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Tra Manovra e decreto ristori ter da un miliardo, gli interventi per il gioco pubblico

19 novembre 2020 - 10:30

Il Presidente della Repubblica ha firmato il Ddl di Bilancio che beneficia delle entrate promesse dal Recovery Fund: mentre il governo promette ristori per tutti.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Tra Manovra e decreto ristori ter da un miliardo, gli interventi per il gioco pubblico

 

La manovra (di cui abbiamo anticipato le principali novità sui giochi) ha un testo di 229 articoli, vale 38 miliardi ed è per buona parte in deficit, con il governo che intende anche adottare un ulteriore scostamento di bilancio per finanziare nuove misure di sostegno all’economia. Ciò anche in virtù del fatto che si tratta della prima legge di bilancio che potrà beneficiare dei fondi europei provenienti dal Recovery Fund, in arrivo a partire dal 2021.

La versione finale del disegno di legge bollinato dalla Ragioneria dello Stato include infatti un Fondo presso il Mef per anticipare i fondi del piano europeo di salvataggio, che prevede una dotazione di 34,775 miliardi per il 2021, 41,3 miliardi per il 2022 e 44,573 miliardi per il 2023: in totale nel triennio 120,648 miliardi. Le risorse del Fondo sono versate su due appositi conti correnti infruttiferi aperti presso la tesoreria centrale dello Stato; sul primo conto corrente, denominato “Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation Eu - Italia - Contributi a fondo perduto” sono versate le risorse relative ai progetti finanziati mediante questo tipo di contributi, mentre sul secondo, denominato “Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation EU - Italia - Contributi a titolo di prestito”, sono versate le risorse relativi ai progetti finanziati mediante prestiti (ovvero, gestioni fuori bilancio).

VERSO UN NUOVO RISTORO DA OLTRE UN MILIARDO - Intanto il Decreto Ristori “ter” dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri e dovrebbe valere oltre 1 miliardo, stando a quanto si apprende da diverse fonti dell'esecutivo. Come anticipato anche dal sottosegretario Maria Cecilia Guerra, intervenuta ieri in commissione riunite Finanze e Bilancio del Senato, "il Governo varerà un terzo decreto, con il quale sarà altresì possibile ampliare ulteriormente – qualora i 50 milioni di spesa previsti dal comma 2 dell’articolo 1 del decreto Ristori 1, non risultassero adeguati – la lista dei codici Ateco coinvolti".

In queste ore il governo insieme all'intera maggioranza sta lavorando in vista del nuovo scostamento di bilancio per finanziare altre misure in deficit, anche se il decreto Ristori ter dovrebbe arrivare prima dello scostamento (forse già in un Cdm da fissare tra giovedì o venerdì di questa settimana), perché dovrebbe sfruttare risorse già stanziate quest'anno ma non impegnate su altre misure anti-Covid. Il terzo decreto sui Ristori dovrebbe quindi valere tra 1 e 1,5 miliardi e poi confluire in Parlamento nei decreti Ristori 1 e bis che sono già in conversione. L'obiettivo è allargare la lista degli Ateco con le aziende che accedono ai ristori e dare risarcimenti alle aziende delle aree diventate “rosse” negli ultimi giorni.

Tra le altre misure sono allo studio per aiutare la ripresa dell’economia, come ha detto il premier Giuseppe Conte, ci potrebbero essere interventi sugli affitti per i commercianti che rappresentano “un costo importante, gravoso per chi opera nelle aree più esposte alla crisi”. Come spiegato dal premier all'incontro con Fipe, “Dobbiamo ragionare su schemi di incentivazione fiscale senza penalizzare i proprietari di immobili”.

LE ATTESE DEL GIOCO PUBBLICO - Se verranno previsti interventi relativi agli affitti per le attività rimaste chiuse, a beneficiarne saranno in particolari anche le imprese del gioco pubblico, tenendo conto la lunga interruzione dell'intero Gaming Retail, che ha provocato (e sta provocando) alle aziende del settore un accumulo di perdite di fronte a nessuna entrata. Per una vera e propria emorragia economica, che si sta cercando di tamponare in vari modi, per scongiurare il rischio occupazionale: per esempio, attraverso lo slittamento dei termini di versamento del prelievo erariale unico dovuto dalle aziende attive nella filiera degli apparecchi da intrattenimento. Anche se l'attuale spostamento di circa 20 giorni rappresenta soltanto una piccola boccata di ossigeno in una prolungata agonia.

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