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Friuli, Ussai (M5S): 'Legge sul gioco ancora inattuata dai Comuni'

05 dicembre 2018 - 08:24

Andrea Ussai (M5S) e Diego Bernardis (Lega) puntano il dito contro i ritardi nell'applicazione della legge del Friuli sul gioco in gran parte dei comuni.

Scritto da Redazione
Friuli, Ussai (M5S): 'Legge sul gioco ancora inattuata dai Comuni'

"La legge regionale di contrasto al gioco d'azzardo, che nel 2017 il Movimento 5 Stelle ha contribuito a migliorare, resta ancora inapplicata nella maggior parte dei Comuni del Friuli Venezia Giulia e la maggioranza, rifiutandosi di sostenere la nostra mozione, ha di fatto tolto la maschera e dimostrato che preferisce mantenere lo stato attuale delle cose con uno Stato biscazziere che penalizza i cittadini e l'economia reale della nostra Regione".

 

 

È amaro il commento del consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Ussai, dopo aver ritirato nel consiglio regionale di ieri, 4 dicembre, la mozione presentata all'Aula sull'istituzione di un tavolo di confronto con gli esercenti per monitorare e accompagnare l'applicazione della legge regionale "per l'impossibilità di condividere con il centrodestra le proposte di buon senso su un tema così importante, che erano arrivate da tutta l'opposizione. 
 
 
"Con la legge regionale 26/2017, promulgata su impulso del Movimento 5 stelle - ricorda il consigliere - si sono introdotte importanti novità migliorative rispetto alla normativa del 2014. Tra le più rilevanti, sono stati aggiunti luoghi sensibili quali ad esempio scuole, banche e stazioni ferroviarie; si è previsto l'obbligo di adeguamento alla distanza dai luoghi sensibili anche per le attività già in corso, il divieto di pubblicità relativa all'apertura o all'esercizio di sale da gioco e sale scommesse, il divieto di oscurare le vetrine dei locali e si sono bloccati i contributi della Regione per gli esercizi che decidono di continuare a guadagnare dalle slot machine, incentivando invece chi decide di disinstallare gli apparecchi introducendo contributi e una riduzione della tassazione regionale". 
 
 
"Nonostante la lotta alla dipendenza sia improba, anche a causa dell'aumento del gioco online, l'applicazione di queste norme potrebbe davvero essere di vitale importanza per aiutare i cittadini entrati nella spirale dell'azzardo. I Comuni però stanno facendo davvero troppo poco - accusa Ussai - e la maggior parte degli esercenti hanno una posizione attendista e sperano di poter beneficiare di proroghe come accaduto in molte altre Regioni (Liguria, Abruzzo, Puglia, etc.), e questo nonostante la legge parli chiaro e imponga alle sale da gioco-sale scommesse e alle altre attività di spostarsi a più di 500 metri dai luoghi sensibili entro il 2020 e 2022 per le sole sale scommesse, consentendo ai nostri Comuni di diventare slot free. La dipendenza dal gioco d'azzardo è in costante aumento, anche in Friuli Venezia Giulia. Le stime parlano di circa il 3 percento di giocatori problematici e di circa l'1,5 percento di giocatori patologici, con una forbice tra i 6.000 e i 27.000 cittadini di questa regione. Nel 2017, le persone in carico dai servizi sanitari per problemi legati all'azzardo patologico sono state 502 (erano 406 nel 2015). Questa è evidentemente solo la punta dell'iceberg, perché la stragrande maggioranza non riesce a essere intercettata dai servizi loro dedicati".
 
 
Il pentastellato lamenta, quindi, la decisione dei gruppi di maggioranza di respingere "la richiesta di impegnare la Giunta a un serrato confronto con gli esercenti per accompagnare l'applicazione della legge, sia per quanto riguarda i divieti ma anche gli incentivi e gli sgravi fiscali previsti per riconvertire le sale che ospitano gli apparecchi per il gioco lecito, e hanno cercando di sostituire l'impegno con un più morbido 'proseguire le attività programmate'. Il Consiglio regionale ha perso un'occasione per riaffermare con forza il principio che la tutela della salute viene prima della tutela della libera concorrenza, nutrendo così le speranze di chi continua a guadagnare sulla pelle dei cittadini. Peccato, soprattutto perché i dati parlano chiaro: in Piemonte, ad esempio, dove non sono state concesse proroghe, a due anni dall'approvazione della legge regionale sul contrasto al gioco d'azzardo patologico, il volume di gioco si è ridotto del 17 percento, passando da 5,1 miliardi di euro nel 2016 a una stima di 4,6 miliardi nel 2018".
 
 
"Da parte nostra - assicura Ussai- andremo avanti in una battaglia per la salute dei cittadini di questa regione e per contrastare un'economia malata che contribuisce alla lacerazione del tessuto sociale".
 
 
BERNARDIS (LEGA): “LIMITARE IL GIOCO” - Nonostante la mozione del M5S sia stata ritirata dal proponente Ussai, per ridiscuterla in futuro in una versione più completa, il consigliere della Lega Diego Bernardis afferma: "reputo fondamentale che un luogo adibito al dibatto qual è l'Aula del Consiglio regionale si esprima su temi importanti come quello del contrasto al gioco d'azzardo patologico. Oggigiorno la cronaca racconta di un fenomeno in espansione, che danneggia la salute umana, famiglie e interi patrimoni familiari e, come rappresentante politico, ritengo doveroso prendere una posizione in materia. Bisogna stabilire dei paletti e dei limiti alla diffusione delle macchinette per il gioco lecito in modo da ridurre drasticamente le occasioni di entrare in contatto con le slot e di essere incentivati al gioco d'azzardo, soprattutto per le persone che hanno sviluppato una dipendenza dal gioco o che sono più a rischio di svilupparla. In tal senso - aggiunge Bernardis - occorre far sapere agli esercenti che esistono degli strumenti che possono supportarli in un processo virtuoso e di 'deslottizzazione', quindi ben vengano attività che pubblicizzino gli incentivi e gli sgravi fiscali previsti dalla legge per incentivare alla riconversione delle sale da slot al fine di promuovere e sviluppare un'idea di economia virtuosa e che arricchisca il nostro territorio invece di depauperarlo di risorse economiche ed umane.
Infine - conclude l'esponente leghista - come si è capito, l'obiettivo non è quello di colpire i commercianti, bensì quello di proteggere e tutelare i soggetti più deboli e più a rischio di sviluppare dipendenza da gioco d'azzardo. Ben vengano quindi iniziative come quella recentemente intrapresa dal Comune di Gorizia che prevede una stretta sull'installazione di nuove macchinette per il gioco lecito sul territorio comunale a meno di 500 metri da scuole, chiese, banche, sportelli bancomat ecc.".
 

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