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Legge gioco Piemonte, faccia a faccia tra Chiamparino e Cirio

17 maggio 2019 - 08:34

Intervista doppia di GiocoNews ai principali candidati alla carica di governatore del Piemonte, posizioni opposte in merito alla legge sul gioco in vista della scadenza del 20 maggio.

Scritto da Fm
Legge gioco Piemonte, faccia a faccia tra Chiamparino e Cirio

Dal 20 maggio il comparto del gioco in Piemonte rischia il licenziamento di migliaia di addetti, a causa dell'entrata in vigore del distanziometro previsto dalla legge regionale anche per gli apparecchi di sale gioco, scommesse e bingo. Uno scenario drammatico su cui abbiamo chiesto una presa di posizione ai principali candidati alla carica di governatore in vista delle elezioni del 26 maggio - Sergio Chiamparino e Alberto Cirio - nell'ambito di uno speciale pubblicato sul numero di maggio della rivista cartacea Gioco News (consultabile online a questo link).

 

"La legge votata all’unanimità dal consiglio regionale ha come scopo il contrasto della ludopatia. A sollecitarla, oltre alle forze politiche di tutti gli schieramenti, sono stati anche gli operatori sanitari, dato che i dipartimenti contro le dipendenze curano ogni giorno centinaia di pazienti affetti dai danni del gioco compulsivo. È un fenomeno dalle implicazioni serissime, che arriva a distruggere la vita delle persone e che ha costi sociali e sanitari molto alti", rimarca Sergio Chiamparino, governatore uscente del Piemonte e di nuovo in lizza con il Partito democratico.
 
 
"Il provvedimento ha ridotto il rischio di esposizione al gioco d’azzardo, contenendo in modo significativo i volumi, ma soprattutto, le perdite legate al gioco. Se si analizzano i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, in Piemonte si osserva una riduzione di 503 milioni del gioco fisico nel 2018 rispetto al 2016. Il Piemonte è l’unica regione con un consistente calo del gioco fisico e un aumento del gioco online inferiore rispetto alle altre regioni, e comunque non in grado di compensare la riduzione del gioco fisico. Inoltre, le perdite dei giocatori piemontesi si sono ridotte del 17 percento, passando da 1 miliardo e 250 milioni nel 2016 a una stima di un miliardo e 30 milioni nel 2018, con un calo di circa 220 milioni in due anni. Anche se gli effetti sulla riduzione del Gap dovranno essere necessariamente valutati in un arco temporale più ampio, analizzando la prevalenza dei soggetti problematici, i primi risultati indicano una generale riduzione del rischio di esposizione al gioco, che era proprio una delle finalità della legge", afferma ancora Chiamparino.
 
 
"Per quanto riguarda invece l’effetto del provvedimento sull’occupazione del settore, monitorato con grande attenzione dall’assessorato al Lavoro, dai dati del Sistema informativo lavoro del Piemonte non emerge finora un calo significativo di occupati. Il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta negativo, in particolare, nel biennio 2016-2017, quando i lavoratori del comparto sono diminuiti di una sessantina di unità per anno, una riduzione che tuttavia non può essere ricondotta agli effetti della legge regionale. Nel 2018, invece, l’andamento occupazionale è persino migliorato, con un incremento delle assunzioni, rispetto al 2017, pari a un centinaio di unità, un parallelo incremento delle cessazioni per 60 unità e un saldo occupazionale solo leggermente negativo (-13 unità). Non ci sono quindi scostamenti significativi rispetto all’andamento generale del mercato del lavoro in Piemonte, ma è evidente che terremo sotto controllo il fenomeno, in particolare dopo il 20 maggio per verificare gli ulteriori effetti della legge e individuare strumenti a tutela dell’occupazione. Anche per verificare l'efficacia sulla ludopatia, abbiamo commissionato al Consiglio nazionale delle ricerche uno studio attraverso un questionario che in 80 comuni piemontesi raggiungerà oltre 30mila residenti tra i 18 e gli 80 anni. Un campione che sarà di grande aiuto per tarare la legge e le eventuali modifiche che si rendessero necessarie", conclude.
 
 
Di tutt'altro avviso il principale sfidante di Chiamparino, Alberto Cirio, deputato al Parlamento Europeo e candidato alla presidenza della Regione Piemonte per il centrodestra.
"La legge regionale attualmente in vigore ha una serie di criticità che abbiamo da sempre segnalato e che andranno approfondite. A cominciare dal fatto che non è sufficientemente forte sul tema della prevenzione e dell’educazione, tema a me molto caro. Sono stato il primo, da assessore regionale anni fa (all'Istruzione, dal 2010 al 2014, Ndr), a sostenere un progetto per portare il tema delle ludopatie nelle scuole e farne comprendere i meccanismi psicologici. Un progetto che ha coinvolto migliaia di giovani su tutto il territorio e che è un peccato che la Regione Piemonte non abbia continuato a promuovere".
 
 
"Io credo che serva educare, non proibire. E che più che una nuova legge regionale serva, invece, una legge nazionale che preveda regole uguali per tutti e che così impedisca le peregrinazioni tra regioni e regioni, o tra comuni e comuni, alla ricerca di norme più permissive. In più, lasciare ai singoli sindaci la scelta degli orari è folle, perché chi vuole continuare a giocare dovrà solo spostarsi dopo una certa ora nel comune accanto", osserva l'esponente di Forza Italia.
 
 
"Una legge che trovi un punto di equilibrio tra la giusta necessità di mettere delle regole precise al gioco, ma non abbia un impianto proibizionista, quanto invece educativo. Il proibizionismo ha fallito ovunque. Pensiamo solo al caso dell’alcol. Ciò che serve è educare e prevenire, unitamente al garantire fondi adeguati al sistema sanitario pubblico per intervenire e fornire giusta assistenza", conclude lo sfidante di Chiamparino.
 
 

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