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Giochi, respinta richiesta di risarcimento da 1,5 mld di euro di Stanleybet

10 settembre 2012 - 18:16

Il tribunale civile di Roma ha emesso la sentenza di primo grado sulla richiesta di risarcimento danni di Stanleybet per il periodo pre-Bersani, ritenendo inammissibile la richiesta di 1,5 miliardi inviata dal bookmaker inglese nel maggio 2010. La società inglese – si legge nella sentenza della Seconda Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Roma - è stata anche condannata a pagare immediatamente 750 mila euro per le spese processuali. Tar Lazio respinge ricorso Gruppo Tarricone su Tv ippica  

Scritto da Redazione



Secondo il giudice Alfredo Sacco, per questo tipo di controversia non può entrare in gioco la Giurisdizione Ordinaria. Stanleybet si è mossa contro l'adozione di innumerevoli provvedimenti amministrativi, una materia che però "è attribuita in via esclusiva al Giudice Amministrativo, che ha cognizione sulle correlative domande risarcitorie". La richiesta di Stanleybet non è dunque ammissibile, poiché la richiesta in esame non è di competenza del Tribunale Ordinario.

Molto duro il commento di Stanleybet, secondo il quale "non si era mai visto, anche a parere di insigni giuristi, una così grave mancanza di rispetto per una parte in un’importante caso già soggetto di 4 sentenze di condanna della Corte di Giustizia (3 su casi Stanley su rinvio pregiudiziale del giudice italiano e 1 per deferimento alla Corte di Giustizia da parte della Commissione Europea su esposto Stanley)". Il bookmaker annuncia dunque "immediato appello, esposto al Ministro della Giustizia, esosto al Consiglio Superiore della Magistratura, esposto alla Commissione Europea - Dipartimento Giustizia, ricorso per legge 117/88 per il caso di dolo o colpa grave per diniego di giustizia derivante dal comportamento posto in essere dal magistrato nell’esercizio delle sue funzioni.In essenza, il giudice del primo grado con tale decisione, priva di qualsiasi motivazione nel merito, integra abuso del diritto e nella sostanza, pur restando intatta la possibilità di vittoria in appello, priva, di fatto, la parte Stanley del suo diritto ad un giusto processo e, è un dato di fatto, la priva di uno dei tre gradi di giudizio, ritarda illegittimamente (perché attendere 7 mesi per scrivere 3 pagine?) il risarcimento e compromette forse i colloqui in corso per la definizione stragiudiziale della materia. La vicenda - conclude il bookmaker - lascia il campo delle scommesse ed entra nel campo del diritto del cittadino della Comunità Europea al giusto processo da parte del sistema giudiziario dei Paesi membri dell’Unione".

 

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