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Camera, Pini: 'Contro il Gap servono prevenzione e diagnosi precoce'

24 ottobre 2019 - 08:01

Ieri mercoledì 23 ottobre alla Camera la deputata del Pd Pini ha presentato una proposta di testo unificato su iniziative contro il Gap.

Scritto da Redazione
Camera, Pini: 'Contro il Gap servono prevenzione e diagnosi precoce'

Nella giornata di ieri mercoledì 23 ottobre, alla 12esima commissione Affari sociali della Camera, la deputata del Pd Giuditta Pini ha presentato la proposta di testo unificato delle risoluzioni (insieme a Francesca Troiano M5S e Maria Teresa Bellucci FdI) sulle iniziative volte a garantire l’effettiva tutela della salute mentale, in particolare sul Gap.

“La Società italiana di psichiatria (Sip) – si legge nel testo - durante la Giornata della salute mentale del 10 ottobre 2018, ha evidenziato che già da tempo i giovani in tutto il mondo, anche se in maniera e con percentuali diverse sono diventati bersaglio della depressione, con un incremento dei casi del 20 per cento in dieci anni. La Sip evidenzia che sono circa 200 mila i giovani tra i 12 e i 25 anni che soffrono di disagi vari e che circa il 10 per cento di essi (secondo dati rilevati dall’Istat) si dichiara insoddisfatto della propria vita, delle relazioni sia con gli amici che con la propria famiglia e anche della propria salute; in ragione della sempre maggior difficoltà emotiva dei giovani, negli ultimi anni si stanno approfondendo le ricerche sui disturbi legati all’ansia e alla depressione, sui disturbi alimentari (abulimia e anoressia), sui disturbi pervasivi dello sviluppo, sulle dipendenze da sostanze, da gioco d’azzardo patologico, e su nuove forme di dipendenza tra cui quelle dipendenze tecnologiche.
 
In questi casi, la prevenzione e la diagnosi precoce  - spiega la deputata Pini - sono strumenti che possono, più di tutti, contrastare l’insorgere di malattie psichiche e contrastarne lo sviluppo e la degenerazione, in particolare nelle primissime fasi della vita, quando il soggetto inizia a formare la propria personalità, e durante l’adolescenza, che rappresenta un periodo di particolare fragilità e cambiamento. In ragione di ciò, la funzione dell’assistenza psicologica potrebbe risultare di grande utilità se inserita all’interno delle strutture scolastiche, ove, salvo rare eccezioni, vivono la propria quotidianità la totalità di giovani e giovanissimi consentendo così interventi mirati a prevenire e correggere disturbi psichici durante le fasi più delicate della crescita”.
 
La commissione Affari sociali impegna, dunque, il Governo “ad adottare iniziative volte a supportare le persone affette da problemi di salute mentale al fine di rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei loro confronti, promuovendone l’esercizio attivo dei diritti costituzionali e delle libertà fondamentali, anche mediante campagne nazionali di comunicazione coordinate dal Ministero della salute, nonché, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e ad implementare il Piano nazionale per la salute mentale sulla base delle risultanze del lavoro svolto dal Tavolo di lavoro tecnico sulla salute mentale, istituito presso il Ministero della salute, anche includendo interventi, azioni e strategie finalizzati alla promozione della salute mentale, alla prevenzione e alla diagnosi precoce del disagio e dei disturbi mentali. Ad aggiornare, al fine di garantire l’effettiva tutela della salute mentale quale componente essenziale del diritto alla salute, i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, privilegiando percorsi di cura individuali in una prospettiva di presa in carico della persona nel complesso dei suoi bisogni, per una piena inclusione sociale secondo i princìpi della « recovery » e sulla base di un processo partecipato. Ad adottare le iniziative di competenza per verificare il rispetto della normativa in materia di trattamento sanitario obbligatorio, in modo tale che vi sia uniformità di applicazione di questo istituto nei riguardi delle persone con disturbo mentale. Adadottare iniziative per assicurare, in collaborazione con le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito della programmazione e dell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali, la risposta ai bisogni di cura, di salute e di integrazione sociale attraverso un approccio multisettoriale e intersettoriale, al fine di favorire l’inclusione nelle attività del territorio, promuovendo l’uso del budget di salute come strumento di integrazione sociosanitaria, a sostegno dei progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati nei confronti di coloro che si trovino in condizioni di disabilità fisica o psichica tale da rendere necessari gli interventi sociosanitari integrati previsti all’articolo 3-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502".
 
La 12esima commissione impegna il Governo a "mettere in campo iniziative concrete volte a far fronte alle drammatiche differenze nell’accesso alle cure e ai servizi forniti dai dipartimenti di salute mentale nelle varie regioni, a tal fine prevedendo l’inclusione di un set di indicatori specifici nei principali strumenti di valutazione del Servizio sanitario nazionale, attraverso i quali monitorare l’impegno delle regioni nel superamento delle eventuali disuguaglianze evidenziate. Ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a incrementare, sul territorio nazionale, l’attività dei consultori familiari, potenziandone gli interventi sociali a favore delle famiglie, promuovendone il ruolo nell’integrazione sociosanitaria e nell’assistenza psicologica alle famiglie, con particolare riferimento al sostegno delle responsabilità genitoriali, alla presenza di disabilità o di patologie gravi, alla protezione dei minori con l’intervento anche di figure professionali adeguate, come ad esempio gli psicologi della salute, nonché potenziando azioni di ascolto e di aiuto alle persone con disagio o disturbo mentale e alle loro famiglie, attraverso l’istituzione di percorsi o reti di ascolto, anche domiciliare. Ad adottare le iniziative di competenza volte ad assicurare gli interventi di monitoraggio, indirizzo e supporto per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla legge 30 maggio 2014, n. 81, in raccordo con il Comitato paritetico interistituzionale di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, con particolare riferimento alla presa in carico delle persone dimesse da parte dei dipartimenti di salute mentale delle regioni di residenza, all’accoglienza e all’assistenza dei soggetti presso le Rems e all’assistenza dei destinatari di misure di sicurezza in condizioni di infermità psichica. Ad assumere iniziative di competenza per lo stanziamento di adeguate risorse volte a promuovere politiche inerenti l’inserimento lavorativo e la reale inclusione sociale e abitativa delle persone affette da disturbi della salute mentale, in quanto elementi fondanti di percorsi tecnico-riabilitativi e di aiuto e sostegno alle famiglie. Ad assumere iniziative di competenza, anche attraverso lo stanziamento di adeguate risorse, volte alla formazione e all’aggiornamento del personale sanitario, sociosanitario ed educativo, al fine di metterlo in grado di affrontare le nuove problematiche inerenti la salute mentale, anche alla luce delle nuove conoscenze scientifiche in materia. Ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a definire percorsi di prevenzione, cura e presa in carico specifici ad accesso facilitato secondo i principi di tempestività e di integrazione funzionale tre le diverse équipe, prediligendo interventi meno invasivi per gli adolescenti e i giovani adulti che presentano disturbi psichici o del comportamento o significativi livelli di rischio”.

IL DDL CRISI AZIENDALI - Intanto, la Camera si appresta a esaminare il Ddl sulla risoluzione delle crisi aziendali, che è stato approvato ieri 23 ottobre dal Senato. Sul testo il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia, ed è stato dunque precluso l'emendamento del senatore Cangini (Fi) che chiedeva nuovi fondi al gioco e che era stato già respinto in commissione

 

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