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Regioni e riordino, gioco fra proroghe e nuove modifiche

07 febbraio 2022 - 11:29

Seconda puntata dello speciale di GiocoNews sulle leggi regionali sul gioco approvate o in divenire, lo scenario in Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Liguria e Lombardia.

Scritto da Francesca Mancosu
Regioni e riordino, gioco fra proroghe e nuove modifiche

Il riordino nazionale del gioco pubblico, in virtù del disegno di legge delega su cui il Governo è al lavoro in queste settimane potrebbe arrivare in tempi ragionevoli, ma intanto le Regioni vanno avanti per la propria strada, con strategie anche molto eterogenee.

Ne parliamo in uno speciale pubblicato sulla rivista cartacea di febbraio di Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).

Dopo la prima puntata, dedicata a Piemonte, Marche e Lazioecco la seconda: riflettori accesi su Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Liguria e Lombardia.

 

FRIULI VENEZIA GIULIA, STOP ALLE DISPARITÀ DI TRATTAMENTO - Come nel Lazio, il Collegato di bilancio è stato veicolo di cambiamento anche in Friuli Venezia Giulia. Qui il consiglio regionale, poco prima dello scorso Natale, ha approvato un emendamento per prorogare l’adeguamento al distanziometro di sale da gioco, sale scommesse, bingo e videolottery entro il termine delle concessioni governative attualmente in essere, la cui scadenza è fissata alla fine di marzo 2022, salvo ulteriori proroghe,  dando corso alla naturale scadenza delle concessioni in corso e ponendosi nel solco della proroga introdotta a luglio 2021, negli stessi termini, per le Awp installate negli esercizi generalisti.
 Il tema del contrasto al gioco patologico è stato invece specificatamente affrontato nell'articolo 8 del disegno di legge 149 (Legge collegata alla manovra di bilancio 2022-24), con il sì ad un emendamento presentato dal consigliere Leonardo Barberio (Fratelli d'Italia), che ne descrive le finalità. “L'emendamento ha consentito di allineare il Friuli Venezia Giulia alla scadenza prevista a livello nazionale, prossima ad essere prorogata, in modo da uniformare la legislazione vigente e non creare disparità di trattamento tra le nostre attività economiche e quelle che operano nelle altre regioni. Già siamo una regione di confine che subisce un turismo trasfontaliero per quanto riguarda l'utenza del settore gioco, facendo sorridere i nostri competitor sloveni: ci mancherebbe solo di andare a creare disparità tra una regione e l'altra”.
Il tempo guadagnato potrebbe essere utilizzato per mettere mano alle norme in materia, assicurando una maggiore stabilità al comparto, ma per Barberio “La prima iniziativa deve assumerla il Parlamento. Non si può lasciare che le singole regioni si muovano a macchia di leopardo. Considerando i legittimi interessi delle attività che in questo settore hanno investito e creato occupazione è quanto meno rispettoso ci sia una omogeneità d'intenti”. Dal canto suo “Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge in Parlamento per introdurre la 'tessera del giocatore', una sorta di badge che consente il tracciamento e la tutela dei soggetti affetti da ludopatia, inibendo loro l'utilizzo dei dispositivi di gioco. La trovo una risposta seria che affronta il tema in modo concreto e soprattutto non ideologico”.
 
LA SICILIA FRA GIUDIZI DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE E NUOVE MODIFICHE - L'isola, come noto, è stata l'ultima fra le regioni italiane a dotarsi di una specifica legge per il contrasto al gioco patologico, nell'ottobre 2020, ma la sua normativa in materia non può dirsi ancora consolidata.
La prima modifica al testo è infatti arrivata a luglio 2021, quando le sale gioco e gli esercenti già autorizzati prima della sua entrata in vigore sono stati espunti dall'articolo 6 che introduceva il distanziometro -  di 300 metri per i comuni inferiori ai 50mila abitanti e di 500 metri per i comuni oltre 50mila - per le attività poste in prossimità di luoghi sensibili come scuole e parrocchie.
Il ritocco è stato possibile grazie al disegno di legge presentato a suo tempo dal forzista Tommaso Calderone, che, però, non si è fermato qui. E ha rilanciato, presentando, sempre nel 2021, un disegno di legge per l'abrogazione della legge regionale 21 ottobre 2020, n. 24 con l'intenzione di “porre un rimedio tranciante ai disastrosi effetti economico-finanziari determinati dalla sua entrata in vigore” ed evidenziando che “non ha determinato nessun beneficio reale ai fini di arrestare il grave fenomeno della ludopatia”, e uno per “escludere i titolari di rivendita di generi di monopolio dal divieto distanziale, previsto dall'art.6, comma 1, della legge regionale n. 24, del 21 ottobre 2020, stante anche la loro professionalità”.
A sparigliare le carte, però, lo scorso ottobre è giunta la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale n. 18 del 21 luglio 2021  in quanto talune disposizioni in materia di pubblica sicurezza, sarebbero in contrasto con la normativa statale. Sotto la lente la previsione della legge regionale n. 18/2021 che considera “nuova installazione la cessione della licenza ad altro soggetto” e introduce la possibilità di trasmettere le autorizzazioni ai parenti in linea diretta, contravvenendo alle norme del Tulps per cui invece i requisiti sono personali.
Ma, mentre si attende la pronuncia della Corte costituzionale su questo punto, alla fine di aprile, la legge approvata a luglio 2021 resta a tutti gli effetti valida e in vigore. Lo precisa lo stesso Calderone, che ha presentato un nuovo disegno di legge che si prefigge la salvaguardia delle   posizioni  e   delle   aspettative giuridiche  degli  imprenditori,  già  autorizzati   alla  raccolta delle scommesse antecedentemente all'entrata  in vigore della legge regionale 21 ottobre 2020, n. 24,  “nel caso  di  stipula di un nuovo contratto, previa  verifica  in  capo  al  nuovo concessionario di tutti  i  requisiti previsti   dalla  legge  anche  in  materia  di  Pubblica sicurezza,  nel  caso  di risoluzione  o  rescissione  di quello precedente e di voltura della licenza”.
La proposta deve “passare al vaglio della commissione Sanità, ma tende a superare i dubbi di costituzionalità” ma i tempi sono stretti, visto che l'Assemblea regionale siciliana è nel pieno della sessione di bilancio – periodo nel quale non possono essere approvate altre leggi – e che incombe la fine della legislatura, ad ottobre.
 
LIGURIA, LA MINORANZA PREME PER IL VARO DI UNA NUOVA LEGGE - Un caso a parte è rappresentato dalla Liguria, regione in cui le norme regionali sul gioco sono state sospese sine die ormai dal 2018 dal Consiglio, in attesa del riordino nazionale. Uno stallo che hanno tentato di superare alcuni consiglieri del gruppo di Articolo 1 e Partito democratico, con un emendamento al Collegato di bilancio in discussione alla fine dello scorso dicembre, inesorabilmente bocciato dalla maggioranza ma che ha spinto il governatore Giovanni Toti a prendere l'impegno a riparlarne in contesti più consoni e mirati.
Una promessa che fa da pungolo al consigliere regionale Enrico Ioculano, firmatario dell'emendamento bocciato e noto ai nostri lettori come ex sindaco di Ventimiglia (Im), ai tempi in cui fu promotore dell'ordinanza che nel 2019 ha imposto il divieto di accendere gli apparecchi da gioco dalle 7 alle 19, consentendone il funzionamento solo dalle 19 alle 24 e dalle 24 alle 7.
Ioculano infatti intende “predisporre una proposta di legge che ripristini gli effetti della legge regionale 17 del 2012 sospesi dalla Giunta Toti. Ritengo doveroso salvaguardare i luoghi sensibili come scuole, spazi di aggregazione giovanile, di culto e sportivi e vietare l'installazione di nuovi apparecchi nonché rimuovere quelli attivi da più di 5 anni.
È una battaglia in cui credo fortemente e per cui mi batto da quando ero sindaco di Ventimiglia, dove insieme alla mia Giunta fummo tra i pochi a agire concretamente contro la ludopatia: l'ordinanza che emettemmo fu di esempio e ispirazione per altri tanti Comuni italiani virtuosi”.
Quanto al possibile riordino nazionale, secondo il consigliere ligure “la proposta deve partire dalla tutela delle fasce più deboli e più vulnerabili alle sirene del gioco d'azzardo. In questo senso auspichiamo un'armonizzazione della normativa adottando linee guida comuni su scala nazionale prendendo spunto dalle migliori esperienze regionali, come ad esempio l'Emilia Romagna, tra le più avanzate in termini di contrasto alla ludopatia. Attenzione però alle tempistiche e ai periodi transitori: invocare norme e tavoli nazionali che tardano anni nel produrre alcunché sono il miglior alleato di chi vuol mantenere lo status quo evitando di affrontare il problema”.
 
LOMBARDIA, AGGIORNAMENTO FERMO AL PALO - La normativa sul gioco potrebbe subire modifiche anche in altre regioni, dove al momento il confronto sul tema sembra essere sopito.
Ad esempio, si attendono proposte in Emilia Romagna, dove la granitica legge n°5/2013 finora ha resistito a qualsiasi ipotesi di cambiamento politico e anche alle questioni di legittimità del distanziometro regionale sollevate di fronte ai tribunali amministrativi.
Altra regione da tenere d'occhio è la Lombardia, che vede ferma ai box la proposta di legge n° 77 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale del 21 ottobre 2013, n. 8 (Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico) e alla legge regionale del 2 febbraio 2010, n. 6 (Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere)”, a firma di Luigi Piccirillo (Movimento 5 stelle) dopo alcune audizioni di fronte alle commissioni Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità tenutosi nell'ormai lontano 2019.
 

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