumi non sono crollati perché c'é il divieto di fumare nei cinema o nei ristoranti o nei mezzi di trasporto, ma perché attente, mirate e scrupolose campagne di prevenzione hanno spiegato ai più i vantaggi della non- dipendenza. I fumatori continuano ad esserci e sono sempre meno maleducati che in passato, quando l'epidemia del fumo passivo costringeva a fumare anche chi non voleva; ma questi fumatori sono 'protetti' e rispettati, dalle norme e dalle loro precedenti vittime. Si può, cioé, convivere anche con chi decide di farsi male da solo. E' la politica di riduzione del danno che, nella fattispecie del gioco d'azzardo, non si capisce perché non debba seguire le logiche del tabacco ma essere considerata roba da appestati". Per il presidente Aduc "la politica di prevenzione delle dipendenze é una cosa molto delicata, che deve operare sulle scelte dei singoli senza ledere le loro libertà e la libertà di tutti. Non ci possono mai essere risultati immediati, come invece vorrebbe ottenere il provvedimento proibizionista, ma ci vuole tempo e, soprattutto, occorre lavorare molto sulla prevenzione, a partire dalle scuole, ma non col terrorismo ideologico del male da evitare, bensì con la conoscenza del fenomeno e la consapevolezza di azioni e reazioni sui singoli e sulla società. La prevenzione non può che partire dalla presa d'atto dell'esistenza di individui, ognuno diverso dall'altro, e dalle loro scelte; senza dimenticare che nel bagaglio culturale ed emozionale dell'individuo c'è anche quello che ad altri può sembrare irrazionale. Compito dello Stato non è dire cio' che è buono e ciò
che è cattivo per se stessi, ma disciplinare perché la libertà del singolo sia rispettata senza ledere quella degli altri. Qualcuno dir°: ma é proprio quello che vuole fare il sindaco fiorentino, limitando solo gli orari per il gioco, non certo vietarlo in assoluto, ma é proprio qui l'errore, secondo noi: partiamo dall'esperienza del proibizionismo (anche non assoluto come nella nostra fattispecie), la prevenzione va fatta non limitando la libertà, ma lasciandola tale in assoluto e lavorando sul convincimento dei singoli e sulla costruzione di alternative similarmente ludiche e variegate.Ma forse, quello che auspichiamo, fa meno spettacolo della 'mascella dura' di chi, come il sindaco fiorentino, sembra voler parlare solo alla pancia e non alla testa dei suoi amministrati. Siamo nel 2016, siamo nell'era digitale a 360 gradi, e credere che limitare gli orari dell'apertura delle sale gioco possa servire a produrre meno dipendenza, è illusorio e peggiorativo: chi potrà impedire che chiunque si rinchiuda in casa collegandosi ad un qualunque sito web nel mondo per vivere la sua passione/dipendenza? Nessuno; e questo momento del gioco sarà vissuto più clandestino, più fobico e quindi più dannoso per il singolo in quel momento e per la società quando costui staccherà dal pc della sua stanza e vivrà la sua vita sociale. Se invece potrà giocare in una qualunque macchinetta in un qualunque luogo pubblico a qualunque ora, facendo sì che questi luoghi pubblici non siano dei ghetti del settore (e quindi non limitare la presenza di queste macchinette solo ad alcuni e specifici luoghi pubblici), la possibilità di farsi meno male, per sé e per gli altri, é altamente più probabile: in questi luoghi pubblici ci saranno persone, altri giochi, altre distrazioni, umanità e, si sa, l'individuo tende ad aggregarsi più che ad isolarsi", conclude  Donvito.
 
COSA PREVEDE L'ORDINANZA - L'ordinanza fissa l'orario di apertura delle sale giochi autorizzate ai sensi art.86 TULPS:dalle 16 alle 22 di tutti i giorni, festivi compresi. Dalla regolamentazione di orario sono escluse le sale biliardo e le sale bowling, pur autorizzate ai sensi dell’art.86 Tulps, in quanto considerate attività di natura sportiva e non legate a vincite in denaro. Tuttavia, se al loro interno sono presenti apparecchi con vincita in denaro, dovranno seguire le regole previste per quelli installati negli altri esercizi autorizzati dalla stessa norma. Le slot e le Vlt (secondo l’art.110 comma 6 del Tulps presenti in altri esercizi autorizzati ai sensi degli artt. 86 e/o 88 Tulps (bar, ristoranti, alberghi, rivendite di tabacchi, esercizi commerciali, agenzie di scommesse, sale bingo, etc.) invece possono essere accesi solo  dalle 16 alle 20 di tutti i giorni, festivi compresi, e devono essere completamente spenti nelle ore restanti.
 
LE SANZIONI -  Chiunque viola tali disposizioni - si legge nel testo dell'ordinanza - "è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 500 euro con pagamento in misura ridotta di 400 euro ai sensi degli artt. 7 bis c.1 bis D.Lgs. 267/2000, 16 c.2 L.689/1981 e ai sensi della D.G.M. n. 2016/G/00377 del 11/08/2016". In caso di reiterazione di violazione delle norme di orario previste  "anche se si è già provveduto al pagamento in misura ridotta della prima sanzione, si applica la sospensione da uno a quattro giorni dell’attività della sala giochi autorizzata ai sensi dell’art.86 Tulps ovvero del funzionamento degli apparecchi di cui all’art.110 c.6 TULPS collocati negli esercizi autorizzati ai sensi degli artt.86-88 Tulps. La sospensione è disposta con provvedimento della Direzione Attività Economiche che viene notificato all’interessato e in cui si dà espressamente atto che, in caso di inottemperanza a tale provvedimento, si provvederà all’esecuzione dello stesso mediante sigilli da apporre, a cura della Polizia Municipale: all’accesso in caso di chiusura di sala  giochi; direttamente sugli apparecchi in altri esercizi autorizzati ai sensi degli artt.86-88 Tulps", si legge ancora nel provvedimento.
 

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