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Draghi: 'Prime riaperture dal 26, è un rischio, ma ragionato'

16 aprile 2021 - 13:33

Da Draghi e Speranza un calendario per le riaperture, anche se 'tutto dipenderà dai dati'. Si punta tutto sui vaccini, ma il gioco deve attendere.

Scritto da Daniele Duso
Draghi: 'Prime riaperture dal 26, è un rischio, ma ragionato'

"Voglio che si possa guardare al futuro con prudente ottimismo e con fiducia". Questo l'incipit di Mario Draghi nella conferenza stampa nella quale ha annunciato la road map verso il ritorno alla normalità. "Sono tre i blocchi di provvedimenti - ha spiegato Draghi -: le aperture, lo scostamento di bilancio e il Def, e le opere che sono state messe in cantiere". Non ha parlato di gioco pubblico, Mario Draghi, come era logico attendersi in questo frangente, ma le parole del premier e del Ministro Roberto Speranza hanno lasciato intendere che potrebbe servire ancora tempo: intanto ripartono le attività all'aperto, poi via via le altre, ma "tutto dipenderà dai dati".

APERTURE - "Stamattina in cabina di regia abbiamo anticipato al 26 aprile l'introduzione della zona gialla - ha detto Draghi -, ma introducono un cambiamento rispetto al passato: si dà prevalenza alle attività all'aperto, a pranzo e cena, e riaprono tutte le scuole in zona gialla e arancione, mentre in rossa resta la suddivisione presenta/distanza. Con la decisione di oggi il Governo ha preso un rischio ragionato, fondato su dati in miglioramento, ma non miglioramento drammatico. Questo rischio, che incontra le aspettative dei cittadini, si fonda sulla premessa che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente. Le autorità, gli enti locali e le forze dell'ordine dovranno svolgere un ruolo attivo. Solo così il rischio ragionato si traduce in opportunità straordinaria, per l'economia e per la nostra vita sociale. La campagna vaccinale sta andando bene, è stata questa una delle considerazioni fondamentali per prendere le nostre decisioni".

I VACCINI - Anche il ministro Speranza ha confermato che il piano vaccinale sta andando bene. "L'evidenza scientifica ci dice che nei luoghi all'aperto è molto più difficile contagiarsi, da qui le aperture per i ristoranti. Ma nelle prossime settimane, se i dati continueranno a migliorare, potremmo pensare anche a più aperture".

ASCOLTATE LE CATEGORIE - "I provvedimenti che rispondono al disagio di moltissime categorie, in questo senso portano a una maggiore serenità nel Paese. Portano le basi per la ripartenza dell'economia. Mi aspetto un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi, mentre poi dovremmo attestarci su una crescita che ci faccia recuperare qualche punto nel rapporto debito/Pil. Occorre assicurare che si continui a crescere, a crescere nella misura necessaria per tornare a essere un Paese che cresce.

IL CRONOPROGRAMMA DELLE APERTURE - "Il calendario ha come prima data chiave il 26 di aprile - ripete il ministro Speranza -. C'è una road map che ci accompagnerà che monitoreremo passo passo. Dal 15 maggio piscine all'aperto, dal 1° giugno palestre, dal 1° luglio attività fieristiche, c'è quindi l'idea di un percorso che mettiamo in campo e che ci consente di gestire una fase di transizione. Non sarebbe onesto indicare un giorno X nel quale scompare qualsiasi misura di contenimento. L'arma su cui puntiamo è quella della vaccinazione, è il nostro scudo, più il nostro scudo è forte, più possiamo sperare. La stagione che si apre con il vaccino è una stagione molto diversa, poi dovremo analizzare molti dati, in termini di varianti, e anche di risposta da parte del Paese, un punto, quest'ultimo, su cui l'evidenza scientifica dovrà darci una mano".

REMOTO IL RISCHIO "SARDEGNA" - Il declino delle curve, ha quindi aggiunto Draghi rispondendo a una precisa domanda "è continuo ed è stato continuo nelle ultime settimane, ma è meno marcato di quanto ci si sarebbe potuto aspettare sulla base di varianti diverse. A proposito del tornare indietro (un possibile "caso Sardegna" esteso al Paese, ndr) è una delle possibilità, ma la possibilità che si debba tornare indietro è molto piccola, molto bassa.

NON SOLO FATTURATO, SI GUARDA IL MOL - "Del Decreto sostegni che è stato approvato l'altra settimana - ha continuato Draghi - voglio mettere in risalto soltanto due: per primo la rapidità dei pagamenti. Dal 30 marzo ad oggi sono stati pagati 2 miliardi nella prima settimana, significa che coloro che ha fatto domanda hanno trovato, complessivamente, due miliardi nel loro conto corrente, la seconda settimana un altro miliardo, e i pagamenti non sono ancora terminati. L'altra questione che si è aperta, anche grazie alle reazioni al primo decreto, è se si potessero introdurre dei cambiamenti nei criteri con cui questi fondi venivano allocati. Il criterio adottato con il primo decreto è stato quello del fatturato e ha suscitato perplessità in tanti per vari motivi, allora si sta pensando di aggiungere, oltre al criterio del fatturato (che rimane, Ndr) anche un criterio che riguarda l'utile l'imponibile fiscale. In maniera tale da vedere esattamente i soggetti che sono stati più colpiti dalla pandemia. bisognerà considerare che prendendo con il fatturato i pagamenti sono molto rapidi, mentre con l'utilizzo di altri parametri i tempi, anche se non di molto, si allungano. Di quanto? Di circa 3-4 settimane rispetto al pagamento immediato che c'è stato finora. L'obiettivo è quello di ristorare i costi fissi e gli affitti. Si dà una mano alle partite Iva, si usa lo strumento dell'esenzione fiscale. Una serie di provvedimenti che hanno senso solo se le imprese vivono".

SCOSTAMENTO DI BILANCIO - Già le aperture dovrebbero incoraggiare l’attività economica, ha detto Draghi, il resto spetta agli altri provvedimenti presi, con quello relativo allo scostamento di bilancio e al Def. “Questa settimana il ministro dell'Economia Daniele Franco ha presentato il Def, documento economia e finanza, annunciando la prima cosa su cui appuntare l'attenzione, che è l'entità dello scostamento  di bilancio, di 40 miliardi”. Si va verso un deficit importante, che il Paese si può permettere anche perché oggi non guarderà più ai debiti con gli occhi di ieri. “Anche molti altri paesi europei sono nella nostra stessa situazione” ha sottolineato il premier, mostrandosi sicuro da una parte che “ora si ragiona con altri occhi e con regole diverse. Dubito che qualcuno vorrà imporre le regole del passato già da domani”. L’Italia, secondo Draghi, saprà rientrare da questo debito con riforme degli investimenti e attraverso lo sviluppo, una crescita sostenibile e rispettosa dell’ambiente. “Qui non è più una questione di far debito non far debito – ha sottolineato Draghi –, noi stiamo facendo una scommessa sul debito buono, che deve essere investito bene”.

OPERE PUBBLICHE - E poi spazio alle opere. “Il ministro Giovannini ha programmato un cronoprogramma dove si vede esattamente l'apertura dei cantieri, mese dopo mese, ognuna con una data precisa, perché i vari stadi sono stati specificati e concordati con tutte le autorità che hanno un rilievo nel autorizzare e nell'attuare questi interventi”. Un totale di 57 opere per le quali, come ha precisato lo stesso premier, sono stati già individuati 57 commissari.

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