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Conferenza Unificata e limiti al gioco: la parola ai Comuni

29 febbraio 2020 - 09:37

I limiti orari al gioco stabiliti in Conferenza unificata nel 2017 tornano sempre più d'attualità. Ma cosa ne pensano gli amministratori? La parola ai Comuni di Milano, Roma, Napoli e all'Anci.

Scritto da Fm
Conferenza Unificata e limiti al gioco: la parola ai Comuni

 

Si torna a parlare dei limiti al gioco previsti dall'intesa in Conferenza unificata nel 2017, dopo la decisione del sindaco di Biella, Claudio Corradino, di firmare un'ordinanza che ne recepisce i "paletti" in tema di orario, spegnendo gli apparecchi installati nel territorio comunale solo per 6 ore al giorno.
Una decisione particolarmente ben accolta dall'associazione Sapar che ha lanciato un appello ai Comuni italiani affinché facciamo altrettanto.

Ma c'è la possibilità che le amministrazioni locali scelgano questa strada, ispirandosi alla circolare del ministero degli Interni che lo scorso novembre ha evidenziato la "valenza d'indirizzo" dell'intesa?
Lo abbiamo chiesto proprio ad alcuni dei diretti interessati: da Simona Neri, referente per l'Anci all'Osservatorio del ministero della Salute per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, ai rappresentanti dei maggiori Comuni italiani: Milano, Roma e Napoli, in uno speciale pubblicato sulla rivista di gennaio 2020, sfogliabile gratuitamente online a questo link, di cui vi proponiamo un estratto.

COMUNE MILANO: "PRECETTI DEL VIMINALE NON VINCOLANTI" -
"Il Comune di Milano ha già regolato gli orari di funzionamento degli apparecchi da gioco, fin dal 2014 con le ordinanze sindacali numero 63 e 65, quindi ben prima dell'intesa Stato-Regioni del 2017", rimarca Cristina Tajani, assessore comunale alle Politiche per il lavoro, attività produttive e commercio.
"Tali ordinanze sono state più volte oggetto di ricorsi sia da parte delle società concessionarie del gioco, sia di esercenti, ma sia il Tribunale amministrativo, che il Consiglio di Stato hanno sentenziato la correttezza e la validità delle citate ordinanze sindacali.
Si rende necessario precisare che il contenuto della circolare ministeriale non possiede elementi di carattere normativo (seppur di rango secondario e circoscritto al solo ambito amministrativo di competenza), è quindi priva di qualsiasi precetto vincolante. Essa viene definita come 'atto di indirizzo' dallo stesso organo che l’ha emanata, ma risulta come una chiara segnalazione a tutti i prefetti, ai quali viene indicato, in uno spirito di leale collaborazione, di renderne partecipi anche i Comuni e come tale, anche il Comune di Milano, valuterà queste indicazioni, ricordando, come detto innanzi, che esso ha già una valida regolamentazione degli orari di utilizzo degli apparecchi da gioco". 
 

COMUNE ROMA: "TROPPI PUNTI CRITICI NELL'INTESA" - Per la città di Roma a rispondere nel merito è Sara Seccia (M5S), vice presidente dell'Assemblea capitolina e referente comunale sul tema del Gap.
"Per ora non riteniamo di recepire le indicazioni del Viminale: attualmente Roma disciplina gli orari di funzionamento degli apparecchi da gioco con vincita in denaro (slot machine e Vlt) con l'ordinanza sindacale numero 111/2018, su cui è stato pendente giudizio al Tar Lazio da parte delle più grandi concessionarie ricorrenti che avevano richiesto anche la sospensiva del provvedimento.
Non solo la sospensiva non è stata mai concessa, ma al Tar l'ordinanza ha vinto i ricorsi su ogni contestazione. Siamo ora in attesa, per fine gennaio, dell'esito dell'appello presso il Consiglio di Stato. Ciò significa che, nonostante le disposizioni previste nella Conferenza unificata del 2017, Roma ha agito secondo criteri di legittimità e proporzionalità.
Non recepiremo, per ora, il testo scaturito dalla Conferenza perché esso non ha mai avuto attuazione e ritenere che esso oggi sia cogente sarebbe giuridicamente un grosso errore, soprattutto un grave precedente, a spregio di qualsiasi regola sugli iter da seguire per rendere applicabile un provvedimento. Inoltre, il contenuto della circolare è privo di qualsiasi precetto vincolante, è un semplice 'atto di indirizzo'. Quindi, in che modo una circolare può vincolare gli organi di governo regionali e comunali? Perché non emettere i previsti decreti attuativi (ammesso che il testo della Conferenza sia condivisibile)?".
 

COMUNE NAPOLI: "LA CIRCOLARE ROMPE IL SILENZIO" - Unica voce fuori dal coro quella del vice sindaco e assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Enrico Panini. "La circolare del Ministero è importante perché rompe colpevoli silenzi ed inerzie - a tutti i livelli - su un tema di crescente rilevanza nel nostro Paese: le regole per il gioco lecito.
Di crescente rilevanza perché l'incremento delle patologie da Gap è davvero molto consistente.
Bene che la circolare assuma le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni del 2017. Bene che fra i requisiti richiesti per autorizzare l'apertura di una sala da gioco si debba tener conto anche degli orari e delle distanze dai luoghi sensibili.
Molto meno bene che, di quella Conferenza, si ometta di assumere la richiesta dei Comuni di modifica al testo dell'intesa (recepita) mirata a considerare i limiti di orario e distanze definiti nel testo come limiti massimi salvaguardando le regolamentazioni deliberate dagli Enti locali. Questa è una mancanza che giudico molto negativamente.
Atteso che le circolari formulano degli indirizzi, il Comune di Napoli continuerà a osservare il regolamento approvato all'unanimità dal consiglio comunale. Un regolamento sul quale per due volte il Consiglio di Stato si è espresso positivamente con affermazioni di grande rilievo innovativo, ad esempio la possibilità di estendere ai corner le stesse regole delle sale da gioco".
 

ANCI: "COMUNI INDIPENDENTI DALLE REGIONI" - Sul tema, visto il coinvolgimento dei Comuni, offre la sua visione anche Simona Neri, referente per l'Anci all'Osservatorio del ministero della Salute per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave.
"Nonostante l'accordo della Conferenza unificata non sia stato formalmente attuato tramite decreto, penso che nei contenuti ci sia stata un'intesa frutto di un lungo, approfondito e anche sofferto confronto tra i soggetti che ne fanno parte.
Non nascondo che per noi Comuni rappresenta un passo in avanti considerevole e ci rende finalmente indipendenti dalla legislazione regionale che tra Nord e Sud è estremamente variabile proprio sul tema delle limitazioni orarie.
In Toscana (Neri è sindaco di Laterina Pergine Valdarno, in provincia di Arezzo Ndr), ad esempio, la legge regionale non dà prescrizioni specifiche in tema né apre direttamente alla possibilità di intervenire ai primi cittadini (dando forse per scontati i poteri dei sindaci in qualità di massime autorità sanitarie dei propri territori?) e le ordinanze sindacali in materia di orari sono state tutte impugnate e respinte dal Tar, contrariamente a quanto avviene in Veneto, invece. Unica eccezione il Comune di Firenze, che al secondo tentativo di ordinanza ha superato invece il vaglio del Tar Toscana sul prevedibile nuovo ricorso".

 

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