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Veneto, sì del Consiglio a nuova legge sul Gap: distanziometro differenziato

03 settembre 2019 - 16:01

 Il consiglio regionale del Veneto approva la nuova legge sul contrasto al gioco patologico: previsto un distanziometro differenziato.

Scritto da Redazione
Veneto, sì del Consiglio a nuova legge sul Gap: distanziometro differenziato

Con 31 voti favorevoli, 5 contrari e 7 astenuti, il consiglio regionale del Veneto ha approvato, nella sua seduta di oggi 3 settembre, il disegno di legge recante “Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico”.

I CONTENUTI DELLA LEGGE - “Il Progetto di legge approvato oggi dal Consiglio regionale consente al Veneto di dotarsi di una legge che, finalmente, affronta e combatte il complesso fenomeno che passa sotto il nome di ‘ludopatia’, ed offre allo stesso tempo una disciplina a un determinato settore economico”. Sono le affermazioni del consigliere regionale Riccardo Barbisan (Lega Nord), primo firmatario del Pdl n. 85, testo confluito nel disegno di legge approvato oggi dall’Assemblea legislativa che contiene la normativa sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico di cui lo stesso consigliere Barbisan è stato relatore in Aula.

 

IL COINVOLGIMENTO DELLE ULSS - “La nuova legge  - spiega Barbisan - prevede che vengano coinvolte direttamente le Ulss che erogheranno prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione del gioco d'azzardo patologico, assicurando, inoltre, consulenza e sostegno alle famiglie dei giocatori.
 
 
IL SUPPORTO AI COMUNI - “Il provvedimento, inoltre, mira a supportare chi si trova in prima linea ossia le amministrazioni locali - sottolinea Barbisan - nella tutela delle fasce più deboli dei cittadini offrendo un quadro normativo di prevenzione, contrasto e riduzione del gioco d'azzardo e nelle problematiche azzardo¿correlate, mettendo in campo azioni a carattere sanitario e sociale, ma anche nell’ambito della sicurezza, del decoro urbano, della viabilità, della quiete pubblica e dell’inquinamento acustico.
 
 
IL DISTANZIOMETRO DIFFERENZIATO - Fondamentale la questione delle distanze: è vietata la collocazione dì apparecchi per il gioco nei locali in ragione della distanza dai luoghi di aggregazione come servizi per la prima infanzia, istituti scolastici, luoghi di culto, distinguendo tra centri con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, per i quali la distanza è di 300 metri, dai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, per i quali la distanza è di 500 metri”.
 
 
LE NORME SULL'IRAP - “Di grande rilevanza anche la previsione normativa in materia di Irap - osserva in conclusione Riccardo Barbisan - perché, se da un lato il provvedimento non poteva colpire indiscriminatamente una categoria economica che si è trovata ad agire fino ad oggi secondo le regole, dall’altro  lato la nuova legge dispone la massima maggiorazione dell’aliquota Irap per gli esercizi nei quali si è scelto di installare gli apparecchi per il gioco d'azzardo. Una legge che colma un vuoto, quindi, e che intende affrontare in maniera realistica un fenomeno, le patologie legate al gioco d’azzardo, che rappresenta un’autentica piaga sociale”. 
 
 
LA SODDISFAZIONE DELL'ASSESSORE LANZARIN - Una legge di riordino, che fa chiarezza e mette dei paletti, stabilendo distanze minime, orari di apertura, aumento di tassazione e sanzioni, al fine di contrastare la piaga della ludopatia. Per l’assessore regionale alla sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, il testo approvato oggi dal Consiglio regionale del Veneto, sintesi di quattro diverse proposte depositate negli anni, rappresenta un risultato importante e significativo. “Il miglior risultato possibile – sottolinea l’assessore – nell’attuale contesto legislativo nazionale, che nessun governo, né presente né passato, ha avuto il coraggio di riformare in un’ottica di dissuasione e di contrasto”. “La legge veneta approvata oggi dall’aula di palazzo Ferro-Fini – prosegue l’assessore - è un provvedimento restrittivo, voluto e appoggiato dalla Giunta, per far ordine tra le diverse norme regionali adottate dal 2015 in poi e per dare certezza agli enti locali che, con ordinanze proprie, hanno adottato ordinanze e regolamenti su distanze e orari. Con la nuova legge, sta stabiliscono distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, orari di apertura (che la Giunta fisserà per fasce uguali su tutto il territorio veneto per evitare migrazioni tra una zona e l’altra), aumento massimo dell’aliquota Irap e sanzioni fino a 6 mila euro: così si fa finalmente chiarezza e si introducono criteri di omogeneità per tutto il territorio regionale”. “Si tratta di una legge fortemente restrittiva- sottolinea l’assessore – visto che innalza l’aliquota Irap per gli esercenti che installano apparecchiature da gioco al valore massimo possibile previsto: lo 0,92 per cento rispetto allo 0,20 previsto dall’articolo 20 del collegato del 2015 alla legge di stabilità. Una scelta chiara, che va nella direzione di utilizzare tutti gli elementi che possono essere lecitamente utilizzati come deterrenti”. “Ci sono, però – aggiunge Lanzarin - dei diritti acquisiti e quindi abbiamo ritenuto di dover mettere in protezione la legge da eventuali contenziosi, stabilendo che le nuove norme di applicano alla nuova programmazione e non all’esistente. Come tutti sanno, una legge non può essere retroattiva”. “Agli strumenti di dissuasione e di controllo – conclude l’assessore – continueranno ad affiancarsi quelli di prevenzione e cura: la Regione Veneto, per parte sua, integra con oltre 1,2 milioni di euro di risorse proprie i 4 milioni del fondo sanitario nazionale erogato con i Lea per finanziare l’attività di prevenzione, cura e recupero dei Servizi per le dipendenze e, con il piano regionale per il gioco patologico, sta sperimentando alcuni percorsi sperimentali, residenziali, semiresidenziali e di auto-aiuto, in collaborazione con le associazioni di volontariato e le comunità locali”. 
 
LE CRITICHE DEL M5S - Nel corso della lunga discussione che ha preceduto il votfavorevole, non sono mancate le prese di posizioni contrarie. "La ludopatia è una piaga che va prevenuta, senza compromessi. Tante famiglie venete vengono segnate nel profondo, non solo a livello economico, ma anche nei rapporti. Per questo abbiamo annunciato il voto contrario al disegno di legge regionale in materia di contrasto all’abnorme diffusione del gioco d’azzardo, un disegno di legge che consideriamo troppo poco incisivo”. Sono le parole della consigliera regionale Erika Baldin, che è intervenuta in Aula in rappresentanza del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. “La nuova disciplina - precisa Baldin - prevede misure come la distanza minima dei locali che installano le slot machine da luoghi sensibili quali scuole e ospedali, oltre che da fonti di approvvigionamento di denaro come le banche e i 'compro oro', ma solo per le sale gioco di nuova istituzione. Tutte quelle già esistenti godranno di deroghe che renderanno, di fatto, senza alcun limite la loro attività. Inoltre per tutti i locali in cui vengono installate slot machine la legge voluta dalla maggioranza è troppo permissiva in fatto di orari, prevedendo solo 6 ore di spegnimento delle slot machine e di chiusura delle sale gioco adducendo, a nostro avviso in maniera non motivata, un accordo a livello nazionale”. “Un emendamento da noi presentato - ricorda Erika Baldin - fissava in almeno 10 ore la sospensione quotidiana, ma è stato respinto così come quello con il quale chiedevamo venisse data libertà ai comuni nell'estendere autonomamente gli orari di spegnimento qualora sussistessero ragioni di maggiore tutela dei cittadini. La maggioranza che governa la regione finge di voler contrastare la piaga del gioco d'azzardo, ma in realtà, di fatto, sembra voler garantire i lauti guadagni di chi lo gestisce. Non ci sono compromessi che tengano, di fronte alla serenità delle famiglie venete”.
 
L'ASTENSIONE DEL PD - “La dipendenza dal gioco d’azzardo è un problema drammatico di cui non ci si rende conto a sufficienza: solo in Veneto vengono spesi sei miliardi di euro l’anno e i ludopatici sono circa 32mila, di cui appena 3.500 in carico alle Ulss. Questo testo riordina una serie di provvedimenti e ci sono aspetti molto positivi, ma doveva essere più incisivo sul versante della prevenzione, inserendo maggiori vincoli, visto che avevamo già una legge di contrasto al gioco patologico”. Così Claudio Sinigaglia,  a nome del Partito Democratico, commenta l’astensione del gruppo al Disegno di legge ‘Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico’ di cui era relatore di minoranza.  “Dopo che il testo era stato approvato in Quinta commissione senza voti contrari, la Giunta ha fatto una frenata con gli emendamenti. Tra le novità introdotte, e su cui siamo favorevoli, la maggiorazione dell’Irap, più 0,9 percento per gli esercizi che hanno slot e macchinette varie, che sono ormai la quasi totalità, le sanzioni e le distanze dai luoghi sensibili. Ci sono però due punti su cui dovevamo avere più coraggio: nello specifico la possibilità del Consiglio regionale di intervenire sull’esistente, considerando che in Veneto e Trentino Alto Adige ci sono, per esempio, 5075 tabaccherie ordinarie e 525 speciali, 146 negozi ippica, 428 punti, 506 punti giochi per le scommesse sportive e oltre tremila ricevitorie. Anche per quanto riguarda la norma finanziaria, la Regione non mette niente di proprio ma solo quello che riceve dallo Stato. Spiace poi che sia stata bocciata la proposta di vincolare le sanzioni al Piano dipendenze che è all’interno del Piano di zona, come accade in Piemonte, per ‘finalizzarlo’, mentre siamo soddisfatti per l’inserimento della clausola valutativa della nuova legge, con una relazione annuale sul monitoraggio degli obiettivi. Alla fine dei conti è però troppo poco per esprimere un voto favorevole”.
 
COORDINAMENTO VENETO 2020: "CAMBIO DI ROTTA CHE RAMMARICA" - “Può la Regione approvare una legge efficace per il contrasto all'azzardo? Pensavamo di sì, speravamo di sì. Ma dopo mesi di lavoro positivo della Quinta commissione, il cambio di rotta della maggioranza ci rammarica enormemente: impedisce la tutela delle persone più vulnerabili, rinunciando a limitare le distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili”. Questo è il commento dei consiglieri regionali del Coordinamento Veneto 2020, Cristina Guarda (Civica per il Veneto), Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) e Patrizia Bartelle (Italia in Comune) che in una nota aggiungono: “Le slot e le sale da gioco vicino a scuole, chiese, oratori, case di riposo, ospedali, ci rimarranno e continueranno ad essere un enorme rischio di invito all'azzardo. L'esperienza del consiglio regionale piemontese ci ha testimoniato che agire sugli esercizi esistenti sia possibile, nel rispetto delle priorità sociali espresse dall'articolo 41 della costituzione. I dati lo confermano anche nei fatti, con un'incredibile diminuzione del 10 percento delle giocate. Una chiara testimonianza di come una legge regionale possa essere efficace specialmente se si fanno scelte politiche coraggiose e determinate per la tutela di famiglie e cittadini. Non possiamo accettare quindi che il Veneto, Regione con un altissimo rischio di azzardopatie, si pieghi di fronte alle lobby dell'azzardo come avvenuto in questa votazione”.
 
 
 

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