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Gioco nei tribunali, Comuni di Cesena e Macerata sulle barricate

08 maggio 2018 - 08:58

Dopo i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato contro i loro limiti al gioco i Comuni di Macerata e di Cesena promettono la linea dura.

Scritto da Fm
Gioco nei tribunali, Comuni di Cesena e Macerata sulle barricate

 

Dopo le ordinanze sindacali, puntuali, arrivano i ricorsi nei tribunali amministrativi. Ma arrivano anche le ferme prese di posizione dei Comuni, decisi a non arretrare di fronte alle istanze degli operatori del gioco, che chiedono limiti meno stringenti.
È il caso delle amministrazioni di Macerata, che ha ridotto il funzionamento degli apparecchi dal 20 aprile, e di Cesena, che ha regolamentato la materia nel dicembre del 2016, ed ha appena incassato il placet del Consiglio di Stato.

MACERATA ALLA PROVA DEL TAR - Per quanto riguarda la cittadina marchigiana, le misure per arginare la diffusione del Gap stabilite dal sindaco Romano Carancini saranno sottoposte all’esame del Tar Marche, ma la Giunta non intende retrocedere e ha affidato ad un legale il compito di rappresentare le sue ragioni di fronte ai giudici amministrativi.
Come si legge un una nota del Comune, "il provvedimento del sindaco Carancini si inserisce nelle facoltà previste dalla legge regionale n. 3/2017 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network'. Anche il Consiglio comunale si era espresso all’unanimità con un ordine del giorno in merito al goco d’azzardo e ludopatia, auspicando la disciplina dell’orario di gioco e la valorizzazione di locali No slot".
L’ordinanza, entrata in vigore il 20 aprile, "è frutto di un percorso di ascolto dei portatori d’interesse come commercianti, rappresentanti dei consumatori, dipartimenti medici e sociali. Dispone, inoltre, che gli apparecchi di intrattenimento e svago siano spenti nelle ore di non funzionamento e che il titolare dei locali è tenuto ad osservare le nuove disposizioni esponendo l’orario e in luogo ben visibile informazioni che mettano in guardia sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincita in denaro, in caso contrario sono previste multe da 2.000 a 12.000 euro", conclude la nota.
 
 
CESENA "SDOGANATA" DAL CONSIGLIO DI STATO - Il Consiglio di Stato ha invece riconosciuto la "bontà" delle scelte del Comune di Cesena e respinto l’istanza presentata da alcuni esercenti contro il provvedimento di limitazione dei tempi di funzionamento di slot machine, videolottery, ecc., varato dall’Amministrazione nel dicembre del 2016.
"Questo pronunciamento ci riempie di soddisfazione, non solo perché ha, di fatto, rigettato il ricorso, contro il quale il Comune si era costituito, riconoscendo in buona sostanza la validità del provvedimento, ma soprattutto perché, nella sua ordinanza, il Consiglio di Stato rileva che nella comparazione dei contrapposti interessi coinvolti nella vicenda appare prevalente quello dell’amministrazione pubblica ad attivare tutti gli strumenti potenzialmente idonei a contrastare i fenomeni di ludopatia”, dicono dal Comune.
"Questa considerazione, da sola, basta a farci ribadire l’impegno che abbiamo assunto da tempo, anche su sollecitazione del Consiglio comunale, per combattere il gioco d’azzardo patologico, nella consapevolezza degli enormi problemi e della sofferenza che esso provoca a quanti cadono in questa forma dipendenza e alle loro famiglie.
Il nostro obiettivo – come abbiamo più volte ripetuto in questi anni – è di individuare gli strumenti più adeguati per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini e in particolare dei soggetti più vulnerabili. E tutti i provvedimenti presi in questi anni – dalla limitazione degli orari al regolamento sulle distanze dai luoghi sensibili, in linea con le indicazioni impartite dalla Regione – sono stati dettati dalla volontà di tutelare specialmente i giovani, come ad esempio gli studenti che magari frequentano locali dotati di slot prima dell’ingresso a scuola, e in questo modo, purtroppo, rischiano di prendere l’abitudine a giocare diventandone, quasi inconsapevolmente, vittime.
Crediamo che la difesa della salute e del benessere dei cittadini sia un valore molto più rilevante di qualsiasi altra cosa, e la considerazione espressa dal Consiglio di Stato ci conferma sulla validità della nostra posizione. Andremo, quindi, avanti sulla strada tracciata con tutti i provvedimenti già annunciati".
 

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