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Verso la fase due, settore giochi a rischio medio-alto, ma di importanza economica

17 aprile 2020 - 09:09

Il Governo Conte studia la Fase 2, per la task force guidata da Colao il settore dei giochi è a rischio medio-alto ma l'Istat evidenzia il valore alto in termini economici.

Scritto da Anna Maria Rengo
Verso la fase due, settore giochi a rischio medio-alto, ma di importanza economica

Le attività legate al gioco sono a rischio integrato medio-alto. Questa la classificazione che ne fa la task force di esperti voluta dal premier Giuseppe Conte, presieduta da Vittorio Colao, e che arriva mentre il Governo mette a punto a fase due dopo quella "uno", la più acuta, dell'emergenza Covid-19.

Dovendo tenere conto anche delle richieste delle Regioni, con Lombardia e Veneto (supportate da Sicilia e Piemonte) che premono per una rapida ripartenza. Mentre il governatore veneto Luca Zaia si spinge oltre e chiede, se ci sarà l'ok scientifico, di riaprire anche prima. 

Intanto, a supportare il lavoro del premier, la task force guidata da Colao ha redatto una tabella di riepilogo delle classi di rischio integrato e di aggregazione sociale. Tabella nella quale rientra anche il settore del gioco e che, in verità, va a confermare l'ipotesi che le attività a esso relative non saranno le prime a riaprire i battenti, questo nonostante le richieste degli operatori, supportate anche dall'esperienza maturata in materia di controlli e contingentamento degli ingressi.

Le "attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco", figurano infatti come a rischio integrato "medio-alto", assieme a settori come "l'amministrazione pubblica e difesa: assicurazione sociale", "attività di famiglie e convivenza come datori di lavoro per personale domestico" o "gestione delle fognature".

Poche attività hanno un rischio più elevato, dunque "alto" e segnato in rosso, anziché in arancione, sulla tabella: "trasporto aereo", "assistenza sanitaria", "assistenza sociale non residenziale". Le "attività sportive, di intrattenimento e di divertimento" sono invece qualificato a rischio medio-basso.

Ma c'è un altro indicatore da tenere presente, come ovviamente il premier Conte farà, ossia la "classe di aggregazione sociale", con un range che va da un minimo di 1 a un massimo di 4 e che va a ovviamente a influenzare la classe di rischio integrato. Le "attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco" figurano nella classe 4, assieme a quelle "sportive, di intrattenimento e di divertimento".

LA GRANDE RILEVANZA ECONOMICA - Tuttavia, il dato forse ancora più rilevante e da prendere in considerazione per la riapertura, è quello che proviene dall'Istat, che in parallelo ha classificato le attività dal punto di vista del "Grado di rilevanza economica e attivazione in termini di valore aggiunto" e del "grado di attivazione dell'occupazione": in questo caso le attività di gioco, inquadrate come "Attività riguardanti lotterie, scommesse, case da gioco", risultano "Rilevanti e ad attivazione estesa" nel prima caso, nonché ad alto grado di occupazione. Ecco quindi che la scelta di come e quando ripartire, diventa una sorta di rebus con la politica chiamata a fare scelte in grado di salvaguardare salute e lavoro. 

ATTESA PER LE SCELTE DI CONTE - Tempo di scelte difficili, dunque, per Giuseppe Conte, cheriafferma la linea della "massima prudenza, cautela e gradualità". Lo scenario che si va delineando è di rinviare almeno a inizio maggio ogni decisione, anche e soprattutto sulla base dell'andamento della pandemia in Italia. Spetterà poi al comitato tecnico scientifico effettuare delle valitazioni che saranno alla base delle decisioni governative. L'indirizzo attuale è di far riaprire la filiera produttiva (magari con una settimana lavorativa spalmata su sette giorni, come propone il governatore della Lombardia Attilio Fontana), mentre commercio e cittadini saranno oggetto di un approfondimento a parte. Inoltre, l'obiettivo è quello di confrontarsi con le Regioni, così da uniformare le scelte da fare, pure non escludendo che, anche su base locale, possano essere disposte proroghe delle attuali chiusure, su base mensile e fino al 31 luglio, che è il termine "dell'emergenza".
 

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