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Edward Luttwak: tassa di scopo 'difficile' per il Bel Paese

26 novembre 2016 - 10:22

L'economista Edward Luttwak polemizza sul sistema giuridico italiano che non garantisce adeguate certezze, anche nel gioco.

Scritto da Sara Michelucci
Edward Luttwak: tassa di scopo 'difficile' per il Bel Paese

 

Erario, lobbing, tassa di scopo. Quando si parla di gioco sono tanti i concetti economici che vengono chiamati in causa e di cui, spesso, ci si appropria per parlare più o meno bene del mercato del gaming italiano. Ne abbiamo parlato con Edward Luttwak, politologo ed economista americano e volto noto anche dei salotti televisivi di casa nostra.
Partiamo proprio dal concetto di lobby, termine dall'accezione piuttosto negativa, se usato in Italia ed accostato al gioco, ma che cambia se andiamo in Usa. “La cosa è molto semplice – afferma Luttwak - per fare lobbing devi registrarti come agente di un interesse esterno. Se non ti registri, in America, vai in prigione. Ora fare lobbing non è un'azione definita legalmente, però chi fa lobbing deve rendere pubblico il nome dei suoi clienti. Un lobbista che vuole nascondere i propri clienti non sarebbe accettato e sarebbe denunciato negli Usa. Se l'azione di lobbing è fatta in trasparenza è positiva, perché rappresenta un interesse. Quindi ad esempio, da un lato ci sono i lobbisti, dall'altro ci sono i sindacati, che rappresentano interessi contrapposti in totale trasparenza. Il lobbista genera proposte, si presenta con argomenti e analisi. L'azione di lobbing può essere vista in maniera negativa, perché è qualcosa a cui possono fare riferimento solo i ricchi”.
Per quanto riguarda il gioco con vincita in denaro “parliamo di un settore che tradizionalmente è sempre esistito, ma in forma molto circoscritta e limitata. Per esempio, i casinò, che sorgono solo in poche città italiane. In America, invece, abbiamo Las Vegas nel deserto. Poi ci sono le riserve indiane, ma queste sono viste come eccezioni, come qualcosa di reprensibile e non positiva.
Il gioco è una attività economica ed è normale che si faccia lobbing, come avviene in qualsiasi altro settore, ma è un tipico caso in cui l'interesse pubblico è subordinato a un interesse privato.
Quando esiste, a mio avviso, deve esistere in forma di eccezione, come accade con i casinò. Ora invece c'è stata una degenerazione economica e di conseguenza c'è stato anche un aumento del gioco”.
Ma il gioco può supportare anche cause benefiche o sportive importanti, come è accaduto nel Regno Unito con gli atleti olimpici. Oltre ad essere arrivato secondo dietro agli Stati Uniti, il Regno Unito è stato il primo Paese della storia a migliorare nell’Olimpiade successiva il già eccellente risultato dei Giochi disputati in casa. A Londra nel 2012 aveva ottenuto 65 medaglie, ora sono 67.
Il successo è anche il frutto di un attento e positivo lavoro di gestione politica dello sport. Alla base del successo dello sport britannico c’è un fondo, denominato 'Uk Sport', e finanziato in gran parte dagli introiti della lotteria nazionale.

Cosa pensa di una tassa di scopo per il gioco in Italia?
“Partendo dal presupposto che sono formule che vogliono recuperare qualcosa di buono da qualcosa che non lo è e che il gioco d'azzardo deve essere limitato a piccoli gruppi e non essere così esteso, vorrei sottolineare il fatto che l'Italia è diversa dalla Gran Bretagna.
I soldi che derivano dal gioco vanno usati bene. Devi mettere in piedi un sistema di trasferimento sicuro, in cui chi devia il denaro verso altre attività, deve finire in galera.
In un paese come l'Italia, dove la giustizia è arbitraria, è irregolare e funziona malissimo, questo sistema risulta più difficile da applicare. In un paese così bisogna evitare di creare strutture che dipendono dalla legalità. In Inghilterra il sistema di giustizia è diverso da quello italiano. Lì abbiamo la certezza della pena”, tuona Luttwak.
Ma anche il sisma che ha colpito il Centro Italia ha smosso gli animi di numerosi politici che hanno chiesto di destinare una parte del jackpot del Superenalotto per aiutare le vittime del sisma. Anche qui il concetto è sbagliato e non applicabile? “Bisogna evitare di creare meccanismi che possano creare ulteriori problemi. Purtroppo bisognerebbe prima modificare il sistema della giustizia italiana. In paesi come l'America o l'Inghilterra la gente ha molto rispetto della legge, perché se si sbaglia si va in galera, senza nessuno sconto”.
Proibizionismo, liberalismo o protezionismo sul gioco? “Proibizionismo di certo. Prendere i soldi dal gioco a livello statale vuol dire aumentare la mal distribuzione. Le lotterie nazionali sono un ulteriore meccanismo per l'impoverimento della popolazione”.
E ci lascia con una provocazione, come è suo solito fare: “Direi che il gioco dovrebbe essere affidato nelle mani della criminalità organizzata, così da essere un'attività nascosta, ghettizzata e a cui si avvicinano in pochi”.

 

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