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Brexit e giochi: cosa cambia per le concessioni europee

08 gennaio 2021 - 09:04

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in vista della Brexit organizza un nuovo open hearing relativo ai contenuti dell’Accordo di Scambio e Cooperazione fra Uk e Ue.

Scritto da Redazione
Brexit e giochi: cosa cambia per le concessioni europee

Cosa accade nel settore del gaming in seguito alla Brexit e in virtù dell'Accordo di scambio e cooperazione siglato fra l'Unione europea e il Regno Unito lo scorso 24 dicembre? Una domanda che gli addetti ai lavori si pongono da ormai diversi giorni e alla quale prova rispondere l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, attraverso un open hearing interamente dedicato alla materia e ai suoi possibili riflessi sulle concessioni di Stato per la raccolta del gioco pubblico, dal titolo: Brexit: concessione giochi e sede legale.

 

A seguito della scadenza del termine del periodo di transizione previsto fino al 31 dicembre 2020 dal precedente Accordo sul recesso del 24 gennaio 2020 - anche se non esplicitamente previsto ma agevolmente deducibile in via interpretativa - il Regno Unito non farà più parte dello Spazio Economico Europeo. Tutto questo mentre le convenzioni di concessione per il gioco pubblico prevedono, invece, l’obbligo per tutti i concessionari di mantenere, per l’intera durata della concessione, la sede legale in Italia o in uno degli altri Stati membri. Con previsioni analoghe previste anche per la residenza delle infrastrutture, incluse quelle tecnologiche, hardware e software, dedicate alle attività oggetto di concessione. Da qui la necessità di approfondire la materia con l’open hearing di Adm volto a raccogliere le opinioni e le osservazioni degli operatori di settore, in vista dell’elaborazione da parte dell’Agenzia di una circolare attuativa. Abbiamo meccanismo vigilanza che può avere dei margini di interpretazione anche se lo spazio per interventi sembra decisamente ridotto. Le domande verranno raccolte e tramutate in Faq sul tema da Adm che “si impegna a fornire indicazioni puntuali rispetto alle esigenze” anche se – come indicato dal Direttore generale Marcello Minenna durante l'open hearing – le indicazioni provenienti dall'accordo non sembrano lasciare molte possibilità rispetto a quella di provvedere al più presto alla migrazione delle infrastrutture dei concessionari che si trovano oggi in Regno Unito verso uno degli altri paesi europei. Tuttavia la complessità della materia richiede e merita risposte precise che l'amministrazione si impegna a fornire agli operatori nel più breve tempo possibile vista anche la necessità di adeguarsi prontamente alle nuove prescrizioni e all'accordo siglato tra Ue e Uk.

 

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