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Casero su concorso Adm: 'Avvocatura dello Stato in difesa di Agenzia'

17 febbraio 2017 - 12:09

Il viceministro Luigi Casero risponde all'interpellanza urgente di Daniele Pesco (M5S) sul concorso pubblico dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Scritto da Redazione
Casero su concorso Adm: 'Avvocatura dello Stato in difesa di Agenzia'

"Si fa presente che l'amministrazione delle dogane e dei monopoli non ritiene opportuno pronunciarsi su aspetti rilevati nell'interpellanza in esame che attengono a indagini giudiziarie in corso, attesa la necessità di non interferire con l'azione della magistratura procedente; e come sa l'interpellante, questa è una linea che seguiamo nelle risposte delle interpellanze. Per quanto attiene gli altri aspetti rilevati nell'interpellanza in esame, in particolare sul concorso pubblico per il reclutamento di 69 dirigenti indetto nel 2011, si rinvia alla risposta resa il 30 settembre 2016, in riscontro alla precedente interpellanza, sempre dell'onorevole Pesco, nella quale sono state svolte diffuse considerazioni, ritenute attuali". Lo sottolinea il viceministro all'Economia, Luigi Casero, rispondendo all'interpellanza urgente di Daniele Pesco (M5S) alla Camera sul concorso per dirigenti di seconda fascia all'Adm. 

"Con riferimento poi alla memoria del 9 gennaio 2017 depositata dall'Avvocatura generale dello Stato in sede giudiziale del 12 gennaio 2017, alla quale fanno cenno agli interpellanti, l'Agenzia delle dogane rappresenta che trattasi di un atto, depositato dall'organo legale per un'udienza camerale del 12 gennaio 2017, volto alla difesa dell'Agenzia medesima nel procedimento instaurato da alcuni ricorrenti per la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato – Sezione quarta, n. 1447/2016, avente a oggetto la stessa procedura concorsuale. I supremi giudici, ritenendo legittima la maggior parte delle attività svolte in sede concorsuale, avevano disposto la rimozione di un rilevato vizio di collegialità mediante la nuova correzione, ad opera della stessa commissione esaminatrice, di alcuni elaborati in precedenza non esaminati dal plenum del collegio. Come previsto dalla legge, l'Avvocatura dello Stato ha assunto la difesa dell'Agenzia, così come nelle precedenti fasi processuali, anche nel giudizio instaurato per la revocazione della citata sentenza del Consiglio di Stato. In punto di sentenza della Corte costituzionale n. 37 del 2015, gli onorevoli interpellanti fanno riferimento a nomine dirigenziali 'taroccate' nelle agenzie fiscali. L'Agenzia riferisce che tali nomine sarebbero in realtà gli incarichi provvisori di funzionari dirigenziali per le agenzie fiscali attraverso procedure conformi ai propri regolamenti di amministrazione, che conferivano a funzionari sprovvisti della relativa qualifica; tali procedure sono state poi confermate dall'articolo 8, comma 20, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, della legge 26 aprile 2012, n. 44 e da successive leggi di proroga. La finalità della norma e delle successive proroghe era quella di colmare parzialmente e temporaneamente la grave e perdurante carenza di dirigenti riscontrabile nell'organico delle agenzie fiscali. L'Agenzia rileva che al termine di procedure comparative oggettive e rigorose, perfezionate nel corso del tempo, veniva attribuita a funzionari di terza area e di comprovata esperienza la titolarità delle funzioni in argomento, per il tempo strettamente necessario all'acquisizione, mediante le procedure disciplinate dall'ordinamento, di dirigenti di ruolo. Con la richiamata sentenza n. 37 del 2015, la Corte costituzionale ha poi dichiarato l'illegittimità costituzionale della citata norma e delle proroghe. Dal giorno successivo a quello della pubblicazione della menzionata sentenza (25 marzo 2015), l'Agenzia delle dogane ha disposto la cessazione di tutti gli incarichi dirigenziali fino ad allora conferiti, in applicazione delle norme caducate, attribuendoli ad interim a dirigenti del proprio organico in aggiunta agli incarichi da essi già condotti. In dipendenza da ciò, le procedure fino a quel momento seguite in materia di conferimento di incarichi dirigenziali erano del tutto legittime, in quanto conformi a norme vigenti a quella data", conclude.

LA RISPOSTA DEL M5S - “Il governo non può continuare a far finta di nulla come accaduto oggi in aula. Stop ad atteggiamenti da struzzo con la testa sotto la sabbia. La storia del concorso truccato in Agenzia delle dogane è la spia, gravissima, di un andazzo che va corretto assolutamente, a partire dall’attuale sistema di nomine dirigenziali che finisce per stravolgere la mission dell’ente”. Lo dicono i deputati M5S in commissione Finanze a commento della risposta del  viceministro. “Ce ne siamo già occupati in un precedente atto di sindacato ispettivo, sul quale abbiamo visto il governo in difficoltà. Ora la situazione è al paradosso – rincara Pesco – le persone che hanno denunciato, anche rilasciando interviste televisive, sono state mobbizzate e bersagliate da provvedimenti disciplinari, mentre gli indagati restano tranquillamente al loro posto e contano evidentemente su protezioni di altissimo livello”.

 

 

 

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