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Comune Genova: 'Legge Gap, le scadenze vanno rispettate'

07 marzo 2017 - 15:27

Il Comune approva mozione  che chiede limiti orari al gioco e auspica rispetto delle scadenze previste dalla legge della Liguria sul Gap.

Scritto da Fm
Comune Genova: 'Legge Gap, le scadenze vanno rispettate'

 

 Gioco al centro della seduta del consiglio comunale di Genova di martedì 7 marzo che ha approvato la mozione "Concessione sale e punti gioco" firmata da Paolo Putti, Emanuela Burlando, Mauro Muscarà del gruppo consiliare "Effetto Genova", costituito dai fuorisciti del Movimento cinque stelle.

 

La mozione, presentata lo scorso febbraio, è tornata particolarmente d'attualità, con una forte presa di posizione da parte della Confesercenti Liguria, in difesa dei lavoratori del settore del gioco (circa 3mila in tutta la Liguria) dopo l'ipotesi lanciata dall'assessore regionale allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, di concedere una moratoria di un anno rispetto alla data del 2 maggio da cui si prevede la scadenza delle autorizzazioni in essere per le attività di gioco.


LA POSIZIONE DELLA GIUNTA - "Per il Comune di Genova a fronte di un fenomeno così dilagante e devastante per i singoli e il tessuto cittadino, le scadenze devono essere rispettate. E' evidente che ciò pone un tema molto rilevante ma non si può considerare tutto il settore del gioco allo stesso modo: un conto il piccolo commecio, un altro le grosse sale. Nei prossimi due mesi c'è tutto il tempo da parte della Regione Liguria per convocare tavoli con i Comuni e per individuare forme di sostegno agli esercenti per questa fase di transizione", sottolinea l'assessore comunale allo Sviluppo economico, Emanuele Piazza. "Come tutte le transizioni che coinvolgono un settore economico l'intervento pubblico è auspicabile ma è evidente che la regia di questo spetta alla Regione per andare a ragionare non tanto sulle proroghe, che come Comune non auspichiamo, ma sugli interventi atti a superare questa crisi in modo non doloroso senza creare cali di occupazione, garantendo incentivi per la qualificazione delle attività medio piccole e di interi settori della città visto l'alto impatto che la scadenza dei termini va a comportare".

 

LA MOZIONE - Nell'illustrare la mozione, il consigliere Mauro Muscarà ha chiesto ai consiglieri comunali e regionali di prendersi responsabilità sul contrasto al Gap, e ricordato che in passato il suo gruppo aveva chiesto al Comune di restituire le entrate derivanti dal gioco e di 'accompagnare' i gestori di attività economiche legate al gioco a rinunciarci, senza avere ripercussioni sul proprio bilancio.
"Nella nostra regione i giocatori sono aumentati di tre volte dal 2011 al 2016, la legge regionale del 2012 ha posto vincoli che interessaranno circa mille attività che dal 2 maggio non avranno più requisiti per ottenere concessioni. Ma dall'approvazione della legge ad oggi non si è fatto nulla, ora la Regione propone moratoria di un anno. Il Comune di Genova ha varato il suo regolamento nel 2013, quindi nella nostra mozione chiediamo che ci vengano forniti i dati delle attività a cui scadranno concessioni e sapere come l'amminstrazione si è mossa per comunicare le modalità di scadenza. Mi auguro che il Comune non contasse sulla moratoria di cui si parla in questi giorni. Inoltre, vorremmo sapere in quali zone della città sono concentrate queste attività, e chiediamo l'emanazione di un'ordinanza sindacale che regoli gli orari di apertura, come fatto da tanti altri Comuni, da Milano a Napoli, a Torino, perché il Comune deve tutelare la salute dei cittadini". 
 
IL DIBATTITO - Per il consigliere Lilli Lauro (Pdl) sarebbe meglio "andare oltre gli slogan, nel momento in cui al Governo si sta lavorando su una normativa nazionale e in Regione si sta pensando di rivedere la questione tenendo conto delle 2500 famiglie che perderanno il posto di lavoro e non possono essere sottovalutate. Questa mozione dovrebbe tener conto a 360 gradi di chi gioca, quindi anche dell'online e del gratta e vinci".  Andrea Boccaccio (M5s) ha difeso il regolamento comunale sul gioco, sottolineando come "sia giusto fare tutto il possibile per mantenerlo e contestualmente individuare nel bilancio preventivo delle risorse per sostenere gli esercenti che dovranno rinunciare agli incassi, con una riduzione delle tasse comunali. L'importante è l'obiettivo: ridurre gli apparecchi presenti in città, limitare le occasioni di gioco in primis nei bar e nelle tabaccherie frequentate da donne ed anziani che magari non hanno neppure una carta di credito". Una tesi sposata anche da Gianpaolo Malatesta (Possibile), che però ha chiesto in questo senso l'intervento della Regione Liguria, "senza rimandarlo e mettendo fondi per risolvere il problema". Per Alfonso Gioia (Udc) invece "quello della Regione Liguria è un atto di responsabilità politica e una semplice mozione è un atto populista che non risolve davvero il problema". Enrico Musso (Lista Musso) ha sottolineato "l'ipocrisia dello Stato che lucra sul gioco senza curarsi delle conseguenze" ma ha assicurato il sostegno alla mozione.
 
L'EMENDAMENTO - Nella discussione è stata inglobata anche la mozione "Slot Machine e dipendenza da gioco d'azzardo", presentata da Francesco De Benedictis (Gruppo misto) nel 2012 ma considerata decaduta per l'assenza per malattia del consigliere. Ad illustrarla il consigliere Gianpaolo Malatesta che ha chiesto al Comune la promozione di attività di prevenzione e contrasto al gioco patologico, "un elemento sottovalutato dalla Giunta in questi anni" per il consigliere Pietro che ha chiesto alla Giunta di organizzare una campagna pubblicitaria vera contro il Gap con spot nelle tv, nelle paline dei mezzi pubblici, nei cartelli stradali, unendo le forze con le Partecipate del Comune".
Il consigliere Guido Grillo (Pdl) si chiede "è mai possibile che rispetto al fenomeno Gap che riguarda migliaia di cittadini italiani lo Stato speculi?" auspicando un incontro con la Regione Liguria sulla questione ma ricordando che "negli ultimi tre anni sono stati carenti le iniziative del Parlamento e del Governo". 
Clizia Nicolella (Lista Doria) ha rimarcato la contrapposizione fra la rivendicazione del Comune di applicare il regolamento sul gioco per tutelare la salute dei cittadini e gli interessi commerciali sul piatto, "legittimi perché il gioco è legale nel nostro Paese", sottolineando "l'esigenza di trovare un equilibrio bonificando i quartieri dal gioco con la riqualificazione delle attività e una loro riconversione".
 
 

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