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Zeni (Provincia di Trento): 'Regole rigorose, ma anche sostenibili'

22 maggio 2017 - 10:00

L'assessore provinciale di Trento, Luca Zeni, sottolinea l'attenzione nel monitorare gli effetti della legge sul gioco e ad intervenire anche con delle modifiche.

Scritto da Sara
Zeni (Provincia di Trento): 'Regole rigorose, ma anche sostenibili'

"E' molto positivo e importante che ci sia collaborazione tra i diversi soggetti interessati in un settore così delicato, come quello del gioco”. Lo sottolinea l'assessore alla salute e politiche sociali della Provincia di Trento, Luca Zeni, in occasione del convegno "Trentino: prima analisi sul gioco. Ipotesi e proposte per una nuova legge”.

Zeni ricorda come “La provincia di Trento ha da sempre puntato alla collaborazione, con una serie di iniziative per limitare il gioco d'azzardo patologico. Non è il divieto assoluto quello che però può risolvere il Gap, ed è stato affermato anche a livello normativo, anche perché sappiamo che l'alternativa è l'illegalità.

Più problematica è sicuramente l'offerta sul Internet e questo ci preoccupa molto, soprattutto per una difficoltà di controllo nell'accesso, molto maggiore rispetto al gioco fisico.

Il punto che mi pare sia emerso in occasione del convegno è quello delle regole. Credo che siano positive le iniziative che tendano a una uniformazione delle discipline, perché avere una normativa a macchina di leopardo non serve né alle amministrazioni né ai cittadini. Credo che un intervento in questo senso sia auspicabile”.

Sul tema della pubblicità ritengo “che possano esserci limiti anche forti e pure il tema degli orari di accensione delle macchine da gioco abbia delle incidenze contro il gioco patologico, dato che è vero esiste la forza dirompente dell'occasione. Quindi, bisogna disciplinare e ridurre la capillarità del gioco. I luoghi dedicati sono sicuramente importanti, perché delimitano”, aggiiunge.

IL TEMA GIURISPRUDENZIALE – Zeni afferma poi: “Siamo consapevoli della delicatezza giuridica del tema e a volte il legislatore si spinge in maniere 'borderline', convinto della sostenibilità di intento della norma più che della sua tenuta giuridica. L'intervento più difficile è maggiore sulle sale esistenti che non su quelle nuove. Cercheremo, dunque, di capire se ci saranno, rispetto alla nostra legge provinciale, delle difficoltà giuridiche e se dovremo fare delle modifiche su un testo che difendiamo nel principio (regolare attraverso le distanze), ma che ci rendiamo conto essere restrittivo e quindi lo monitoreremo su questo aspetto”.

Poi c'è l'aspetto culturale del gioco “che si esplica in diverse misure e che è fondamentale. Negli ultimi due anni abbiamo intercettato quasi diecimila studenti, soprattutto delle scuole secondarie, per impostare le basi della conoscenza che non sono quelle del divieto, ma della responsabilità.
Far capire anche ai giovani che le dipendenze hanno un filo conduttore comune e spesso riscontriamo che sono presenti pluri dipendenze. Sono convinto che qui ci giochiamo il grosso per gestire le diverse situazioni, al di là delle distanze e degli orari.
Continueremo quindi a lavorare a fondo come Provincia per fare formazione e informazione, monitorando l'aspetto giurisprudenziale sul tema delle distanze e degli orari. Regole rigorose, ma anche sostenibili”.  

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