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Covid-19: la settimana decisiva, tra nuove misure e restrizioni

12 ottobre 2020 - 10:17

Mentre si chiude l'iter del Dl Agosto contenente gli  incentivi per affrontare la pandemia, il governo impone una nuova serrata che riapre l'emergenza: in attesa dell'Europa.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Covid-19: la settimana decisiva, tra nuove misure e restrizioni

Sarà una settimana all'insegna della pandemia. E delle restrizioni, purtroppo. A partire da oggi, lunedì 12 ottobre, e per i prossimi sette giorni, l'agenda politica sarà riempita da una serie di decisioni da prendere, piuttosto delicate e significative, che riguardano l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 ancora tutt'altro che debellata. E, a quanto pare, neppure affievolita. Anzi. Di fronte all’impennata dei contagi da coronavirus degli ultimi giorni, il Governo – come anticipato– è al lavoro su un nuovo Dpcm che arriverà già tra oggi e domani e conterrà una serie di misure restrittive considerate necessarie affinché la situazione non precipiti, con tutte le conseguenze del caso: per il sistema sanitario ma anche per quello economico e produttivo, entrambi già messi a dura prova dalla prima ondata del Covid-19.

Al vaglio dell’esecutivo, in queste ore, c’è una stretta sulla “movida” che tocca anche e inevitabilmente anche alcuni ambienti di gioco, con la chiusura di bar e ristoranti a mezzanotte, con la possibilità che si possa optare addirittura per un ulteriore anticipo alle 23. Oltre al divieto di sostare davanti ai locali dopo le 21. Ma ci saranno anche ulteriori restrizioni per le cerimonie (come matrimoni e comunioni per un massimo 30 invitati) e un stop assoluto alle feste private. Come pure la conferma per le aziende a incentivare il ricorso allo smart working. Tra gli interventi che entreranno con molta probabilità nel prossimo Dpcm, c’è poi il divieto alle partite di calcetto, basket e tutti gli sport di contatto a livello amatoriale. La misura è stata sollecitata più volte dal Comitato tecnico-scientifico che ha consigliato di limitare questo tipo di attività considerate a rischio contagio.

IPOTESI CHIUSURA LOCALI - Tra le novità esaminate nel corso della riunione (convocata d’urgenza per domenica 11 ottobre) del Comitato tecnico scientifico (Cts) con il ministro della Salute Roberto Speranza, ci sarebbe dunque la stretta per i pubblici esercizi. Con la possibile mediazione raggiunta al termine di un acceso confronto tra l’esecutivo e le Regioni – con quest'ultime preoccupate dell’impatto economico di nuove limitazioni – che dovrebbe essere la chiusura alle 24, anche se circola l’ipotesi di anticipare lo stop alle 23. C’è poi il divieto di sostare davanti ai locali dopo le 21 per evitare il formarsi di assembramenti. Che il governo punta a limitare anche con un ulteriore controllo sulla vendita di alcolici da asporto che potrà avvenire solo fino alle 22. 

Oggi è attesa la nuova cabina di regia con le Regioni, per poi redigere il Dpcm definitivo, contenente il giro di vite. Nonostante le rassicurazioni del commissario Arcuri, secondo il quale “Oggi non ci sono le condizioni per tornare al lockdown”, la preoccupazioni degli addetti ai lavori – del gioco come di qualunque altro settore – sono notevoli. Mentre il governo mette a punto le misure che confluiranno nel nuovo Dpcm confermando la linea più volte ribadita negli ultimi giorni dal premier Giuseppe Conte, che esclude un nuovo lockdown nazionale, puntando invece su una serie di interventi “mirati e progressivi” per fermare la crescita dei contagi. Il pacchetto da approvare entro il 15 ottobre, data in cui scade l’attuale decreto in vigore, è finito sul tavolo del Comitato tecnico scientifico in una riunione urgente convocata da Speranza proprio per confrontarsi con gli scienziati e gli esperti e per definire meglio gli interventi.
Tra le varie misure, il governo starebbe valutando anche di limitare la partecipazione a eventi sportivi nonché agli spettacoli aperti al pubblico. Attualmente l’asticella è fissata a 1000 persone all’aperto e a 200 al chiuso, ma si starebbe ragionando di far scendere la soglia, rispettivamente a 500 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e ai 100 per gli eventi in luoghi chiusi nei quali sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere. Misura, quest'ultima, che va inevitabilmente a limitare anche altri eventi di gaming, come le competizioni di sport elettronici o quelle di flipper sportivo, biliardino e così via, che non si stanno più svolgendo dall'inizio della pandemia nel nostro paese. Non solo. Tra gli eventi che potrebbero essere sottoposti a una stretta ci sono anche i congressi: anche su questo fronte, si starebbe lavorando a individuare un numero limite o comunque una percentuale di riempimento, con la fiera del settore che – pur decimata – è riuscita a svolgersi per il rotto della cuffia all'inizio del mese. E ora, probabilmente, non si vedranno altre fiere per un po'.
In ogni caso, ad eccezione (per ora) del lockdown totale, nessun provvedimento viene escluso a priori, visto l'aggravarsi della situazione. “Bisogna avere la forza di prendere in carico questa fase nuova immediatamente - ha detto Speranza -. Abbiamo un piccolo vantaggio rispetto ad altri Paesi ma non ci si devono fare illusioni e se siamo veloci a capire che c'è un cambio di fase possiamo evitare misure più drastiche”.
 
LE ALTRE MISURE AL VAGLIO DEL PARLAMENTO – Ma al di là del Dpcm, di competenza del Consiglio dei Ministri, durante la settimana corrente ci di dovrà occupare di tutte le altre misure e interventi che hanno a che fare con l'emergenza in corso. Sì, perché in Aula alla Camera si svolgono oggi le dichiarazioni di voto, chiamata e voto di fiducia sul decreto Agosto, che riguarda sempre la pandemia e che contiene - come noto - alcune misure di interesse specifico per il comparto giochi. Inoltre si inizierà poi a parlare di finanziaria perché sia alla Camera sia al Senato si esaminerà in questi giorni il documento che prende il nome dell’acronimo Nadef (la nota di aggiornamento al documento economico finanziario). Anche questo strettamente condizionato dagli effetti della pandemia. La commissione Bilancio del Senato e della Camera tengono insieme audizioni in videoconferenza per l’esame della Nadef. E alla Commissione Bilancio della Camera si parlerà anche delle priorità nell'uso del Recovery fund. In attesa delle comunicazioni del presidente Giuseppe Conte di mercoledì 14 in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre, dove si preannuncia battagli.
 
RECOVERY FUND, LA STRADA E' IN SALITA – Nonostante l'emergenza economica provocata dalla pandemia interessi ormai tutti (o, forse, proprio per questo) in Europa regna il caos. Pur non essendo una novità che il Parlamento europeo e il Consiglio finiscano ai ferri corti sul bilancio settennale della Ue, la differenza rispetto ai vecchi negoziati è che, in questo caso, il budget 2021-2027 è ancorato all'attesissimo Recovery fund: il piano da 750 miliardi di euro congegnato dalla Commissione per il rilancio di una Ue affossata dalla crisi pandemica, che diventa a dir poco vitale per paesi come il nostro, dove – addirittura – non è neppure sufficiente, con il governo sempre più tentato di ricorrere prima al Mes. Intanto, però, in Europa è sconto e il piano di aiuti sembra ancora assai lontano dalla sua attuazione. L’ultimo round di trattative fra l’Eurocamera e il Consiglio – come riporta IlSole24ore - si è concluso con un nulla di fatto e l’accusa, reciproca, di aver causato lo stallo. Gli oggetti del contendere sono rimasti quelli già emersi dopo il - sudatissimo - accordo fra i leader Ue in occasione del Consiglio europeo dello scorso luglio, quando i 27 avevano strappato un’intesa sulla composizione del Recovery fund (390 miliardi di sussidi, 360 di prestiti) e la taglia del budget (circa 1.074 miliardi di euro). Il Parlamento chiedeva e continua chiedere più fondi a settori come ricerca, innovazione e sanità, un ruolo attivo nella gestione del Recovery fund, l’impegno della Ue a cercare risorse proprie per il bilancio e un meccanismo che vincoli la ricezione dei finanziamenti al rispetto dello Stato di diritto. Modifiche incisive rispetto a un testo che è già frutto di un negoziato-fiume tra i 27.
Intanto, però, i tempi si fanno sempre più risicati. I negoziati dovrebbero riprendere il 14 ottobre, alla vigilia di una riunione di due giorni del Consiglio europeo. La speranza era di arrivare a un’intesa entro il 19 ottobre, ma tutto lascia presagire che non sarà così facile. Non sarebbe il primo braccio di ferro che si risolve sul filo del rasoio. Né l’ultimo che si annuncia sulla strada di un rilancio scritto, per ora, solo nei programmi. Anche per questo, in un paese già altamente compromesso dalla pandemia come l'Italia, si cerca di scongiurare una nuova fermata delle attività economiche, nella consapevolezza che, stavolta, sarebbe davvero letale.

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