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Pedrizzi: 'Settore del gioco in crisi mentre la malavita fa affari d'oro'

26 febbraio 2021 - 10:47

Settore gioco in piena crisi, affari d'oro della malavita e banche che usano strani sistemi di valutazione: i temi accennati nell'apertura della tavola rotonda 'In nome della legalità'. 

Scritto da Daniele Duso
Pedrizzi: 'Settore del gioco in crisi mentre la malavita fa affari d'oro'

“Per il settore del gioco siamo giunti all’ultima spiaggia. Se si dovesse andare avanti con queste restrizioni metteremmo sul lastrico 150 persone, 150 famiglie”. Inizia così l’intervento di Riccardo Pedrizzi, giornalista, scrittore e presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato nel periodo 2001-2006, alla tavola rotonda organizzata da Codere  Italia sul tema “In nome della Legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro”. 

Ma i temi nati con la chiusura del gioco legale sono molti, non solo la crisi di “una miriade di piccole imprese e grandi multinazionali come Codere, Sisal e Lottomatica, che ne risentono anche nelle quotazioni in borsa. “La raccolta – ricorda Pedrizzi citando dati già conosciuti – è passata da 47,5 miliardi di euro del 2008 ai 110 miliardi del 2019, ma con un forte calo del gettito l’anno scorso, -5,7 miliardi, passando dagli oltre 15 miliardi del 2019 ai 9,8 miliardi del 2020”.

Certo, è aumentato il gioco online, spiega Pedrizzi, ma “è aumentato fisiologico. Resta una grande richiesta di gioco fisico, che attualmente trova risposta nel gioco illegale. Il Procuratore nazionale antimafia parla di 20 miliardi finiti nelle casse del gioco illegale solo nel nostro Paese, ossia il 20% di tutto il gioco legale”.

Citando una serie di operazioni delle forze dell’ordine da Palermo a Milano, Pedrizzi sottolinea che “non vi sono isole felici. Il problema è su tutto il territorio nazionale. E più si chiude più crescono i reati. Dal 1° marzo all’ottobre 2020 – continua Pedrizzi citando dati della Gdf – sono stati più di 600mila le operazioni illegali”.

E infine l’altro grande tema, quell’accesso al credito. “Ci sono banche che operano in Italia e fanno capo ad azionisti stranieri, che in Italia utilizzano un codice etico nel valutare (ed escludere) dei clienti provenienti dal settore del gioco, mentre esse stesse, altro, come magari a Parigi, si trovano ad essere proprietarie di case di gioco e fanno profitti con il settore del gioco”.

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