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Guerreschi (Siipac): 'Prevenzione e cura Gap, servono politiche solide'

11 luglio 2018 - 16:15

Per il presidente del Siipac, il divieto di pubblicità è il primo passo di un lungo cammino. Serve prevenzione e consapevolezza.

Scritto da Redazione
Guerreschi (Siipac): 'Prevenzione e cura Gap, servono politiche solide'

Il divieto di pubblicità relativa a giochi d’azzardo e scommesse contenuto nel “decreto dignità” "rappresenta senz’altro un primo passo concreto verso la prevenzione del gioco d’azzardo patologico". Lo sottolinea Cesare Guerreschi del Siipac (Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive).

"Non dobbiamo però accontentarci: è un segnale importante che va nella giusta direzione, ma solo un piccolo passo nel lungo cammino della prevenzione.
La pubblicità ha sdoganato il gioco d’azzardo presso il grande pubblico, esponendo al rischio di cadere nel gioco patologico nuovi settori della popolazione, compresi quelli più indifesi quali giovani e giocatori già in cura per dipendenza da gioco. Proprio per questo è importante contenere lo strapotere della pubblicità, ma anche rafforzare una cultura diffusa del gioco sano e responsabile".

Secondo l'associazione "è però fondamentale diffondere la conoscenza del rischio di sviluppare un comportamento patologico, dei campanelli d’allarme da tenere sotto controllo e dei canali a cui chiedere un aiuto o un consiglio in caso di bisogno.
La prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico necessitano di politiche solide e di lungo respiro: è responsabilità della politica radicare nelle varie articolazioni dello Stato (ministeri, enti locali, Asl, scuole, ecc.) una cultura della prevenzione che faciliti la promozione di azioni concrete a tutti i livelli. Sarebbero ad esempio opportune iniziative di sensibilizzazione e formazione rivolte a tutte le realtà coinvolte: politici e amministratori, ma anche educatori, operatori sanitari pubblici e privati, lavoratori impiegati nell’industria del gioco.
Il ministro Di Maio ha dichiarato recentemente la propria disponibilità ad aprire un tavolo di confronto, coinvolgendo le lobby del settore ma anche le realtà che da tempo combattono la piaga del gioco d’azzardo patologico. Noi come Società Italiana Intervento Patologie Compulsive plaudiamo a tale iniziativa e ci rendiamo da subito disponibili ad affiancare il ministro presso questo tavolo di confronto, mettendo a disposizione del Paese la nostra esperienza pluridecennale per dare il nostro contributo su un temi cruciali quali il gioco patologico e la regolamentazione del mercato.
Non si può però pretendere di delegare ogni sforzo solamente alle istituzioni: molte iniziative possono e devono partire dalla società civile. Se la pubblicità diffusa ha ‘normalizzato’ il gioco, va ‘normalizzata’ anche la cultura della prevenzione del gioco patologico, con iniziative altrettanto capillari, che coinvolgano tutte le realtà in modo efficace e – perché no? – anche creativo".

Ma Guerreschi non dimentica l'esistenza di una industria. "L’industria del gioco d’azzardo non è il male assoluto: è un sano divertimento per milioni di italiani, dà lavoro a più di 230.000 persone, versa nelle casse dello Stato nove miliardi di euro l’anno. Il problema è il gioco patologico, che va prevenuto e curato con ogni mezzo. Viene naturale fare un’analogia con l’industria vitivinicola italiana: in sé è un’eccellenza del nostro Paese, ciò che va prevenuto e curato è l’abuso di alcolici.
L’industria siderurgica è pure una ricchezza per il Paese ma necessita di filtri, depuratori e controlli costanti per non diventare controproducente. Così anche l’industria del gioco d’azzardo ha bisogno di filtri, depuratori e controlli per essere una vera ricchezza per il Paese e un sano divertimento per tanti concittadini".

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