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Gioco e finanza, Clemente: 'Con la crisi Covid-19, spazio alla criminalità'

10 febbraio 2021 - 09:30

Le due fasi delle infiltrazioni mafiose in tempi di pandemia nelle parole del direttore Uif in commissione antimafia: 'Boom di segnalazioni nel gioco online'.

Scritto da Redazione
Gioco e finanza, Clemente: 'Con la crisi Covid-19, spazio alla criminalità'

"Con riguardo al comparto dei giochi, le difficoltà degli operatori abilitati hanno ampliato le opportunità di esercizio illegale o abusivo delle attività. Si è registrata una complessiva contrazione delle segnalazioni (-11 per cento rispetto al 2019) attribuibile alle misure restrittive imposte per la gestione dell’emergenza. Il calo, come prevedibile, ha interessato gli operatori tradizionali dei comparti slot machine, videolottery e sale bingo, a fronte di un aumento di segnalazioni riferite al gioco online (+67 per cento).  Dall’analisi delle segnalazioni si rileva un forte inserimento della criminalità organizzata nelle operazioni sospette connesse con la fase pandemica: in ben 341 segnalazioni sono presenti persone censite negli archivi dell'antimafia come potenzialmente collegate alle associazioni criminali".

Queste le parole pronunciate alcuni giorni fa da Claudio Clemente, direttore Uif (Unità di informazione finanziaria), nel corso di un'audizione in commissione bicamerale antimafia. Il processo di penetrazione criminale, seocno Clemente, sarebbe avvenuto in due distinti momenti. Nella fase iniziale dell’epidemia è emerso l’interesse anche di soggetti presumibilmente legati ad ambienti della criminalità organizzata a entrare nel comparto della produzione e/o commercializzazione di prodotti sanitari, medicali e di dispositivi di protezione individuali in ragione dei flussi di reddito attesi.

"Tale ingresso - ha spiegato Clemente - è avvenuto, per quanto osservabile, con la riconversione della produzione di prodotti tessili in mascherine e altri dispositivi di protezione, con l’assunzione, da parte di soggetti di dubbio profilo, di ruoli operativi in imprese anche di dimensioni non rilevanti e con il ricorso a soggetti interposti per il controllo di attività imprenditoriali o commerciali dopo la modifica dell’oggetto sociale. Significative di questa fase le frodi connesse alla vendita (ed eventuale mancata consegna) di dispositivi di protezione a prezzi apparentemente sproporzionati rispetto a quelli di mercato e, in qualche caso, l’aggiudicazione delle commesse, a seguito di gare pubbliche, a imprese i cui esponenti detenevano partecipazioni in società destinatarie di interdittive antimafia".

In una seconda fase sono emerse con maggior frequenza ipotesi di vere e proprie infiltrazioni nelle imprese e tentativi di appropriazione di fondi pubblici destinati al sostegno all’economia con operazioni simulate per precostituire i requisiti per l’accesso ai fondi. Sono emerse probabili regie unitarie perpetrate anche con l’intervento di consulenti e professionisti. Emblematiche in tal senso alcune segnalazioni riguardanti l’attività di gruppi criminali di stampo mafioso che, attraverso dichiarazioni fiscali false o fuorvianti, ottenevano in modo fraudolento rimborsi IVA poi trasferiti all’estero; i proventi dei reati venivano quindi reintrodotti in Italia in contanti ovvero attraverso la cessione di quote societarie la cui entità non trovava riscontro nei corrispettivi riportati negli atti di cessione. Ulteriori successive segnalazioni hanno rivelato che alcune società coinvolte in questo schema operativo hanno utilizzato il falso fatturato generato dalla frode IVA per creare artificiosamente il requisito necessario all’ottenimento di prestiti e contributi pubblici non rimborsabili, concessi nel contesto delle misure volte a sostenere il sistema economico a seguito dell’emergenza.

"La disciplina antiriciclaggio - ha detto ancora Clemente - è stata interessata direttamente da modifiche apportate dal cosiddetto Decreto Semplificazioni, al fine di favorire i processi telematici di acquisizione della clientela. In caso di operatività a distanza, l’identità è verificata sulla base di documenti, dati o informazioni ottenuti da una fonte affidabile e indipendente, a prescindere dal riscontro di un documento di riconoscimento. Sono state inoltre ampliate le forme di identità digitale consentite per l’identificazione a distanza. Si tratta di previsioni da valutare positivamente perché consentono di operare in modo più agevole nel contesto delle attuali misure di distanziamento sociale; i rischi che esse inevitabilmente comportano vanno mitigati calibrando le procedure e i controlli, per intercettare eventuali abusi da parte di utenti intenzionati a celare la propria reale identità. Occorre evitare che tali semplificazioni possano agevolare la distribuzione nel nostro Paese di servizi e strumenti di pagamento, anche accessori al gioco on line, che ostacolano o rendono artificiosamente più oneroso il tracciamento delle operazioni nell’ambito di indagini finanziarie o investigative".

 

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