skin

Ippicoltura, le associazioni: 'Allevamento è attività agricola'

23 settembre 2020 - 15:37

In audizione alla commissione Agricoltura della Camera, i rappresentanti di Agrinsieme e Coldiretti plaudono alla Pdl di Gadda sull'ippicoltura, chiedendone il riconoscimento come attività agricola.

Scritto da Redazione
Ippicoltura, le associazioni: 'Allevamento è attività agricola'

 

“Con la proposta dell'onorevole Gadda, ora gli operatori del settore possono vedere finalmente vicina la razionalizzazione del settore, necessaria per il rilancio di un intero comparto , oggi artificiosamente spezzettato in segmenti che non riescono a relazionarsi tra di loro. Per la prima volta viene individuata una filiera, quella del cavallo, che parte dal seme e arriva alla promozione del cavallo attraverso l'agonismo, passando per l'allevamento, produzione, allenamento, valorizzazione dei prodotti finiti, indipendentemente dalla destinazione e dall'uso”.

 

Parola di Ferruccio Badi della Federazione nazionale di prodotti equini di Confagricoltura, ascoltato oggi, 23 settembre, in audizione in Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della proposta di legge recante disciplina dell'ippicoltura e delega al Governo per l'adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore, presentata da Maria Chiara Gadda (Italia Viva)
 
“Il settore dell'ippicoltura merita interesse politico ed istituzionale, in virtù del suo ruolo nella zootecnia e quindi nell'economia nazionale.
L’intero settore giunge oggi fortemente provato da un lungo periodo di crisi strutturale causato da diversi fattori fra i quali si ricordano: la crisi economica generalizzata dal 2008, la crisi dell'ippica e delle scommesse che la alimentano, l’atteggiamento punitivo di alcuni passati governi che vedevano il cavallo come bene voluttuario, la scarsa considerazione del settore da parte di molte regioni nei piani di sviluppo rurale, una discriminazione rispetto all’agricoltura tradizionale, da ultimo le normative di contrasto al coronavirus che hanno fortemente penalizzato anche questa attività dagli ippodromi e l’ippica, alla parte turistica dell’equitazione e a tutta l’equitazione sportiva”, prosegue Badi.
 
La frammentazione del settore ha quindi impedito l'elaborazione di una strategia coerente di rilancio. All'animale cavallo vanno assicurate tutte le condizioni di benessere, di salute e di igiene in qualsiasi condizione e contesto, indipendentemente da chi lo detiene e dallo scopo per cui è nato, cresciuto, allevato e detenuto. Per questo approviamo tutto l'articolo 1 della proposta che posiziona l'intera filiera all'interno dell'attività agricola a tutti gli effetti. Come lo è già da un punto di vista civilistico l'allevamento equino, a tutti gli effetti.
I recenti tentativi di spostare l’ippica alla competenza di altri soggetti, Coni, non farebbe altro che destrutturare e dividere ulteriormente il settore che invece ha assoluta necessità di chiarezza e soprattutto di unione e uniformità normativa”, conclude il rappresentante della Federazione nazionale di prodotti equini di Confagricoltura.
 
A evidenziare l'importanza della proposta di legge è anche Enrico Fravili di Copagri.
“Il nostro è un settore lasciato sempre da una parte, che coinvolge parecchie maestranze e può avere importanza per il nostro Paese, di ulteriore sviluppo. Proposta di legge è un primo passo, che serve a smuovere un po' le acque”.
 
Dello stesso tenore l'intervento di Luca Vaccora di Coldiretti: “Esprimiamo anche noi un giudizio molto favorevole su questa proposta di legge perché abbiamo finalmente l'occasione di inquadrare e definire questo settore, che purtroppo è stato più volte trascurato. Solo in termini di indotto conta 40-50mila addetti, ma sicuramente sta vivendo un periodo di crisi e se viene confrontato con altri settori dell'ippicoltura in altri Paesi – come la Germania ad esempio – sicuramente è molto più in difficoltà. Quindi, un settore che ha sicuramente in sé un gran valore ma che va sicuramente rilanciato e fatto uscire dalla crisi.
Sono convinto che sia necessaria una ridefinizione delle diverse attività all'interno dell'ippicoltura.
Recentemente, nel gennaio 2019, c'è stata una sentenza del Consiglio di Stato che esclude l’allevamento dei cavalli da corsa dall'imprenditoria agricola in quanto finalizzata a corse, scommesse e all'attività agonistica e non propriamente agricola. È sbagliato, devono essere riconosciuti i requisiti di attività agricola come da articolo 2135 del Codice civile”.
 

Articoli correlati