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Brivio (Anci Lombardia): 'Gap, legge per tutelare autonomia sindaci'

09 aprile 2019 - 15:08

Al convegno della Consulta antiusura a Torino il presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, evidenzia ruolo dei sindaci nella lotta al Gap.

Scritto da Redazione
Brivio (Anci Lombardia): 'Gap, legge per tutelare autonomia sindaci'

“In Lombardia il gioco d’azzardo patologico rappresenta una vera e propria emergenza sociale, siamo infatti la regione italiana con la spesa pro capite più alta destinata all’azzardo. Un triste primato che ci spinge a chiedere con grande determinazione, accanto alla regolamentazione regionale, una legge quadro nazionale che salvaguardi l’autonomia dei sindaci”.  

 

Lo ha affermato il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Lecco Virginio Brivio durante il suo intervento in occasione del convegno organizzato dalla Consulta nazionale antiusura onlus, dal titolo “Azzardo. Fra legislazione nazionale, regionale e regolamentazione degli Enti locali’ per affrontare il tema del gioco d’azzardo patologico (Gap) che si è tenuto oggi, 9 aprile, a Torino al Sermig - Arsenale della Pace.

 

“I sindaci – ha detto Brivio – sono i primi responsabili della salute pubblica, ecco perché chiediamo un loro maggiore coinvolgimento nell’attuazione dei piani regionali a contrasto al Gap e nell’individuazione di regole nazionali che possano riordinare il comparto. Chiediamo, inoltre, che l’azione dei sindaci possa essere salvaguardata e potenziata attraverso una più stretta collaborazione con forze dell’ordine, commissione parlamentare Antimafia e Terzo settore al fine di condividere misure di contrasto all’illegalità”. 
 
 
“Anci Lombardia – ha aggiunto il presidente Brivio - è impegnata nella lotta e prevenzione al gioco d’azzardo patologico. Dallo scorso gennaio, partecipiamo ai lavori del tavolo del coordinamento nazionale sul gioco d’azzardo di Anci dove tutti i sindaci si sono detti favorevoli all’avvio di un lavoro che consenta ai rappresentanti dei comuni di prendere parte, attivamente, al processo di riordino del settore.
Anche a livello regionale il nostro impegno non si è mai arrestato. Poco più di un anno fa, abbiamo ospitato la III edizione degli Stati generali del gioco d’azzardo il cui tema centrale era proprio la lotta alla corruzione, all’illegalità e alle mafie, la prevenzione e la cura. Un’occasione importante per confrontarci con istituzioni e con chi si occupa di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo e portare anche l’esperienza del Comune di Lecco, che amministro, che negli ultimi anni ha messo in campo misure restrittive nei confronti di attività legate al Gap, giudicate positive anche dai tribunali: come la lontananza da luoghi considerati sensibili (scuole, parrocchie), i limiti agli orari di apertura o i progetti di sensibilizzazione e prevenzione con la campagna 'Non giochiamoci il futuro' che ha visto Lecco ente capofila con tutti i Comuni della provincia”.
 
 
Non solo Lecco, il Presidente Brivio ha parlato anche delle esperienze messe in campo da altri Comuni come Bergamo, Pavia, Milano o Mantova “divenute modello per le altre città lombarde”.
Nel 2015, Anci Lombardia e il coordinamento lombardo della campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” hanno siglato un protocollo per portare venti poche e chiare richieste: l’approvazione di una norma che preveda il divieto assoluto di pubblicità dell'azzardo in ogni sua forma; il riconoscimento di poteri regolamentari dei Comuni anche per il gioco; un’effettiva riduzione dell’offerta del gioco d’azzardo; lotta all’azione delle mafie nel gioco. 
 
CONSULTA ANTIUSURA E DECRETO DIGNITA' - L'evento torinese, evidenziano da parte loro gli organizzatori, è stata l'occasione per le Fondazioni Antiusura dell'Italia settentrionale, riunite nella Consulta Nazionale Antiusura, per affrontare il tema dell'azzardo a tutto campo con i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, dal quale sono emerse delle proposte di intervento che mirano a una progressiva, reale recessione dal danno sistemico alla società e alla persona al fine di una decisa riduzione sia dell’offerta e sia del consumo. Secondo la Fondazione, "con riferimento alla pubblicità e al suo divieto integrale, l’Autorità garante delle Comunicazioni deve indicare procedure prescrittive che valgano a rendere effettiva l’inibizione di ogni forma di spot, richiami, sollecitazioni commerciali. In attesa dell'entrata completa in vigore delle norme contro la pubblicità e le sponsorizzazioni per il gioco d'azzardo, dal primo gennaio 2019 e dal primo luglio 2019, si adottino provvedimenti amministrativi per tutelare la salute, nella comunicazione con i cittadini. Si anticipino le norme di trasparenza più stringenti che interessano chi acquista tagliandi di lotterie e altre forme di azzardo. Con riferimento agli spot per scommettere durante gli eventi sportivi – con evidente esposizione del messaggio a tutti, compresi i minori – l’inibizione sia fatta valere anche nelle more dell’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Dignità".
 
Inoltre, "sulla dislocazione dei punti di accesso all’offerta di gioco d’azzardo va adottata la coerente tripartizione istituzionale delle competenze normative: alla Regione va attribuita la competenza sulle regole fondamentali della selezione dei luoghi meno impattanti, in analogia con la funzione che questo livello dello Stato esercita nella pianificazione e nella programmazione territoriale; ai Comuni e alle città metropolitane va ribadita la potestà deliberativa di appositi piani regolatori che si fondino sulle variabili specifiche della morfologia dei distinti territori municipali con una visione integrale comprendente i diversi aspetti amministrativi coinvolti: edilizia, sociale, sicurezza; allo Stato spetta l’obbligo di ridurre le quantità di punti di contatto dell’offerta di gioco d’azzardo e delle tipologie nelle regioni al fine di procedere al progressivo ridimensionamento dell’esposizione del Paese a un’attività comunque impattante; allo Stato, laddove si verifichi l’assenza di atti della regione e degli enti locali spetta di esercitare i poteri sostitutivi secondo il principio di sussidiarietà contenuto nel Titolo V della Costituzione".
 
La Fondazione dice inoltre no alle moratorie: "Nessuna moratoria venga posta all’entrata in vigore delle leggi regionali già approvate; non è ricevibile la motivazione che si rinvia ad una normativa nazionale organica che disciplini tutta la materia" E "in caso di delega legislativa per la "riforma" dell’ordinamento si specifichino i termini e i principi inderogabili da richiamare negli articolati, senza alcun pregiudizio dei valori protetti dall’ordinamento".

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