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Gioco, Eurispes: 'Il sistema delle concessioni frena l'illegalità'

28 aprile 2022 - 11:06

Rappresentanti dell'Eurispes in audizione in commissione d'inchiesta sul gioco sottolineano l'aspetto negativo del 'federalismo del gioco' creato dalle Regioni.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco, Eurispes: 'Il sistema delle concessioni frena l'illegalità'

I risultati delle ricerche dell’Osservatorio in relazione all’efficacia della normativa interna e comunitaria, con particolare riguardo al contrasto dell'illegalità nel gioco con vincita in denaro e del disturbo da gioco d’azzardo. Questi i temi trattati dal procuratore della Repubblica di Brindisi Antonio De Donno, che è anche presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio Giochi legalità e patologie dell'Eurispes, e dal direttore del comitato scientifico dell'Osservatorio giochi, legalità e patologie dell'Eurispes, Chiara Sambaldi, e dal vice direttore ricerche Eurispes, Alberto Baldazzi, nella loro audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfuzioni del gioco pubblico, istituita in Senato.

Focus, dunque, durante l'audizione, anche sulle norme regionali in materia di gioco e sulla loro efficacia, come spiega il presidente della Commissione, Mauro Maria Marino (Iv), al termine dell'audizione che, a differenza di altre del passato, non è stata diffusa dalla WebTv del Senato per via di una richiesta di segretazione da parte degli auditi, così come avvenuto la scorsa settimana con Antonio De Donno.

"I rappresentanti di Eurispes", spiega Marino, "hanno presentato un’analisi dei sistemi di frode più diffusa, in iniziando dunque con una sorta di continuum dell’audizione della settimana scorsa. In seguito l’esposizione è proseguita con dei ragionamenti riguardanti i limiti del distanziometro, che in fin di conti finisce per agevolare il giocatore patologico, che non ha problemi a fare qualche chilometro pur di continuare a giocare, rispetto a quello sociale, che preferisce non spostarsi, e sulla limitazione degli orari, che tende a rendere più compulsivo il comportamento del giocatore mano a mano che il tempo di gioco a disposizione sta per finire".

Continua Marino, spiegando che, "in quest’ottica, si è parlato anche del tema delicato della ludopatia, che richiede una forte azione di prevenzione per indurre il giocatore problematico a non cadere nel meccanismo".

Quindi Eurispes è passato a proporre "un’analisi della normativa domestica, che ha superato il vaglio della Corte di giustizia europea. Quando si andrà a nuove gare, tuttavia, ricordano da Eurispes, la Corte di giustizia chiederà che si tenga conto anche di operatori stranieri garantendo la libertà d’impresa. Vi è dunque la necessità di metter ordine alla stratificazione normativa che in molti casi mette in difficoltà gli stessi giudici. Nel complesso i rappresentanti di Eurispes presentano una disamina del sistema concessorio che, spiegano, rende molto meno facile le infiltrazioni della criminalità".

Infine c'è stato anche "un accenno all’accordo Stato-Regioni del 2017", chiude Marino, "in seguito al quale il Governo ha rispettato quasi tutti gli impegni, mentre le regioni sono andate un po’ da tutte le parti, creando quello che Eurispes ha definito una sorta di federalismo del gioco".

Giovanni Endrizzi, senatore del Movimento 5 Stelle, che è anche vice presidente della commissione, sottolinea in proposito: "La ricerca Ires dice che in Piemonte il distanziometro ha ridotto i consumi e anche la patologia, ma Eurispes ha riportato conclusioni diverse. Ho dunque chiesto di poter comparare la metodologia e i committenti delle ricerche".

Inoltre, osserva il senatore, "Eurispes usa il termine 'federalismo' nel gioco d’azzardo, con accezione dispregiativa, ma lamenta la mancata applicazione dell’accordo Stato-Regioni che prevedeva proprio di fare salve le normative regionali esistenti e la potestà delle Autonomie locali di emanare misure più protettive se motivate dalla situazione dei propri territori. È ovvio: l’impatto del gioco d’azzardo è diverso in Lombardia rispetto alla Calabria". Secondo Endrizzi, inoltre, "il tema dell’uniformità non può essere posto in modo apodittico: tutto bianco o tutto nero".

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