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Politiche 2018, Consulta Antiusura ai candidati: 'Nei programmi si parli di gioco'

07 febbraio 2018 - 16:36

La Consulta Nazionale Antiusura scrive ai candidati alle prossime politiche chiedendo di parlare anche di gioco nei loro programmi elettorali.

Scritto da Redazione
Politiche 2018, Consulta Antiusura ai candidati: 'Nei programmi si parli di gioco'

Con una lettera, la Consulta Nazionale Antiusura scrive ai candidati alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo lanciando un invito a occuparsi anche di gioco nei loro programmi.
"La Consulta Nazionale Antiusura - si legge - e il Cartello 'Insieme contro l'Azzardo' si sono opposti con ogni possibile mezzo, stampa, convegni, dibattiti, alla 'Riforma del settore dell’azzardo' approvata il 7 settembre scorso in sede di Conferenza Unificata delle Regioni e degli Enti Locali. Il documento che non si è trasformato anche per motivi costituzionali in decreto legge non avrebbe apportato al sistema nazionale alcuna riduzione del consumo di azzardo che è una delle principali cause intercettata dalle Fondazioni Antiusura del sovrindebitamento di tante famiglie italiane. Anche la legge di bilancio non ha previsto alcuna sostanziale inversione di tendenza".

Si ricorda inoltre che la Consulta nazionale Antiusura e il Cartello hanno spiegato, "anche tecnicamente dal punto di vista delle politiche economiche, che non è possibile una ripresa economica con milioni di persone in insolvenza cronica, in crisi da sovrindebitamento, sulla soglia dell’usura, in usura. Sono necessari interventi pubblici di accompagnamento e assistenza per le famiglie sovrindebitate, la diffusione capillare dell’azzardo non frena ma amplifica il fenomeno dell’indebitamento". La Consulta, congiuntamente al Cartello, chiedono dunque "un impegno preciso e pubblico affinché inserisca nel suo programma elettorale proposte rivolte a segnare una decisa e netta inversione di rotta a sostegno delle persone e delle famiglie che in questi anni di crisi hanno perso non solo la casa ma anche la speranza di uscire dall'emarginazione economica ed esistenziale che i debiti infliggono".

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