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Scommesse, la rabbia degli operatori sull'aumento della tassazione

20 dicembre 2018 - 10:42

Ughi (Obiettivo 2016) e Palmieri (Sicon) commentano la manovra che prevede l'imposta sul margine che sale al 20 percento sulla rete fisica.

Scritto da Roberta Falasca
Scommesse, la rabbia degli operatori sull'aumento della tassazione

Fra le novità della bozza di testo della Manovra inserite dal Governo, oltre all'aumento del Preu sugli apparecchi da gioco ci sono modifiche anche alla tassazione delle scommesse, con l'imposta sul margine che sale al 20 percento sulla rete fisica (escluse le scommesse ippiche).

Su questo tema Gioco News ha sentito Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016 e Raffaele Palmieri, presidente del Sicon, sindacato dei concessionari scommesse.

“Prima il Governo critica il settore del gioco - spiega Ughi - e poi ci mette le mani per aumentare la tassazione. Se il Governo da una parte vuole aumentare la tassazione per aumentare gli introiti e nello tesso tempo per scoraggiare i giocatori, non dovrebbe essere così sicuro di fare cassa, altrimenti il suo obiettivo di dissuadere il cliente non viene centrato.
 
Con l'aumento della tassazione delle scommesse, il risultato che lo Stato raggiungerà sarà quello che il cliente per giocare si rivolgerà a comparti non autorizzati e si farà un salto indietro nel tempo, a quando il gioco in Italia non era legalizzato.
 
Il Governo per risolvere il problema del gioco d'azzardo patologico non dovrebbe aumentare le tasse ma predisporre delle misure mirate al problema. Il gioco in assoluto non fa male, fa male solo a chi ne abusa. Come qualsiasi cosa del resto".
 
“Sono anni che il settore gioco sta vivendo una grossa crisi”. Parla Raffaele Palmieri, presidente del Sicon, sindacato dei concessionari scommesse. “Certamente questa nuova fase politica non ha aiutato il settore del gioco a riemergere, a rialzarsi ma anzi ha dimostrato, ancora una volta, come il comparto, che peraltro genera un importante gettito erariale, debba essere discriminato e soprattutto martoriato. Inoltre, il settore è soffocato da norme locali e a mio parere il Governo dovrebbe regolarlo a livello nazionale, senza dimenticare che questo mercato è legale e controllato”.

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