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Fase 3 e gioco: Dpcm atteso in serata, ma le Regioni anticipano il Governo

11 giugno 2020 - 08:40

Atteso entro oggi, 11 giugno, il Dpcm per la ripresa delle attività ancora ferme, giochi compresi, ma intanto le Regioni vanno avanti. I 'casi' di Molise e Toscana.

Scritto da Fm
Fase 3 e gioco: Dpcm atteso in serata, ma le Regioni anticipano il Governo

Potrebbe arrivare nella serata di oggi, giovedì 11 giugno, il nuovo Dpcm atto a fissare la riapertura delle attività economiche e produttive ancora chiuse, fra le quali dovrebbero esserci anche le sale gioco, bingo e scommesse, con il recepimento delle linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni due giorni fa.

Un termine quasi “obbligato”, vista la spada di Damocle rappresentata dalla ripresa delle competizioni calcistiche, con la semifinale di ritorno di Coppa Italia Juve-Milan in programma per il 12, che per avere il via libera definitivo ha bisogno di un decreto del Governo, che lo scorso 18 maggio ha vietato fino al 14 giugno la disputa di eventi sportivi.
Un'esigenza rimarcata anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che in audizione al Senato ha confermato l'orientamento del Governo “ad autorizzare le semifinali e la finale di Coppa Italia”.
 
A questo dovrebbe aggiungersi la necessità di consentire il riavvio della rete legale delle scommesse, anche per assicurare la raccolta da cui prelevare il famigerato 0,5 percento per finanziare il fondo Salva sport, come stabilito dal Dl Rilancio. 
 
 
Nell'attesa della mossa dell'Esecutivo -  che, secondo le indiscrezioni trapelate fin qui, prima davano per certa la ripresa dei giochi proprio dal 12 giugno, per poi avanzare la data del 15 - però le Regioni continuano a muoversi in ordine sparso, adottando provvedimenti in autonomia.

L'ultima della serie è il Molise, che con un'ordinanza firmata dal governatore Donato Toma ha stabilito il recepimento delle nuove linee guida della Conferenza delle Regioni che, come noto, comprendono anche le sale gioco, scommesse e bingo.
“Dall’entrata in vigore della presente ordinanza è fatto obbligo agli esercenti le attività dei settori economici e produttivi di attuare e adeguarsi alle linee guida”, si legge nel provvedimento, che, immediatamente esecutivo, ha efficacia fino al 31 luglio 2020.
 
Nelle scorse ore è arrivata anche l'ordinanza del governatore della Toscana, Enrico Rossi, per la riapertura di varie attività dal 13 giugno con le relative linee guida: i cinema e gli altri spettacoli dal vivo, i congressi e i grandi eventi fieristici, le sale giochi e scommesse, le cerimonie, le discoteche, gli impianti di risalita.
 
Una scelta, quella di far riaprire le attività di gioco, molto criticata da Simona Neri, sindaco di Laterina Pergine Valdarno (Ar): “Viviamo in una regione dove addirittura, il nostro presidente, ha sentito la necessità di anticipare la riapertura delle sale gioco al 13 giugno e non al 15, così come da indicazione del Governo. Con quale logica si sia deciso di riaprire due giorni prima e di sabato, rilanciando quindi questa attività in un giorno festivo che potrebbe ulteriormente complicare la gestione di un affollamento/assembramento eccessivo nei luoghi dell'azzardo, non mi è dato di comprendere.
Parlo a nome personale ma forse il presidente non ha ben compreso che ormai sono più di 3 anni che in Toscana i sindaci, le associazioni, il personale sanitario e le forze dell'ordine combattono con impegno e sistematicità per regolamentare questo settore ma soprattutto per cercare di limitare un disagio sociale gravissimo che nonostante i grandissimi sforzi tende sempre ad aumentare.
Questo anticipo, seppur simbolico, rappresenta uno schiaffo in faccia a tante persone che anche nel momento del lockdown hanno continuato a lavorare per cercare di comprendere i meccanismi di trasformazione delle abitudini di gioco e tentare di anticipare eventuali misure di contrasto alla patologia da gioco. Il sistema Italia, non potrà mai ripartire se ci si concede di liberalizzare l'azzardo con questa facilità ma si continua ad incatenare scuola e cultura. Tra la postazione fissa di una slot machine che viene fatta lavorare H24 con frenetico ricambio di utenza (certamente quando questa non capiti tra le mani di un giocatore patologico che vi rimanga seduto davanti fino a quando non ha speso l'ultimo centesimo del proprio reddito) ed un banco di scuola, la differenza dovrebbe saltare agli occhi anche se ancora, il dibattito pubblico, sta ragionando di incapsulare ed isolare gli alunni dentro al plexiglas. Certamente questa immagine, è l'immagine distorta dell'Italia creata da un meccanismo che si è inceppato, a qualche livello. Riaprire di corsa, anche prima come nel caso della Toscana, l'azzardo (che è stato l'ultimo comparto a chiudere) e non avere ancora idea di quando e come riaprire le scuole (che sono state il primo settore a chiudere)? Io dico che avete sprecato il vostro coraggio dalla parte sbagliata”.
 
Ma la Toscana non è certamente l'unica ad aver fatto una fuga in avanti.
Nei giorni scorsi, si è già staccata dai blocchi di partenza la Liguria, dove il governatore Giovanni Toti ha firmato l'ordinanza per consentire al Casinò di Sanremo di tornare ad accogliere giocatori dal 16 giugno.  
Mentre la Campania ha dato mandato all’Unità di Crisi regionale di elaborare il Protocollo per la riapertura in sicurezza delle sale da gioco dal 15 giugno. 
Da giorni si attendono provvedimenti analoghi da Veneto e Valle d'Aosta, in primis per favorire la riapertura delle case da gioco.
 
Questione di ore, ormai.
 
 

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