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Valle Aosta, Cpel: 'Niente slot nei bar e nei locali pubblici'

27 novembre 2018 - 16:13

Il Consiglio permanente degli enti locali della Valle d'Aosta supporta proposta di legge regionale per vietare installazione di slot nei bar e nei locali pubblici.

Scritto da Redazione
Valle Aosta, Cpel: 'Niente slot nei bar e nei locali pubblici'

Le misure normative di contenimento e di contrasto all’azzardopatia, previste da due distinte proposte di legge regionale (la n. 11, Modifica dei termini per l'applicazione delle misure di prevenzione e di contrasto alla dipendenza dal gioco d'azzardo di cui all'articolo 4, commi 1 e 2, della legge regionale 15 giugno 2015, n. 14 (Disposizioni in materia di prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico. Modificazioni alla legge regionale 29 marzo 2010, n. 11 (Politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza)”, e la n. 12 “Divieto di apertura di spazi per il gioco d'azzardo sul territorio regionale”), sono state oggi, martedì 27 novembre, al centro del dibattito dell’assemblea del Consiglio permanente degli enti locali (Cpel)

 

 

Presentando le proposte legislative, il presidente Franco Manes, richiamando quanto convenuto dalla Consulta Agricoltura, sicurezza, salute e sanità pubblica, ha evidenziato: “La diffusione del gioco d’azzardo sul territorio regionale è diventata una vera e propria emergenza sociale e preoccupa i sindaci, per le conseguenze che può avere sulla salute delle persone e la tenuta delle famiglie. Da parte nostra, attraverso il Celva è stato messo a disposizione per tutti i Comuni valdostani un regolamento tipo su sale e spazi per il gioco, ma riteniamo che misure normative, più stringenti di quelle attuali, siano necessarie per questa piaga sociale”. 
 

Per questo motivo, l’assemblea ha condiviso la finalità della proposta di legge regionale n. 11 di anticipare di circa due anni, per gli spazi per il gioco, e di circa cinque anni, per le sale da gioco, il termine entro il quale i proprietari o gestori di sale da gioco e di spazi per il gioco dovranno adeguarsi alle disposizioni di cui all’articolo 4 della legge 15 del 2015; il dettato normativo prevede infatti che, sul territorio regionale, sia vietata l’attività delle sale da gioco in un raggio di 500 metri da istituti scolastici e strutture culturali e sociali. 
 

Al tempo stesso, i rappresentanti degli enti locali hanno convenuto che le misure previste dalla proposta di legge n.11 non siano sufficienti. “Solo una norma più incisiva, che consenta il gioco d'azzardo ai locali destinati in via esclusiva a tale attività e che vieti la diffusione di apparecchiature elettroniche da gioco all'interno dei bar e altri esercizi commerciali, può essere pienamente efficace”, ha sottolineato Manes. All’unanimità, è stata così deciso di astenersi dall’espressione di un parere in merito. 
 

Coerentemente a tale osservazione, l’assemblea ha invece espresso, all’unanimità, parere favorevole nei confronti della proposta di legge regionale n. 12, che prevede una proibizione totale alla presenza di apparecchiature elettroniche da gioco all'interno dei bar e di altri esercizi commerciali, consentendo il gioco d'azzardo ai soli locali destinati in via esclusiva a tale attività. “Abbiamo anche voluto fare delle proposte per integrare il testo, con l’auspicio che il legislatore, su questa tematica sociale e sanitaria così delicata, ponga delle regole definite e applicate da tutti”, ha affermato Franco Manes. 
 
 
Le proposte del Cpel prevedono, in primo luogo, di disciplinare le modalità di accesso alle sale da gioco, definendo delle procedure di controllo in grado di impedire l’accesso dei minori; in secondo luogo, di promuovere azioni utili a contrastare il gioco d’azzardo patologico, introducendo, per i giocatori cronici o per i loro familiari, la possibilità di inoltrare una “richiesta di inibizione” alle sale da gioco; infine, i rappresentanti degli enti locali hanno concordato di anticipare, al 1° gennaio 2020, il divieto dell’attività delle sale da gioco in un raggio di 500 metri da istituti scolastici e strutture culturali e sociali.
 

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