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Leggi gioco: confronto aperto in Piemonte, Lazio e Marche

13 aprile 2021 - 09:12

La riapertura post-lockdown delle attività di gioco potrebbe essere un miraggio nelle regioni dove stanno per entrare in vigore i distanziometri: i 'casi' di Piemonte, Marche e Lazio.

Scritto da Francesca Mancosu
Leggi gioco: confronto aperto in Piemonte, Lazio e Marche

Domani, 14 aprile, il Consiglio del Piemonte inizierà l'esame della proposta di legge di Claudio Leone (Lega) volta ad eliminare la retroattività della normativa sul gioco varata nel 2016, ma ci sono anche altre regioni dove l'entrata in vigore dei distanziometri introdotti dalle leggi per il contrasto al Gap rischia di abbattersi come una mannaia sulle attività del settore, già duramente provate dall'infinito lockdown anti Covid. Come il Lazio e le Marche, per le quali, salvo proroghe, il D-day dovrebbe scattare fra la fine di agosto e la fine di novembre.

Un tema "caldo", al centro di uno speciale pubblicato sulla rivista cartacea di GiocoNews di aprile (consultabile nella sua interezza a questo link), e del quale vi proponiamo la prima puntata, partendo proprio dalla "corsa contro il tempo" del Piemonte.


Qui la data da segnare sul calendario è il 21 maggio, giorno in cui la normativa approvata nel 2016 entrerà in vigore – come accaduto fra 2017 e 2019 per esercizi pubblici e commerciali, circoli privati, location dedicate esistenti alla data di entrata in vigore della legge – anche per le sale da gioco e scommesse con autorizzazioni rilasciate dal 1° gennaio 2014 e sale scommesse con autorizzazioni risalenti al periodo tra il 1° gennaio 2015 e il 27 ottobre 2016.
Norme che fino ad oggi, secondo gli studi della Cgia di Mestre hanno condotto ad una perdita di 1700 posti di lavoro, che dopo maggio potrebbe allargarsi a 2.870-3.800 unità.
Un'enormità, in tempi già difficili come questi, contro i quali i lavoratori hanno fatto appello alla politica, con la manifestazione di piazza Castello a Torino del 18 marzo e con centinaia di mail indirizzate ai consiglieri regionali. Compresi quelli di maggioranza, che, a dire il vero, fin dalla campagna elettorale hanno preso l'impegno di eliminare la retroattività della legge, con una proposta – firmata dal leghista Claudio Leone - che arriva sotto la lente del Consiglio fra le "barricate" promesse dalla minoranza e le prese di posizione della maggioranza, che intende perseguire il proprio obiettivo.
Come assicurato anche dall'assessore al Bilancio, Andrea Tronzano: “Come abbiamo già detto più volte, in questi anni, la legge è ingiusta e va modificata. Togliere la retroattività ed eliminare la stortura della data del 20 maggio sono due cose che rimettono al centro il diritto all'impresa e al lavoro e tutelano la legalità. Potenziare la prevenzione e la cura dei giocatori patologici sono altre due azioni importanti”.
Una promessa che non tranquillizza Alessia Milesi, presidente della delegazione regionale di Piemonte e Valle d’Aosta dell’associazione Sapar. “La manifestazione dei lavoratori di marzo ha reso evidente il disagio e la preoccupazione dei lavoratori di questo importante e lecito comparto.
Nessuna forza politica regionale credo possa prendersi la responsabilità di lasciare a casa migliaia di lavoratori che erano e sono regolarmente assunti dalle aziende di gestione, senza contare i lavoratori non diretti della filiera del gioco, in un momento del genere, in cui migliaia di realtà imprenditoriali non riusciranno a ripartire a causa della pandemia, ed andranno ad incrementare le fila di chi avrà bisogno dei sussidi statali, invece di pagare le tasse sul territorio e allo Stato centrale, e aiutare con il proprio reddito a far girare l’economia piemontese.
Le imprese di settore che rischiano la morte se non viene cancellata la retroattività della legge regionale 9/2016 erano e sono imprese legali, strutturate, sane, storiche e che creavano occupazione sul territorio.
Releghiamo al passato questo voler risolvere un problema creandone un altro, che poco dovrebbe aver a che fare con la situazione occupazionale e imprenditoriale drammatica in cui ci ritroviamo oggi.
Ben vengano quindi politici e forze politiche audaci e intelligenti che sappiano analizzare costi e benefici delle loro scelte e sappiano trovare soluzioni efficaci e realistiche e soprattutto attuabili per risolvere le problematiche a cui sono chiamati a rispondere.
Oggi serve capire che si evita che le persone sconfinino dal gioco alla ludopatia non vietando di giocare, ma formando e informando la popolazione, che così può scegliere come, perché, in che modo, con quali strumenti e quanto tempo dedicare al gioco.
Distruggere un settore lecito non serve e questo credo sia facilmente intellegibile ai componenti del consiglio regionale al quale oggi si richiede di comprendere e affrontare le ragioni che hanno spinto tanti lavoratori a scendere in piazza”.
 
LAZIO, 16MILA OCCUPATI DA TUTELARE - La fine dell'estate invece sarà decisiva per il Lazio, altra regione alle prese con un distanziometro retroattivo: quello introdotto dal Collegato di bilancio approvato nel febbraio dello scorso anno dal consiglio regionale e che entrerà in vigore dall’agosto prossimo, comprensivo di una serie di misure, che causeranno sostanzialmente la chiusura di tutte le attività di gioco fisico.
Diciotto i mesi di tempo concessi per eliminare gli apparecchi collocati all'interno di esercizi pubblici commerciali o di sale da gioco vicine a luoghi sensibili, che quindi, salvo modifiche, saranno formalmente “fuorilegge” dal 28 agosto 2021.
Scadenze che rischiano di far perdere il posto di lavoro alla stragrande maggioranza dei 16mila occupati attuali, considerando che il territorio insediabile per le location di gioco sarebbe pari allo 0,7 percento della superficie regionale.
A differenza del Piemonte, al momento il tema non è stato oggetto di proposte di legge ma di una sola audizione che ha visto le associazioni di categoria del settore gioco rappresentare alla politica i gravi rischi occupazionali e di tenuta del sistema legale.
Fra esse si annovera Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici, per la quale a fare il punto è Matteo Marini, membro del consiglio direttivo. “È una legge scritta male che porterà ad una serie di problemi seri e irreparabili: diffusione dell’illegalità, perdita di posti di lavoro, perdita di risorse per la collettività.
Una legge di per sé irragionevole diventa assurda in un momento così grave per l’economia quale l’attuale e quello che ci troveremo ad affrontare a fine pandemia.
Il periodo di lockdown del gioco sta generando un pericoloso ritorno dell’illegalità: da marzo 2020 ad oggi, mediamente ogni tre giorni viene scoperta un’attività di gioco illecita. Le imprese che operano sul territorio laziale stanno seriamente rischiando di non riaprire con le conseguenti ricadute occupazionali.
Questo periodo è stato solo la prova generale di quanto avverrà nel Lazio dopo agosto.
Visto che il Nadef prevede il riordino del settore nel 2021, chiediamo di attendere il riordino nazionale posticipando l’entrata in vigore della legge.
In questo momento, a nostro avviso, si dovrebbe fare tutto il possibile per rivitalizzare le attività economiche e produttive del Paese. Non basterà un anno per riprendersi, se si considera che per ogni giorno di chiusura non è sufficiente uno di apertura a pareggiare i conti. Le spese per utenze, affitti, ammortamenti, corrono comunque, quindi la proporzione è uno a quattro/cinque”.
Per Marini quindi è importante proseguire con le audizioni in Consiglio e il dialogo con la politica. Che in questo caso risponde con la neo assessora agli Enti locali e alla sicurezza urbana Valentina Corrado, in quota cinque stelle.
“Siamo consapevoli che stiamo vivendo un periodo drammatico e complicato per numerosi comparti a causa della pandemia che ha avuto e continua ad avere ripercussioni non solo dal punto di vista della salute ma anche sotto il profilo sociale ed economico della nostra regione.
Nella veste di consigliere regionale ho ascoltato, insieme ai colleghi di commissione, le difficoltà che vivono anche i lavoratori che operano in questo comparto e le proposte che arrivano dagli operatori del settore.
È una situazione complessa che impone una riflessione più ampia anche alla luce dei dati correlati all’usura e al sovraindebitamento come fenomeni che hanno visto una crescita esponenziale nell’attuale contesto di difficoltà economica di numerose famiglie. Penso che la pandemia debba farci riflettere sul modello di società che vogliamo per il futuro dei nostri figli e personalmente auspico nel sostegno delle istituzioni per la riconversione delle attività legate al gioco in attività che non alimentino povertà economica e sociale”.
Ad entrare maggiormente nel merito della questione è Massimiliano Maselli, consigliere regionale di Fratelli d'Italia.
“Considerando quello che è accaduto negli ultimi 13 mesi, con il gioco quasi sempre fermo, è impossibile che gli esercizi generalisti possano essersi adeguati alla normativa in un tempo così breve. Inoltre, non possono delocalizzarsi con facilità, e molti saranno costretti a rinunciare all'attività di gioco.
Il legislatore dovrebbe preoccuparsi di questa situazione, garantire scadenze congrue, per dare la possibilità agli operatori di prendere le loro decisioni. Serve un atto politico vero e proprio, non un pannicello caldo.
A breve tratteremo il nuovo Collegato di bilancio - la cosiddetta legge omnibus - approvato dalla Giunta e che dovrebbe poi andare in commissione Bilancio e in Consiglio per essere licenziato entro il mese di aprile: è lo strumento ideale per poter presentare un emendamento, di cui mi farò carico, sperando sia condiviso da altri consiglieri, per chiedere la proroga dell'entrata in vigore della normativa”.
 
MARCHE, GLI OPERATORI PUNTANO SUL CONFRONTO CON LA REGIONE - La strada non è particolarmente facile neppure nelle Marche, dove nel 2019 il consiglio regionale ha approvato una proroga per l'applicazione del distanziometro retroattivo – contenuto nella legge n. 3 del 2017 - al 30 novembre 2021, sia alle sale da biliardo o da gioco, nonché agli altri esercizi commerciali o pubblici o circoli privati ed associazioni o nelle aree aperte al pubblico, autorizzati alla pratica del gioco .
Sul territorio circa 10.500 posizioni lavorative sono occupate nel settore del gioco lecito e circa 2mila sono a rischio.
L'intenzione della Regione sembra essere quella di aprire un tavolo di confronto con le associazioni del comparto, per trovare insieme una soluzione per salvaguardare in primis la salute dei giocatori, senza dimenticare gli interessi delle imprese.
Il vice presidente della Regione Marche e assessore allo Sviluppo economico, Mirco Carloni, dal canto suo sottolinea: "Ho proposto informalmente alla maggioranza di specificare meglio l'entrata in vigore della legge in questione.
Ritengo che le norme restrittive possano essere in vigore da dicembre per le nuove attività che apriranno; viceversa, trovo sbagliato imporre retroattivamente gli effetti a chi già esercita nel rispetto delle leggi vigenti.
Credo che in questo momento socio economico quella norma vada rivista alla luce delle evidenti sofferenze del settore commercio. Spero di trovare la disponibilità della assemblea legislativa in tale direzione”.
Paolo Gioacchini, vice presidente As.tro con delega per le Regioni Marche e Abruzzo, evidenzia le criticità dell'attuale normativa. “Innanzitutto andrebbe eliminata la retroattività, poi servirebbero degli orari uniformi su tutto il territorio, condivisi dagli Enti locali. Altrettanto importante sarebbe salvare i cambi di gestione – che ora non sono disciplinati e sono equiparati alle nuove attività – e regolare la reciprocità dei luoghi sensibili, visto che, al momento, se ne sorge uno nuovo dopo che l'attività di gioco si è già insediata, costringe la seconda a trasferirsi o a chiudere”.
 

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