skin

Baretta: 'Riordino giochi, la fase dialettica è esaurita'

17 maggio 2017 - 06:49

Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta in audizione in commissione Finanze in Senato parla del riordino dell'offerta di gioco.

Scritto da Amr
Baretta: 'Riordino giochi, la fase dialettica è esaurita'

"È del tutto evidente che il Governo privilegia una intesa e che perseguirà questo obiettivo sino all'ultimo momento. Ma è altrettanto necessario affermare che non possiamo continuare a lasciare questo settore senza regole certe ed unitarie. Dobbiamo assumerci la responsabilità di rispondere alla prevalente domanda sociale e politica che chiede una seria, rigorosa, regolamentazione, fondata sulla lotta alla dipendenza, alla compulsività, alla ludopatia, attraverso la riduzione dell'offerta, più diffusi ed attenti controlli, una organizzazione prevedibile del territorio, ma non sulla negazione generalizzata della possibilità di giocare". Lo afferma il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta nella sua audizione, chiesta alla luce degli ultimi sviluppi normativi, da parte della sesta commissione Finanze del Senato e "anche nell'ottica di considerare sostanzialmente esaurita la fase dialettica, nella previsione che la prossima riunione della Conferenza, prevista per la prossima settimana, sia quella conclusiva".

"L’obiettivo che lo Stato si propone, dunque, è di ridurre e regolare, di intesa con gli Enti locali, la distribuzione dell’offerta di gioco diffusa nel territorio, accogliendo le accresciute esigenze sociali, nella consapevolezza che il crescente fenomeno della dipendenza patologica da gioco d’azzardo rappresenta, ormai, una priorità sulla quale impegnare le Istituzioni".

LA RIDUZIONE DELLE OCCASIONI DI GIOCO - Di conseguenza, si può rispondere a questo fenomeno, fortemente sentito da più parti, prevedendo il problema attraverso un consistente riduzione delle occasioni di gioco; curando il fenomeno con mezzi e risorse adeguate; tutelando l’ordine e la sicurezza pubblica; contrastando le varie forme di illegalità sottese al fenomeno del settore del gioco e delle scommesse".
LA DELEGA FISCALE - Baretta ricorda: "Già il Parlamento con la delega fiscale ha dato il via al processo di riordino del settore. Con la legge di stabilità 2016, è iniziato il processo di regolamentazione e razionalizzazione dell’offerta di gioco legale, prevedendo in particolare: la riduzione di almeno il 30 percento delle Awp in circolazione, attraverso la riduzione effettiva delle macchine disponibili; la determinazione di un numero massimo consentito di 10.000 sale e di 5.000 corner per le scommesse, con la conseguente concentrazione dei punti vendita; il passaggio alle Awp esclusivamente da remoto (upgrade tecnologico); la drastica riduzione degli spazi pubblicitari; l'innalzamento del Preu. A tali misure si aggiunge la decisione di affidare alla Conferenza Unificata il compito di recuperare il mancato esercizio, da parte del Governo, della delega prevista dall'articolo 14 della delega fiscale e di trovare una intesa con Enti locali e le Regioni, finalizzata ad una riforma complessiva del settore coerente con tali principi. L’esito del confronto è stato proficuo ed ha portato alle conclusioni contenute nel documento allegato a questa relazione, che integra quello consegnato a marzo".
LE INTEGRAZIONI - Le integrazioni più significative, che sono intervenute nelle ultime riunioni tecniche sono sostanzialmente tre, come spiega Baretta: "la introduzione della facoltà per i Sindaci di applicare le distanze dai luoghi sensibili fino a 150 metri da luoghi di culto, scuole e Sert; la possibilitá, per i sindaci, di interrompere fino a 6 ore, durante il giorno, la possibilità di giocare alle Awp; la decisione che si possa giocare solo utilizzando la tessera sanitaria. Sono tre novità di assoluto rilievo che modificano ulteriormente il già importante quadro precedente e confermano la svolta operata da Governo nella linea politica dello Stato sul tema del gioco pubblico".
Baretta ha "perfettamente chiaro che restano dei punti non risolti, il più clamoroso dei quali è la pubblicità. L'attuale normativa, che pure ha introdotto una seria limitazione (dalle 6 alle 22 nei canali generalisti), non è sufficiente. Il governo sta riflettendo su quali ulteriori passi compiere per limitare ulteriormente la pubblicità del gioco".
I CAPISALDI DELL'IMPIANTO - Baretta riassume i capisaldi dell'impianto: "Presentare nella manovrina attualmente in discussione alla Camera, un emendamento che anticipa, tra la fine del 2017 ed i primi mesi del 2018, la riduzione degli apparecchi Awp, a cominciare dai generalisti secondari e dai bar e tabacchi. La riduzione si attesterà a circa il 35 percento delle macchine presenti oggi sul mercato, essendo, attualmente, poco più di 400 mila i nulla osta". Inoltre, "sostituire in tre anni le rimanenti 265mila circa Awp con nuove macchine, che mantengono le attuali caratteristiche (bassa giocata, bassa vincita), ma che saranno completamente controllate da remoto e saranno utilizzabili esclusivamente con la tessera sanitaria e adotteranno soluzioni tecnologiche che scoraggino il gioco (tempi allungati, annunci, interruzioni). Si tratta di una occasione importante non solo dal lato della sicurezza legale e della lotta alla ludopatia, ma, anche, una occasione per il settore industriale che subisce le contrazioni che derivano dalla riforma è che vede a rischio mercato ed occupazione e che potrebbe, nella sfida tecnologica che offre la progettazione e costruzione delle nuove Awp, trovare una sia pur parziale, compensazione a tutela, soprattutto, del lavoro". Ancora, "qualificare i punti gioco consentendone l'esercizio solo a quelli considerati di tipo A, ovvero organizzati con particolari controlli interni ed esterni, con una adeguata qualificazione e formazione del personale" e "dimezzare in tre anni i punti gioco abilitati alla installazione di Awp che attualmente sono 98.600 ca, di cui 69.000 ca tra bar e tabacchi e 29.600 ca sale e punti gioco". 
PUNTI VENDITA E AWP A REGIME - Quindi, a regime, i punti vendita in cui potranno essere presenti le Awp, rispetto agli attuali 98.600 ca, saranno così distribuiti: un numero massimo di 18.000 ca sale e punti gioco certificati A, rispetto ai 29.600 attuali, (con una effettiva riduzione di oltre 10.000 punti vendita ca), così articolati: 10.000 agenzie o negozi aventi come attività prevalente la vendita di prodotti di gioco pubblici (come previsto dalla legge di stabilità 2016), 5.000 ca sale giochi, 3.000 ca sale Vlt e Bingo, un numero massimo di circa 30.000 esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione di categoria A, spostare i punti gioco oltre un massimo di 150 metri da luoghi di culto, scuole e Sert, sospendere l'attività delle slot per 6 ore al giorno, ridurre a 100 euro la gioco massima nelle Vlt".
IL RAPPORTO CON LE REGIONI - "Su questo impianto - osserva Baretta - si è, di fatto, raggiunto l'intesa con gli Enti locali e una parte delle Regioni. Un'altra parte delle Regioni, che si fanno rappresentare dalla Regione Lombardia, contesta sopratutto i punti delle distanze e degli orari. Sulle distanze la contro proposta da loro formulata prevede 300 metri da: scuole, chiese, ospedali, centri sanitari, centri per anziani, centri di aggregazione giovanile, impianti sportivi, sale da ballo... Per gli orari propone l'apertura massima dei punti gioco per 8 ore... È evidente che l'esito di questa proposta è, di fatto, la interdizione del gioco dal territorio, da qualsiasi territorio che non sia l'alta montagna ed alcuni tratti isolati della Pianura Padana. La configurazione, infatti, del territorio italiano, della sua urbanizzazione diffusa, della rilevante presenza di scuole e luoghi di culto è tale che con la nostra proposta sostanzialmente fa coincidere l'effetto delle distanze con il dimezzamento previsto dei punti gioco.Una soluzione che, invece, ne abolisca circa l'80 percento in alcune zone e addirittura il 100 percento in altre (come avverrebbe per la proposta alternativa) si muove, inevitabilmente, ed al di là delle buone intenzioni dei proponenti, in una logica proibizionista che non corrisponde al compito di regolare il settore. Semmai, se la preoccupazione delle Regioni fosse quella che la nostra proposta, essendo affidata alla volontà dei Sindaci, non garantisse una completa omogeneità territoriale, si potrebbe valutare, nel caso di intesa, di adottare non solo una distanza massima, quale quella oggi prevista dei 150 metri, ma anche una minima (ad es. 50), oggi non prevista, che consentirebbe di avere ovunque una protezione minima obbligatoria, indipendentemente dalla volontà degli amministratori. Nulla osta, poi, che, se la Conferenza lo ritenesse, si possa prevedere, a maggiore garanzia, che la gestione delle distanze proposte, oltre che affidata ai Sindaci, preveda un diretto coordinamento delle Regioni".
Baretta conclude così: "Le intenzioni del Governo sono esplicite ed orientate ad una vera volontá di riforma, come è ferma la volontà di raggiungere una intesa con tutti. Mi auguro che queste intenzioni siano comprese e si possa raggiungere una intesa con tutti gli attori. Essa rappresenterebbe un segnale netto di discontinuitá e un primo importante passo verso una visione normale e ludica del gioco, combattendone, dunque, gli eccessi e gli abusi".
 

Articoli correlati