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Provincia Trento, Segnana: 'Valuteremo modifica della legge sul gioco'

21 gennaio 2020 - 10:32

Dopo l'audizione di Sapar in commissione, l'assessore alla Salute della Provincia di Trento, Stefania Segnana, apre a confronto sulla modifica della legge sul gioco.

Scritto da Fm
Provincia Trento, Segnana: 'Valuteremo modifica della legge sul gioco'

Nonostante le richieste della minoranza, potrebbe cambiare la normativa sul gioco in vigore nella provincia di Trento.

La possibilità è emersa dopo l'audizione in commissione Sanità dell'associazione Sapar, anticipata a Gioconews.it da Claudio Cia, assessore del Trentino Alto Adige e consigliere della Provincia di Trento e tenutasi ieri, 20 gennaio.

 

L’ipotesi di una eventuale revisione della legge anche sulla base dei dati aggiornati al 2019 che la Provincia metterà a disposizione, è emersa dalle dichiarazioni dell’assessore alla Salute e al welfare Stefania Segnana: "Su questo settore la Provincia dispone di dati online aggiornati al giugno 2019 che metterà a disposizione dei commissari. Sarebbe corretto che dopo questa audizione se ne prevedessero altre per un'analisi e un confronto più ampi sul tema, magari anche dedicando all’argomento una commissione ad hoc. Puntare molto sulle distanze dalle scuole è un deterrente ma non basta, per cui la politica dovrà puntare anche ad altre forme di tutela", ha rimarcato l'assessore, che ha proposto un apposito incontro con i consiglieri sul tema.
 
 
Tale dichiarazione è arrivata dopo un lungo dibattito, fra i rappresentanti del'associazione Sapar, che in un documento (consultabile in allegato) hanno spiegato le ragioni degli operatori della categoria ed invitato la Provincia a riprendere in mano la normativa da cui si ritengono ingiustamente penalizzati, e i consiglieri presenti.
Ecco, di seguito, gli interventi.
 
 
DISTANTE: "SBAGLIATO PENALIZZARE UNA SOLA CATEGORIA" - Il presidente nazionale di Sapar, Domenico Distante, si legge in una nota del consiglio provinciale, "ha chiarito subito che la volontà dell'associazione è di collaborare con le pubbliche istituzioni come la Provincia e le forze dell’ordine nella lotta agli apparecchi da gioco illegali come i 'totem', che non solo esercitano una concorrenza sleale ma sono gestiti dalla criminalità organizzata.
Distante ha tuttavia aggiunto che Sapar, pur condividendo la necessità di contrastare la ludopatia, deve anche tutelare le imprese che chiuderebbero i battenti se entro l’agosto di quest’anno, come prescrive la legge provinciale, dovessero privarsi di apparecchi da gioco che sono invece legali.
Per Distante la normativa è sbagliata perché colpisce solo una tipologia di gioco, le slot machine, mentre vari studi dimostrano che a causare la ludopatia oggi sono il gioco online, il Gratta e vinci, 10 e Lotto, Superenalotto e altri giochi simili, molto più aggressivi.
Inoltre, secondo il presidente di Sapar, a causa del distanziometro le imprese dotate di slot e apparecchi leciti e certificati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che costituiscono circa l’85 percento tra sale e pubblici esercizi nel Trentino, sarebbero costrette a chiudere con gravi conseguenze dal punto di vista occupazionale anche per l’indotto.
Ancora – ha ricordato Distante – l’esperienza di altre regioni d’Italia come il Piemonte ha dimostrato che l’introduzione del distanziometro ha ridotto il gioco legale ma ha favorito quello illegale gestito dalla criminalità organizzata.
Stando ai dati del Sapar, nel solo Trentino a seguito dell’entrata in vigore della legge provinciale del 2015, il numero degli apparecchi da gioco si è già quasi dimezzato, passando dai 4.330 di fine 2016 ai 2.814 del 30 aprile 2018.
Anche la Corte dei Conti nel luglio 2019, citata nel documento distribuito dal Sapar ai consiglieri, ha segnalato che le normative locali sulle distanze determinano la migrazione dei giocatori verso forme di gioco illegale. Il presidente dell’associazione gestori ha quindi sottolineato il dovere del Sapar di difendere le imprese che hanno investito e agiscono alla luce del sole, perché possano continuare ad esistere e far lavorare i dipendenti. E ha ricordato che entro il febbraio 2019 il settore dei giochi doveva essere riordinato da una legge nazionale che poi, però, non ha più visto la luce. L'auspicio è comunque che si arrivi ad una disciplina nazionale del comparto. Intanto, ha aggiunto Distante, la Regione Puglia ha fatto marcia indietro rispetto alla linea ostile alle sale gioco legali dopo che la Procura ha evidenziato la crescita correlata del gioco illegale.
Ancora, il presidente di Sapar ha evidenziato che già oggi il gioco è vietato ai minori di 18 anni e non ha quindi senso prevedere l’eliminazione degli macchinette nei locali che si trovano a meno di 300 metri da scuole dell’infanzia, elementari e medie.
Il presidente dell’associazione ha concluso evidenziando che il Sapar chiede alla Provincia di salvaguardare almeno le sale gioco esistenti attraverso il ripensamento della legge del 2015. Questo anche perché oggi i ragazzini trovano i giochi sul telefonino e molto probabilmente fra 5-10 anni le slot non esisteranno più perché tutti useranno il cellulare".
 
 
MORANDUZZO: "SALE GIOCHI PIÙ PERICOLOSE DEI PICCOLI LOCALI" - Devid Moranduzzo della Lega, si è espresso contro il gioco d’azzardo "praticato non tanto nei piccoli locali, nei tabacchini e nei pubblici esercizi molti dei quali chiuderebbero senza le macchinette, ma nelle sale gioco aperte fino a notte fonda dove c’è chi in poche ore perde tutto lo stipendio. Così vi sono famiglie che non arrivano a fine mese. A suo avviso nelle sale gioco i controlli sono assenti".
 
 
DALZOCCHIO: "SERVONO PIÙ CONTROLLI" - Mara Dalzocchio della Lega ha rilevato che "i problemi sanitari legati al gioco sono un tema entrato da anni nell'agenda politica sia a livello nazionale che in campo locale.
Vi sono molte imprese che hanno investito in questo settore e che reclamano giustamente il diritto a continuare a svolgere la loro attività del tutto legale".
Dalzocchio ha indicato nell’effettuazione di maggiori controlli e nell’utilizzo della tessera sanitaria "i possibili deterrenti per preservare le sale da gioco legali e colpire le attività illegali.
In ogni caso il problema è la spesa sociale e sanitaria che sta aumentando a causa delle ludopatie e dalle famiglie distrutte da questo fenomeno".
 
 
ZENI: "RISCHIO RICORSI CONTRO NORME PROVINCIALI" - Luca Zeni del Partito democratico ha osservato che "la questione è più di natura giuridica e per questo anche la Provincia ha legiferato a sostegno della prevenzione per combattere la piaga della ludopatia favorita, secondo le associazioni che se ne occupano, più dagli apparecchi nei piccoli locali come bar e tabacchini che dalle sale gioco".
Il rischio secondo Zeni è che "contro l’attuazione in Trentino del distanziometro previsto dalla legge provinciale i gestori dei locali presentino un ricorso a fronte del quale venga riconosciuta l’illegittimità costituzionale di questa norma con la conseguente richiesta di un risarcimento danni alla Provincia".
 
 
COPPOLA: "I GESTORI AVEVANO 5 ANNI PER ADEGUARSI" - Lucia Coppola di Futura ha ribadito che "l'obiettivo istituzionale della Provincia è la tutela dei cittadini anche se vi sono sale gioco che svolgono la loro attività in modo legale. Il problema riguarda chi perde il controllo sulla propria vita a causa di questa dipendenza.
Nel 2018 in provincia di Trento sono stati spesi 532 milioni di euro per il gioco d'azzardo e la cifra è andata poi aumentando.
Nel solo Comune di Trento sono stati spesi 179 milioni di euro. La ludopatia ha quindi costi sociali e sanitari elevatissimi e con la legge la Provincia tenta di arginare il fenomeno".
A difesa della legge provinciale Coppola ha aggiunto che "i gestori dei locali interessati avevano 5 anni per adeguarsi alla norma sulle distanze e ora non si sa se un eventuale rinvio dell’attuazione avrebbe effetti positivi". La consigliera ha concluso ricordando "l’obbligo della Giunta di relazionare sullo stato di attuazione della legge provinciale anche per la parte riguardante la formazione degli operatori e il numero dei partecipanti".
 
 
MARINI: "QUALI INVESTIMENTI PER LA TESSERA SANITARIA" - Alex Marini (Movimento 5 Stelle), che nelle scorse settimane ha cercato di evitare con ogni mezzo l'incontro fra il consiglio e Sapar (presentando anche un question time), ha chiesto quali accordi abbia preso l'associazione "con il ministero della Salute per ridimensionare il danno sociale derivante dal gioco d'azzardo".
Quanto al decreto Dignità che, ha ricordato Marini, prevede l'accesso mediante tessera sanitaria alle macchine da gioco, il consigliere ha chiesto "quali investimenti abbiano compiuto le imprese del settore per assicurare la piena attuazione di questa misura e con quali costi".
Infine il pentastellato ha chiesto se Sapar "abbia attivato delle campagne contro la pericolosità del gioco d'azzardo e sullo scarso profitto che ne deriva. Un po’ come con il consumo di alcol e tabacco".
 
 
AMBROSI: "PUNTARE SU FORMAZIONE E INFORMAZIONE" - Alessia Ambrosi della Lega si è dichiarata a favore del “gioco sano” e per la tutela delle imprese come le sale gioco che svolgono in modo legale la loro attività. "Nel Trentino la chiusura delle sale gioco causerebbero alle casse della Provincia una perdita stimata in circa 80 milioni di euro". Ecco perché secondo Ambrosi "attraverso la legge provinciale occorre intensificare le azioni di contrasto alla ludopatia soprattutto mediante una corretta campagna di formazione e di informazione".
 
 
SAPAR ALLA PROVINCIA: "RIMUOVERE IL DISTANZIOMETRO" - Il presidente di Sapar, Domenico Distante, ha risposto ai vari interventi assicurando che "le sale gioco sono pronte a chiudere se lo Stato decidesse che il gioco pubblico fa male, ma ha ribadito che non è accettabile la penalizzazione dei soli locali che offrono le slot.
Il punto, a suo avviso, è che occorre puntare sulla prevenzione attraverso la formazione degli operatori, mentre il proibizionismo favorisce il gioco illegale".
Secondo Distante, insomma, "vi è una discriminazione inaccettabile nei confronti dei gestori delle sale da gioco e delle slot rispetto ad altre tipologie che sono invece tollerate.
Quanto al distanziometro, il presidente ha ribadito che non servono a nulla perché i giochi sono già inaccessibili ai minori di 18 anni.
Quanto a tabacchi e bar, non si tratta di fare differenze rispetto alle sale gioco perché tutti questi locali hanno le slot che i gestori hanno l’obbligo di rimuovere. E i bar privi di questi apparecchi rischiano di chiudere. Se la legge provinciale non dovesse essere modificata cancellando la norma sulle distanze, scomparirebbero i giochi pubblici offerti dai bar a tutto vantaggio dei giochi illegali molto più dannosi".
Sapar chiede quindi al Consiglio provinciale di "eliminare le distanze. Quanto alla prevenzione, l'associazione condivide l'obbligo imposto agli esercenti di partecipare ai corsi di formazione e le sanzioni per chi non li fa. Giusto sollecitare la tutela dei cittadini.
Distante ha precisato che Sapar non ha siglato alcun accordo con il ministero della Salute ma solo campagne di informazione. E ha aggiunto che la tessera sanitaria è entrata in vigore dal 1° gennaio di quest'anno esclusivamente per alcuni apparecchi da gioco e solo nelle sale.
Ancora, a una domanda di Marini, Distante ha risposto ricordando che la percentuale di quanto trattiene il gestore sulle vincite è già indicata su ogni apparecchio dal 2015. E che non c'è mai stata una pubblicità a favore delle slot. Questo tipo di pubblicità è oggi proibito per legge, ma sarebbe più giusto informare i cittadini su quali siano i siti legali e quali illegali".
In ogni caso, ha concluso Distante, "Sapar è disposto ad impegnarsi in campagne contro la ludopatia. A una domanda di Ambrosi ha infine risposto che le limitazioni introdotte hanno effettivamente prodotto un aumento degli apparecchi illegali come i totem".
Il delegato regionale di Sapar, Giancarlo Alberini, ha avvertito che "l'estromissione delle slot dai locali dove si possono giocare pochi euro potrebbe favorire le sale in cui si trovano apparecchi con un costo partita maggiore e una maggiore possibilità di vincita e perdita. Mantenere i giochi nei pubblici esercizi ostacolerebbe questa deriva".
 
 
CIA: "NON DEMONIZZARE IL GIOCO MA COLPIRE IL GAP" - Il presidente della commissione Claudio Cia (Agire) ha concluso osservando che il gioco pubblico "è stato un po' demonizzato con la legge provinciale mentre si trattava principalmente di arginare gli effetti negativi dell'utilizzo patologico di queste apparecchiature.
Occorre quindi garantire interventi contro la ludopatia ma anche a difesa delle attività che offrono il gioco lecito.
Si tratta di evitare due ingiustizie: la prima contro la categoria di imprese che svolgono questa attività e l'altra per le famiglie che vengono distrutte dall'abuso dei giochi.
Ma vi sono anche famiglie distrutte dall'alcol e da altre dipendenze. L’importante è rendere operativi i nuovi strumenti che sono stati recentemente introdotti, come l'uso della tessera sanitaria e i corsi di formazione obbligatori per tutti gli esercenti prima di aprire l'attività. Gli operatori delle sale da gioco dovrebbero cogliere i segnali che denotano l'insorgenza nelle persone di una ludopatia".
 
IL COMMENTO DI SAPAR - “Quella della provincia di Trento è una legge in materia di gioco sbagliata non solo perché emanata sulla scia populista dei regolamenti copia incolla di quegli anni e quindi basata sull’inutile distanziometro, ma soprattutto perché come ormai da consuetudine radicata nelle amministrazioni locali, colpisce una sola tipologia di gioco, quella delle Awp. Ringrazio vivamente la quarta commissione Politiche sociali, sanità, sport, attività ricreative, edilizia abitativa del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, e in particolare il suo presidente Claudio Cia, per aver dato l’opportunità a Sapar di rappresentare queste criticità a tutta la Commissione che si è dimostrata attenta alle nostre istanze e disponibile al confronto costruttivo; questa apertura da parte del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento va evidenziata e lodata. A loro rivolgo la mia più viva gratitudine”.

Così il presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, Domenico Distante, a margine dell’audizione. “Senza un intervento migliorativo di questa norma – prosegue Distante - l’85 percento delle sale e dei pubblici esercizi della provincia saranno colpiti dagli effetti del distanziometro, con gravi ripercussioni sull’occupazione. Le esperienze di altre regioni come il Piemonte, ma anche della vicina Bolzano, hanno dimostrato che l’introduzione del distanziometro ha avuto come unica conseguenza la riduzione del gioco legale a vantaggio di quello illecito gestito dalla criminalità organizzata, senza peraltro risolvere il problema dei giocatori potenzialmente patologici. Ci siamo appellati quindi al buon senso dei membri della Commissione, che ringrazio nuovamente per il tempo costruttivo che ci hanno dedicato, evidenziando la necessita di salvaguardare l’attività delle piccole e medie imprese esistenti e dei loro occupati, attraverso una modifica della legge del 2015”.

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