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Governo: si può fare, arriva l'ok dalla base 5 Stelle (stavolta) senza l'azzardo

03 settembre 2019 - 16:54

I militanti a 5 Stelle hanno votato in favore del nascente governo con il Pd (79,3 percento) per un programma dove, stavolta, non si parla di gioco. Almeno per ora.

Scritto da Ac
Governo: si può fare, arriva l'ok dalla base 5 Stelle (stavolta) senza l'azzardo

Il nuovo governo tra Pd e Movimento 5 Stelle si può fare. A dare il via libera definitivo è la base, cioè il popolo grillino. Almeno in teoria, visto che il voto elettronico avvenuto attraverso la famigerata piattaforma Rousseau, riservato ad alcune decine di migliaia dei militanti, sembra essere contrario rispetto a quello che dicono i sondaggi in cui a esprimere la propria preferenza sono i cittadini, quindi gli elettori del Movimento. Ma tant'è. E nonostante il palese conflitto tra militanti ed elettori, la continuano a chiamare democrazia, sbandierando ai quattro venti anche lo “straordinario risultato” in termini di “affluenza virtuale”. Come se si trattasse del futuro di un cantante su un talent show, invece di quello di un intero paese e della sua economia. Ma queste è la politica ai tempi dei social network, e non si doveva certo arrivare a questo punto per capirlo. Ma il verdetto è chiaro, con gli oltre 73mila votanti che hanno detto “si” nel 79,3 percento dei casi.

Sta di fatto, quindi, che al di là della forma, la sostanza è che il governo tra democratici e grillini può essere celebrato. A breve il premier incaricato Giuseppe Conte salirà al Quirinale e scioglierà la riserva dando il via definitivo al suo secondo mandato alla presidenza del consiglio. Il suo compito principale, come anticipato, sarà quello di sintetizzare le due (diverse) posizioni in una linea comune e all'insegna della novità (visto che il termine “cambiamento” non è più spendibile). Una prima novità che interessa particolarmente gli addetti ai lavori del gioco pubblico, intanto, è che nel documento sintetizzato nelle ultime ore e sottoposto al vaglio dei militanti grillini, indicato come una base di lavoro nelle mani del premier, è scomparsa la voce relativa al “contrasto al gioco d'azzardo” che era stata invece infilata dalla “manina” di Luigi Di Maio, o chi per lui, tra i precedenti venti punti, poi rimangiati dal Movimento.
Per un sospiro di sollievo generale, all'interno dell'industria, dopo un anno e mezzo di autentica tribolazione, dovuta al precedente Esecutivo, di cui continuano tuttavia a pagarne le conseguenze: anche se stavolta, almeno, con una speranza di vero cambiamento (pardon, di novità).
Adesso, per il comparto del gioco, non resta che affidarsi alla parte “rossa” della nuova maggioranza, auspicando se non altro in un minimo dialogo, che è mancato completamente con il precedente governo: nonostante i dem non si siano certo rivelati “vicini” a questo settore (anzi) nelle precedenti legislature, ma hanno comunque sempre tenuta aperta la porta a qualunque industria o rappresentanza di categoria, giochi compresi. Prima di tornare a respirare completamente, tuttavia, bisognerà attendere le nomine dei ministri, quindi subito dopo quelle dei sottosegretari con le attribuzioni delle rispettive deleghe. Con la speranza generale, nel comparto, che il Mef prima e il gioco poi, possano essere a guida Pd o Leu. Altrimenti, non ci sarebbe più tanto da giocare.

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