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Pc in locali pubblici, non c’è reato se consentono libera navigazione su siti gioco

29 maggio 2014 - 15:32

Il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato dal titolare di un centro collegato all’operatore Betpassion, che non possiede la concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, stabilendo che mettere a disposizione in un esercizio pubblico dei computer, con cui è possibile navigare liberamente, non configura automaticamente il reato di scommesse abusive e non autorizza il sequestro e la distruzione delle apparecchiature.

Scritto da Redazione
Pc in locali pubblici, non c’è reato se consentono libera navigazione su siti gioco

I giudici hanno dunque annullato il sequestro di 8 computer e la multa da 40 mila euro calcolata dall’ufficio regionale dei Monopoli.

Nella sentenza si sottolinea che al momento la normativa italiana non prevede sanzioni per la semplice messa a disposizione di apparecchi, a meno che non siano utilizzati in maniera univoca ed esclusiva alla raccolta di giochi e scommesse. Un principio ribadito dalla Cassazione che non ritiene la “mera predisposizione” di apparecchi collegati a internet associabile alla raccolta abusiva di scommesse, ma anche dai Monopoli, che in una circolare hanno chiarito che “non sussiste alcuna violazione” - si legge nella sentenza del tribunale di Torino - se ad esempio i computer sono messi a disposizione per “la libera navigazione sul web”. La presenza di pc – eventualmente utilizzati per collegarsi a siti di gioco non autorizzati– non è neanche punibile con la “Legge Balduzzi”: la norma è “imperfetta”, visto che vieta la messa a disposizione negli esercizi pubblici di apparecchi, terminali e dispositivi che permettono di giocare collegandosi a internet, ma non specifica quali siano le sanzioni.

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