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Linee guida Agcom, Sbordoni: 'Lavoro intenso e ancora in corso'

30 aprile 2019 - 09:28

Secondo il legale Stefano Sbordoni le linee guida Agcom richiedono ulteriori approfondimenti e non salvano dal contenzioso.

Scritto da Ac
Linee guida Agcom, Sbordoni: 'Lavoro intenso e ancora in corso'

 

All'indomani della pubblicazione delle Linee guida da parte dell'Autorità garante delle comunicazioni che interpretano il divieto di pubblicità di gioco disposto dal decreto Dignità, l'industria del gioco pubblico è in fase di studio per capire le possibilità che rimangono aperte alle società del comparto per proporsi all'esterno e informare la propria clientela. A commentare a GiocoNews.it le disposizioni di Agcom è il legale esperto di gaming, Stefano Sbordoni che spiega: "Sicuramente il compito di Agcom era arduo ed è stato affrontato con professionalità e dedizione, che risultano evidenti dalla stesura", spiega il legale. "Ma il lavoro sul divieto di pubblicità non si è certo concluso per una materia che rappresenta un work in progress".

Secondo Sbordoni "vanno ancora chiariti molti aspetti, com'era inevitabile, ma quanto meno non traspare un approccio negativo che è quello invece che è sembrato motivare la norma di origine".

LE CRITICITA' NON RISOLTE - Tra i punti che rimangono critici, dopo una prima lettura delle Linee guida: le promozioni e il marketing del gioco e la riconoscibilità dei siti di gioco, intesa anche come possibilità di individuazione di un sito web. Oltre al nodo dei casinò. "Fermo restando il divieto che continua ad essere vigente - spiega ancora il legale - deve essere consentito di distinguere tra gli operatori per evitare un totale appiattimento", in riferimento alle attività di indicizzazione e posizionamento dei siti internet sui motori di ricerca, espressamente citati nelle indicazioni di Agcom ma in maniera non troppo dettagliata o, almeno, non al punto da specificare chiaramente le possibilità di azione per gli addetti ai lavori.
Nonostante le linee guida fornite dall'autorità, quindi, continua ad essere alto il rischio di un contenzioso tra l'industria e lo Stato, anche sulla pubblicità: "Sicuramente c'è da attendersi un'azione legale da parte degli operatori che potrà scaturire inevitabilmente dall'adozione delle prime sanzioni da parte dell'autorità", commenta il legale. "Ciò è dovuto non certo a una carenza delle indicazioni di Agcom ma all'eccesso di censura della norma primaria che provoca comunque squilibri a un'attività di impresa, al di là di qualunque interpretazione normativa".

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