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Pubblicità giochi e 'ban': le colpe dell’industria e l’esempio del Regno Unito

20 giugno 2019 - 10:36

Il garante delle comunicazioni pubblicitarie Uk accoglie denunce contro William Hill, Betfair, Dunder e LottoGo: tutto il mondo è paese? Non proprio: c’è chi vieta e chi regola.

Scritto da Redazione
Pubblicità giochi e 'ban': le colpe dell’industria e l’esempio del Regno Unito

L'Autorità degli standard pubblicitari del Regno Unito (Asa) continua a darsi da fare nel settore del gioco d’azzardo, intervenendo contro le società di gaming che utilizzano campagne pubblicitarie ingannevoli o ritenute troppo “aggressive”.

L’ultima azione coinvolge direttamente ben quattro operatori: William Hill, Betfair, Dunder e LottoGo i quali, secondo l’Autorità, non avrebbero adottato misure adeguate per impedire ai bambini di vedere i propri annunci quando sono apparsi nell'app “Looney Tunes World of Mayhem” a partire dallo scorso febbraio.
 
Secondo quanto rilevato dall’Authority, l'app ha dato ai giocatori l'opportunità di guadagnare "gemme" da utilizzare nel gioco visualizzando annunci o eseguendo attività specifiche indotte dalle pubblicità.
 
L'Asa ha stabilito che gli annunci non devono essere riutilizzati senza un targeting specifico che consenta di ridurre al minimo la probabilità di essere esposti a minori di 18 anni. Azione che, a quanto pare, non era stata fatto nei quattro casi specifici contestati ai rispettivi committenti.
 
UN TEMA TRASVERSALE - In Regno Unito, come in altri paesi europei e del mondo, negli ultimi mesi si è alimentata una particolare attenzione nei confronti della pubblicità del gioco con vincita in denaro anche in seguito a varie campagne e movimenti di protesta sorti per contrastare il dilagare delle patologie legate al gioco.
 
Costringendo governo e istituzioni ad intervenire ponendo un freno alle attività promozionali. Proprio come avvenuto anche in Italia. Ma con una differenza piuttosto significativa. Mentre nel nostro paese il governo ha optato per un vero e proprio diktat, introducendo un divieto totale di ogni forma di pubblicità e comunicazione del gioco (salvo poi essere ridimensionato dall’Autorità Garante delle Comunicazione, che ha dovuto renderlo applicabile, concreto e compatibile con le altre leggi nazionali ed europee), in Regno Unito nessuno si è sognato di adottare un percorso di questo genere, adottando, semmai, nuove regole e criteri qualitativi e quantitativi da adottare per le promozioni di gioco. Il caso delle quattro recenti contestazioni ne è una prova evidente, ma non l’unica.
 
ITALIA VIETA, UK REGOLA - I punti in comune tra i due paesi, che si possono peraltro riscontrare anche in altre realtà, riguardano semmai le cause che hanno generato il problema e il “conflitto”: ovvero, gli eccessi scatenati dall’industria che ha occupato ogni spazio pubblicitario utilizzando ogni tipologia di comunicazione per promuovere le proprie attività, caratterizzando una specie di invasione totale che alla fine ha fatto esplodere il vado e perdere la pazienza a più di un soggetto.
 
Le conseguenze, poi, sono più legate ai singoli contesti politici, sociali e culturali: e mentre il Regno Unito controlla e regolamenta – coerentemente con le politiche adottate negli ultimi decenni – l’Italia vieta, senza neppure preoccuparsi della reale e concreta applicabilità di tali restrizioni, né tanto meno degli effetti non solo su questa stessa industria, ma anche su quelle collegate, come il mondo dello sport, della cultura o dell’editoria.
 
IL FOCUS A LUGLIO – Sul tema della pubblicità dei giochi e sulle restrizioni adottate nei vari paesi, Italia in testa, si concentrerà anche la prossima edizione della kermesse iGBLive! di Amsterdam - in programma dal 16 al 19 luglio 2019, presso il centro espositivo Rai della capitale olandese – attraverso un panel, promosso da GiocoNews.it e dal suo editore (Gn Media) dedicato al cosiddetto “Adv Ban”, come lo chiamano all’estero.
 
Provando a spiegare (e a capire) quali sono gli effetti concreti di questa nuova legge italiana, e quali le possibilità che rimangono gli operatori, in seguito alla pubblicazione delle Linee guida di AgCom e all’indomani dello “switch-off” generale che, come noto, avverrà dal prossimo 13 luglio. Ovvero, pochi giorni prima dell’evento. Il panel si svolgerà giovedì 18 luglio alle 14 all’interno del ciclo di conferenze di IGBLive HQ.

 

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