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Campania: stessi orari nei Comuni, Panini (Napoli): 'Rivedere le norme'

01 giugno 2020 - 14:09

Dal 3 giugno tutti i Comuni della Campania dovranno adeguare orari del gioco alla legge regionale, i commenti dei vice sindaco di Napoli Enrico Panini e di Pasquale Chiacchio (Agsi).

Scritto da Fm
Campania: stessi orari nei Comuni, Panini (Napoli): 'Rivedere le norme'

Dal 3 giugno tutte le attività di gioco ubicate nel territorio della Campania dovranno attenersi agli stessi limiti orari stabiliti dalla legge regionale vigente, approvata a marzo.
Da questa data infatti, scadono i 90 giorni di tempo concessi ai Comuni per adeguare e integrare i regolamenti comunali esistenti alle previsioni contenute nella normativa, disponendo la sospensione oraria del funzionamento degli apparecchi da intrattenimento dalle ore 23 alle ore 9 e dalle 12:30 alle 14:30 per gli esercizi pubblici e dalle 2 alle 10 per le sale da gioco dedicate.

In vista di questa "scadenza" arriva il commento di Enrico Panini, vice sindaco di Napoli, che nel marzo 2019 aveva modificato il regolamento comunale in materia di gioco estendendo l'applicazione delle fasce orarie - fissati nel limite massimo settimanale di 56 ore, salvo diversa determinazione del sindaco e con orari differenziati a seconda del periodo scolastico e non scolastico - anche ai corner di scommesse e durante la fase delle audizioni nelle commissioni consiliari regionali propedeutiche alla stesura della nuova legge aveva chiesto di tutelare le distanze e i limiti orari decisi dai Comuni.


"REGOLAMENTARE, NON PROIBIRE" - "Finalmente anche la Regione Campania ha approvato un legge (Legge 2/2020) che disciplina in modo organico la materia del gioco lecito. Per diversi anni l’Amministrazione comunale ha sollecitato la Regione a dotarsi di una norma sul gioco d’azzardo. Dal 2013 in poi, infatti, il Comune di Napoli ha avvertito che il problema del gioco d'azzardo patologico stava assumendo contorni sempre più specifici e netti e, al contempo, sempre più allarmanti. Pertanto, nell’incertezza e nella frammentarietà degli interventi legislativi e giurisprudenziali, abbiamo adottato un nostro programma di contrasto al Gioco d'azzardo patologico, tutelando il superiore interesse alla salute pubblica e promuovendo una rete tra tutti gli attori, anche di diversa natura, in modo da prevedere la mutua assunzione di impegni e doveri e reciproci tra di loro. Un network che ha consentito di collegare, finora, Comuni della Città metropolitana, altri Comuni della Regione, istituzioni sanitarie e scolastiche, forze dell’ordine, associazioni di consumatori, sindacati, ordini professionali, organizzazioni del terzo settore, ecc.  Difatti, la disciplina comunale non si configura in una logica di proibizione ma di regolamentazione sociale del fenomeno e, per ben tre volte, è uscita indenne dal vaglio dei giudici del Consiglio di Stato, i quali, per altrettante volte, ne hanno ritenuto valido l'intero impianto, più volte con affermazioni lusinghiere. Ciononostante, sentivamo che la mancanza di una regolamentazione efficace su tutto il territorio regionale impediva una piena efficacia della normativa comunale: difatti, non potendo la disciplina adottata dal Comune di Napoli spiegare effetti oltre i propri confini amministrativi, si cadeva nel paradosso che la portata degli interventi mirati a tutelare la salute dei cittadini maggiormente a rischio veniva affievolita dalla possibilità per il giocatore problematico di recarsi in un comune limitrofo laddove, per mancanza di regolamentazione, poteva continuare a coltivare la propria compulsività in un ambiente privo di regole nell’offerta di gioco", evidenzia Panini.
 
 
"APRIRE CONFRONTO CON I COMUNI" - "Non possiamo, tuttavia, non rilevare che, nonostante diverse sollecitazioni in tal senso, il consiglio regionale non ha ritenuto di coinvolgere, anche solo per una mera audizione, chi, come il Comune di Napoli, aveva accumulato tanta esperienza nel corso degli anni.
Si sarebbero potute evitare, in tal modo, quelle che a nostro avviso, risultano essere delle criticità della norma regionale, di cui, per brevità di esposizione, ci limitiamo a segnalare un paio di esempi: disciplina degli orari, la legge regionale prevede due fasce orarie per l’esercizio del gioco, senza alcuna sospensione tra fascia oraria antimeridiana e pomeridiana. Al riguardo, il Consiglio di Stato, con le sentenze n. 4145/2018 e la n. 4147/2018, nel respingere i ricorsi presentati contro la disciplina del Comune di Napoli in materia di gioco, ha ritenuto che proprio l’avventore tipo, che passa lunghi periodi della giornata attardandosi a giocare, rappresenta il prototipo del giocatore 'fragile', a rischio di dipendenza, per il quale la lunga sosta nelle sale da gioco può divenire primario e deviante interesse di vita.
Disciplina delle distanze: la legge regionale, se da un lato dimezza le distanze minime dai cd. 'luoghi sensibili', attribuisce tale qualifica ad alcuni luoghi di cura ed aggregazione in numero molto più limitato rispetto a quello che prevede la disciplina del Comune di Napoli, rendendo più problematico l’impegno della nostra Amministrazione teso ad evitare un aumento dell’offerta del gioco nella città.
Sanzioni: non è prevista né la sospensione né, tantomeno, la revoca dell'autorizzazione amministrativa in caso di reiterazioni delle violazioni alla legge, come invece, previsto dal regolamento comunale, previsione tra l'altro passata indenne al vaglio del Tar Campania – Napoli.
Spero che, agli esiti della prima fase di applicazione, possa aprirsi una fase di confronto con i Comuni per rivedere quegli aspetti risultati critici nella prassi, in modo da rendere sempre più efficace l’azione di sostegno alle fasce più deboli e a rischio della popolazione", auspica il vice sindaco.
 

CHIACCHIO (AGSI): "PRONTI AL CONFRONTO, ANCHE CON IL GOVERNO " - In risposta al vice sindaco interviene Pasquale Chiacchio, presidente dell'Agsi - Associazione gestori scommesse Italia. "Nessuna polemica con Panini, con cui c'è un ottimo rapporto. Credo che tutti i confronti siano costruttivi, del resto la legge regionale è stata costruita tutelando un po' tutte le parti in causa, quella politica e quella sanitaria, i consumatori, gli operatori, i giocatori, ed è il frutto di due anni di lavoro, nel rispetto di quanto espresso da tutti i soggetti chiamati al tavolo.
È una delle normative migliori in Italia, dà grande importanza alla tutela di chi eccede, obbliga i titolari e i gestori delle attività di gioco a frequentare dei corsi di formazione, comprende un distanziometro di 250 metri dai 'luoghi sensibili' e considera gli investimenti fatti".
A questo proposito, Chiacchio ne approfitta per rilanciare anche il confronto con il Governo centrale, auspicando una celere fine del lockdown anche per il settore del gioco, fra gli ultimi rimasti ancora fermi al palo. "Ragioniamo, confrontiamoci in modo serio, civile, condiviso per tutelare la categoria e in primis il gioco legale, che sta rischiando di sparire a vantaggio della criminalità e di operatori disonesti che non rispettano le regole e non producono risorse per lo Stato italiano.
Non ho abbandonato le speranze, visto che il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha ufficializzato la ripresa del calcio giocato fra il 13 giugno (Coppa Italia) e il 20 (campionati), e vista anche la nuova tassa sulle scommesse istituita per finanziare il fondo 'salva-sport' che è legata a doppio filo proprio a questo.
Spero che il Governo con nuovo decreto sancisca la riapertura delle attività dall'8 giugno".
 

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