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Gori: 'Lombardia, estendere legge Gap a tutti i tipi di gioco'

29 gennaio 2018 - 10:22

Giorgio Gori propone di estendere la legge della Lombardia sul Gap a tutti i tipi di gioco mentre David Gentili chiede al Comune di Milano di seguire l'esempio di Bergamo.

Scritto da Daniele Duso
Gori: 'Lombardia, estendere legge Gap a tutti i tipi di gioco'

Milano - "Il Comune di Bergamo ha fatto un lavoro un po' più solido a livello di raccolta dati, un'attività di ricerca di un anno che ha consentito di resistere al contraccolpo dei gestori. Ho scoperto nel 2014 che a Bergamo si giocava molto di più che nel territorio limitrofo. Da lì siamo partiti.

Abbiamo scoperto che l'aumento del gioco è strettamente legato all'aumento dell'offerta e soprattutto abbiamo individuato il fenomeno dell'azzardo passivo, anche nei confronti del quale è necessario estendere la tutela della salute".

Queste le parole con cui Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato alle elezioni regionali per la presidenza della Regione Lombardia con il Pd, interviene alla "Terza edizione degli Stati generali per il contrasto al gioco d'azzardo contro corruzione, illegalità e mafie insieme per la prevenzione e la cura" di Anci Lombardia e Mettiamoci in gioco, in programma oggi, 29 gennaio, a Milano.


"Abbiamo posto delle regolamentazioni e dei divieti. Quanto fatto non cancella ma aiuta. In parte il ricorso dei tabaccai è stato accettato dal Tar, ma per il resto il regolamento è in vigore ed è stato rispettato. Dal 1° luglio 2016 questo regolamento ha prodotto un -27 percento delle Awp e un incremento di altre tipologie di gioco inferiore all'aumento mediamente registrato altrove.
Nel contempo ho lavorato in prima persona all'accordo Stato/Regioni. Sono molto dispiaciuto che il gran lavoro fatto non si sia tradotto nel tavolo tecnico che sarebbe stato necessario per rendere concreto quel testo condiviso", afferma ancora Gori.
 

"In questo regolamento si punta specificamente a tutelare i minori, abbiamo pensato di lasciare ai sindaci il potere di attuare lo stesso che si è fatto a Bergamo anche per i punti gioco già esistenti. Alcuni erano d'accordo. La Regione Lombardia si è battuta per i 500 metri dai luoghi sensibili, ma la ritengo una strada demagogica: il proibizionismo non è la soluzione. Sarebbe solo un regalo alla criminalità. Credo che la Lombardia debba estendere la Legge 8 a tutte le tipologie di gioco, perché su alcuni un sindaco non ha alcun potere, questo dovrebbe essere la regola, possibilmente con un coordinamento condiviso. In Lombardia sono stati giocati 17 miliardi di euro nel 2016, ma le persone venute in contatto con servizi di prevenzione sono state poco più di 2000. Crepet parla di aspetti positivi del gioco, ma io credo, e penso di parlare a nome di tutte le persone che non giocano, che sia un punto di vista sbagliato e riduttivo. La ricerca dell'ottimo credo sia nemica della ricerca del bene, come sta dimostrando la decisione della regione Piemonte, che ha voluto fare di più di quanto deciso in Conferenza Stato/Regioni", conclude il sindaco di Bergamo.

 

GENTILI "MILANO PRENDA ESEMPIO DA BERGAMO" - Netta anche la posizione di David Gentili, consigliere al Comune di Milano. "Considerate le attività di indagine dei dati relative alle dipendenze siamo in ritardo di almeno 15 anni. Erano i primi anni Duemila quando le prime indagini hanno evidenziato l'interesse di alcune famiglie mafiose nella distribuzione del gioco. La commissione Antimafia ha fatto una proposta già nel 2016, cioè che ci sia l'obbligo di una informativa antimafia per tutta la filiera. Il riciclaggio avviene certo soprattutto su eventi virtuali, ma anche su eventi reali. Per questo crediamo sia necessario ridurre la disponibilità di scommettere. Altro tema importante è quello del 'titolare effettivo', che in molti settori ancora non è necessario dichiarare. Partiamo quindi, con la prossima legislazione, da una situazione di empasse. Gli enti locali non possono stare a guardare. Ho già chiesto al sindaco Sala di prendere esempio da Bergamo nel caso il Decreto attuativo tardi ancora ad arrivare. Esempio positivo è quello del comune di Peschiera, che sta attuando un regolamento condiviso tra i comuni limitrofi. Servirebbe poi che le Questure mettessero a disposizione dei Comuni i dati sui gestori e sulle proprietà. Dati essenziali, a mio parere, per poter operare concretamente".

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