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Nuovo Dpcm: tutte le misure in arrivo e il nodo giochi

12 gennaio 2021 - 10:44

Governo al lavoro sul nuovo Dpcm con le restrizioni che entreranno in vigore da sabato 16 gennaio: decisione il 13 gennaio, emergenza prorogata a fine aprile.

Scritto da Ac
Nuovo Dpcm: tutte le misure in arrivo e il nodo giochi

 

Ultime giornate “in giallo” per le regioni italiane prima di passare nuovamente al regime di maggiori restrizioni, a partire da sabato 16 gennaio, quando entreranno in vigore le nuove regole, contenute in un Dpcm che il Governo approverà entro la settimana. Probabilmente, senza grandi colpi di scena, con gran parte delle restrizioni in vigore fino ad oggi che verranno mantenute e con l'unica novità ormai certa che dovrebbe essere quella del divieto per i bar di vendere cibi e bevande da asporto dopo le ore 18. 

Resta dunque il sistema della divisione a colori dell'Italia ma con un intervento sugli indici di rischio per facilitare gli ingressi in zona arancione e possibile istituzione di una quarta zona (la bianca) senza restrizioni. Ed è qui che albergano, momentaneamente, le speranze degli addetti ai lavori del gioco pubblico, che anche attraverso i movimenti di piazza di queste ore stanno provando a far sentire la propria voce, provando a spiegare le enormi difficoltà che si trovano a dover affrontare dopo la prolungata chiusura, che continuano a ritenere ingiustificata, tenendo conto del basso rischio di contagio riscontrato negli ambienti di gioco e la disparità di trattamento rispetto ad altre attività di gioco. Una serie di argomentazioni che potrebbero anche trovare ascolto, direttamente o indirettamente, da parte del governo, magari anche attraverso il Tribunale amministrativo del Lazio, che aveva invitato l'esecutivo a illustrare le ragioni che avevano portato all'adozione di misure così restrittive e pure prolungate nei confronti del gioco.

La speranza degli operatori, dunque, è quella di poter ottenere una riapertura – sia pure limitata nel tempo e nella modalità di fruizione nei locali anche rispetto alla precedente fase post-lockdown della scorsa estate – all'interno delle zone che verranno definite “bianche” e magari già dal 16 gennaio.

Al momento, tuttavia, secondo quanto apprende GiocoNews.it, il tema del gioco non è ancora stato affrontato apertamente dal governo, a differenze di altri come: impianti di scii, palestre, cinema e teatri, per i quali esistono già diverse ma precise posizioni, sia all'interno del governo che tra le regioni. Al punto che il documento inizia a prendere forma, dopo il vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di domenica 10 gennaio e l’incontro con le Regioni, province e comuni dei ministri della Salute Roberto Speranza e delle Regioni Francesco Boccia il giorno successivo: per quello che sarà il primo provvedimento del 2021 sul contenimento del Covid-19 che sarà illustrato domani, mercoledì 13 gennaio, in Parlamento dal ministro Speranza per poi entrare in vigore sabato 16 gennaio dopo un ulteriore vertice con gli enti locali il giorno prima. Nel frattempo, però, il Consiglio dei ministri è chiamato ad approvare il Dpcm con le restrizioni darà il via libera anche a un decreto legge con la proroga dello stato d’emergenza fissata al 30 aprile.

LE MISURE ANTI MOVIDA E IL NODO GIOCHI – Tra le cose già decise dal governo, c'è la cosiddetta stretta anti-movid: assembramenti, feste illegali e risse che si sono verificate tra giovani in diverse città il Governo ha deciso di introdurre nel nuovo Dpcm una misura che prevede il divieto di asporto imposto ai bar dopo le ore 18. Sarà consentito solo la consegna a domicilio. Con misure specifiche per il fine settimana, considerati giorni a rischio per la socializzazione. Per questo viene valutata la possibilità di portare il sabato e la domenica in fascia arancione tutte le regioni. Più probabile che verrà confermata la chiusura dei centri commerciali nel weekend. I musei potrebbero riaprire con accessi contingentati ma soltanto nelle Regioni gialle, su proposta del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. Mentre palestre e piscine resteranno chiuse per il mese di gennaio, anche se il tema dovrebbe essere al centro di una riunione del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il Comitato tecnico scientifico, per valutare l’ipotesi di aperture delle palestre per lezioni individuali. La riapertura degli impianti di risalita è prevista per il 18 gennaio ma viene dato per scontato un nuovo posticipo.

IL PRESSING DEI TERRITORI - Coerentemente con queste previsioni, anche il gioco pubblico dovrebbe rimanere chiuso almeno fino alla fine del mese, per poi valutare una possibile riapertura da febbraio, anche se – come anticipato – il tema non è stato ancora apertamente discusso. Anche se dovrà essere affrontato nelle prossime ore. Ciò anche alla luce delle richieste provenienti da alcune regioni. Se, infatti, non sembrano essere richieste specifiche sulla riapertura del gioco pubblico da parte degli enti locali, alcune pressioni sembrano arrivare nei confronti del “gioco” in senso più ampio e generale. Il riferimento è infatti al nodo dei casinò che interessa – com'è evidente – alcuni territori specifici e cioè: Valle d'Aosta, Liguria e Veneto, dove si trovano le tre case da gioco italiane, direttamente partecipate dagli enti locali. Rispetto a tali realtà, al contrario del gioco pubblico, esistono diverse rivendicazioni anche da parte delle forze politiche di maggioranza e opposizione, almeno di carattere locale, che chiedono la riapertura, sulla base dei criteri di sicurezza garantiti all'interno delle strutture, segnalando anche una differenziazione rispetto agli altri locali di gioco, come sale slot, vlt, bingo o scommesse. Ed è proprio sulla base di queste richieste che potrebbe aprirsi uno spiraglio per l'intero comparto del gioco visto che difficilmente potrebbe verificarsi la riapertura dei casinò lasciando chiusi gli altri locali. Se, come appare anche dalle risposte dei vari tribunali interrogati sulla legittimità delle restrizioni, le attività di gioco sono state sospese sulla base di una valutazione della loro non “essenzialità”, che esula anche dalla valutazione delle misure adottate nei locali, non potrebbe reggere alcune differenziazione di sorta tra una casa da gioco e un'agenzia di scommesse, perché sempre di gioco si tratta. Per questa ragione, dunque, il tema del gioco – in senso generale – dovrà essere affrontato nelle prossime ore, in vista del Dpcm da discutere domani in parlamento (magari con uno sguardo al Tar del Lazio), anche se le restrizioni regionali sembrano archiviare già in anticipo ogni ipotesi di riapertura dei casinò. 

GLI ALLARMI DA VALUTARE - A pesare sulla decisione finale, tuttavia, potrebbero essere anche gli altri warning che arrivano dagli altri Dicasteri. A partire dal “buco” che si viene a creare nel gettito da lotta all’evasione che tra gennaio e novembre ha segnato un -32 percento, come certificato dal bollettino del Mef, dove emerge la fortissima diminuzione delle entrate da giochi, apri a 9 miliardi, ovvero 4,9 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato a cui si aggiunge l'altro allarme proveniente dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli rispetto al dilagare dell'illegalità durante il prolungato lockdown. Una serie di informazioni che dovrebbero portare il governo a riconsiderare la chiusura del gioco, prima o poi.

 

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