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Gioco d'azzardo e case popolari, scoppia la polemica in Umbria

17 gennaio 2020 - 11:58

Botta e risposta tra consiglieri regionali FdI e l'assessore al Sociale del Comune di Narni del Pd su case popolari e reati collegati al gioco d'azzardo.

Scritto da Redazione
Gioco d'azzardo e case popolari, scoppia la polemica in Umbria

"Non potranno avere case popolari coloro che sono stati condannati per reati legati a droga, prostituzione e gioco d’azzardo o contro l’ordine pubblico".

Questo è quanto si legge nella proposta di legge presentata dai consiglieri regionali dell'Umbria di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace (capogruppo e presidente Terza commissione) e Marco Squarta presidente assemblea legislativa) in merito alla Modifica della legge regionale ‘23/2003’ sull’edilizia residenziale pubblica introducendo criteri di residenza in Umbria per l’ottenimento degli alloggi e parametri meritocratici per il loro mantenimento, anche attraverso una "Carta a punti". "Evitare discriminazioni al contrario - continua Fratelli d'Italia - e fornire risposte alle famiglie più fragili. Accertare che gli assegnatari non abbiamo commesso reati gravi e non possiedano alte immobili, in Italia o all’estero”.
 
Se la consigliera Eleonora Pace aveva parlato di “una Legislatura rivoluzionaria, nella quale va realizzato il cambiamento che avevamo promesso e se è ora di ridisegnare il quadro normativo regionale con sette importanti interventi che riguardano i criteri di assegnazione e le condizioni per mantenere l’alloggio pubblico, l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Narni, Silvia Tiberti (Pd) esprime qualche perplessità.
 
“Prendo atto - spiega Tiberti - della dichiarata disponibilità della consigliera regionale di Fratelli d’Italia Eleonora Pace a valutare ulteriori proposte di modifica in riferimento al disegno di legge sulle case popolari ed intendo condividere il mio punto di vista con alcune riflessioni. Condivido pienamente la volontà di evitare discriminazioni, ritenendo di non aver avuto notizia alcuna fino ad oggi e condivido pienamente la volontà di fornire risposte ai più fragili, essendo questo in linea con il welfare abitativo messo in campo dall’attuale legge regionale dal 2003 di riordino in materia di edilizia residenziale sociale, con lo scopo di promuovere politiche abitative ed assicurare il diritto all’abitazione per le famiglie meno abbienti.
 
Parto da una riflessione sui soggetti deboli che sono a mio avviso, anziani, persone malate, bambini, persone con disabilità, senza fissa dimora, famiglie a basso reddito con figli minori, gli immigrati e rifugiati richiedenti asilo, chi non ha la disponibilità economica per vivere e chi subisce violenza. Ma soggetti deboli sono anche le persone esposte all’esclusione, all’emarginazione, sono quelli destinati a far parte di una minoranza.
 
Dico questo perché all’interno del target di popolazione particolarmente debole e svantaggiata ci sono anche le persone con problematiche legate alla dipendenza da sostanze legali ed illegali e ci sono anche persone sottoposte ad esecuzione penale ed ex detenute. Non dobbiamo escludere questa fascia di popolazione perché non solo rientra nella specifico come vulnerabile ma perché verrebbe meno la certezza del diritto al pari degli altri, perché dopo aver scontato la pena siamo tutti uguali con gli stessi diritti.
 
Tengo a precisare, fra le varie condanne per le quali non è possibile ricevere una casa popolare, leggo anche il gioco d’azzardo, mi permetto di consigliare una riflessione su questo e non considerarlo un reato perché purtroppo il gioco d’azzardo ha sviluppato una dipendenza molto importante in Umbria, una realtà sempre più spesso patologica, dove è possibile essere trattato nei servizi specialistici e dove noi come Comuni abbiamo già attivato importanti campagne di prevenzione".

 

 

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