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As.tro all'Anci: 'Sospendere legge Gap Piemonte per tutela gioco lecito'

07 dicembre 2017 - 10:24

As.Tro scrive all'Anci Piemonte per chiederle di sollecitare la giunta regionale a sospendere la legge sul Gap per il varo di una delibera che garantisca tutela gioco lecito.

Scritto da Redazione
As.tro all'Anci: 'Sospendere legge Gap Piemonte per tutela gioco lecito'

 

"Sospendere l'attuazione della legge sul Gap per il tempo strettamente necessario per il varo di una delibera attuativa che garantisca ai Comuni e quindi ai cittadini l'attuazione della legge in conformità a prassi operative uniformi, documentalmente verificabili; la esaustiva disamina della questione relativa allo spostamento/futura insorgenza di luoghi sensibili; la chiara presa di posizione della Regione circa la volontà di garantire o meno una quota di territorio idoneo all'offerta di gioco tramite apparecchi leciti, esplicitando la volontà della Regione di ratificare l'esito proibizionista della regolamentazione rivelatesi espulsiva, ovvero il proposito di riformulare i perimetri restrittivi, in conformità a dichiarati esiti espulsivi  di portata inferiore all'abolizione dell'offerta lecita di apparecchi".

È quanto chiede As.Tro nella nota associativa di posizionamento inviata oggi, 7 dicembre, all'Anci Piemonte per chiedere alla Giunta regionale di emanare una delibera in ordine all’attuazione dell’espulsione del 98 percento dell’offerta di gioco lecito, a mezzo di apparecchi leciti, dalla rete generalista del territorio piemontese, comprendente bar e tabacchi.

Per As.Tro, inoltre, tale delibera attuativa deve garantire "la partecipazione della Regione alle istanze di sostegno sociale che i lavoratori 'espulsi' dovranno, in prima istanza, rivolgere al Comune di residenza per far fronte alle utenze domestiche, affitti, rette scolastiche, in attesa dell'accesso agli ammortizzatori sociali".  
 
Nella nota associativa si dà evidenza di come la legge regionale Piemonte, a differenza di altre normative regionali (es. Lombardia, Emilia Romagna, Marche, ecc…), non abbia previsto una delibera di Giunta volta a formalizzare i dettagli attuativi dei precetti e dei divieti introdotti, non abbia formalizzato una procedura “normata” di mappatura dei luoghi sensibili, provocando un evidente distacco dell’azione amministrativa dai profili di trasparenza ed imparzialità, tanto da “legittimare” (in termini assolutamente dubbi) i Comuni ad affidare ai punti vendita la ricerca e l’individuazione dei luoghi sensibili e la misurazione dei percorsi pedonali più brevi.

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