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Magistro e la lotta ai Ctd: "Dalle scommesse illegali un'evasione da 500 milioni l'anno"

26 giugno 2014 - 09:26

Scommesse illegali e una evasione da 500 milioni di euro l’anno. E con i Mondiali è boom. E' questo lo scenario proposto da Luigi Magistro nell'intervista rilasciata a L'Espresso dove pone l'accenato sulla evasione di ben mezzo miliardo l’anno legata dal business delle scommesse. Ma a scapito del sistema legale. Con oltre 5mila agenzie che operano senza licenza del Questore e senza concessioni, quindi senza pagare le imposte, a fronte di un mercato regolare di 7.400.

Scritto da Redazione
Magistro e la lotta ai Ctd: "Dalle scommesse illegali un'evasione da 500 milioni l'anno"

Nella denuncia del vicedirettore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’inchiesta reportage del periodico nazionale, si spiega il modus operandi dei centri non autorizzati: “L’investimento è esiguo, per cui noi li chiudiamo e loro ricominciano da capo. Sono tantissimi, una vera emergenza nazionale”, afferma Magistro, che ha dichiarato guerra ai Cdt. “Il fenomeno si insinua in Italia già a partire dal 2000, ma assume dimensioni rilevanti nell’ultimo quinquennio, sfruttando la pretesa illegittimità comunitaria della normativa d’allora. Ora le norme sono state allineate ai principi europei e la nuova gara del 2012 ha dato a tutti la possibilità di operare come regolari concessionari dello Stato. Ciononostante, molti hanno continuato ad operare senza concessione perché economicamente più conveniente”, aggiunge Magistro. “Operatori dotati di una licenza come pubblici esercizi, tipicamente Internet point, accettano scommesse collegandosi ad un bookmaker, spesso estero, il tutto in assenza di concessione ed autorizzazione italiana. Ovviamente, così facendo, non applicano alle scommesse l’imposta prevista in Italia. Questo consente loro di offrire quote migliori rispetto a quelle praticate dai concessionari autorizzati. Rimanendo al di fuori del circuito controllato dallo Stato, per molti è anche facile evadere le imposte sui redditi”.

 

Secondo Magistro la soluzione è una: “C’è un solo modo: effettuare controlli capillari. È quello che stiamo facendo insieme alle forze di Polizia e, in particolare, alla Guardia di Finanza. Nel 2013 sono stati effettuati circa 2mila interventi. Purtroppo, trattandosi di attività che richiedono investimenti modesti, alla chiusura di un centro segue spesso la riapertura sotto altro nome di copertura. È già in programma una intensificazione dei controlli specifici, così come di quelli volti a contrastare l’evasione delle imposte sui redditi che, nel caso di specie, si può stimare intorno ai 500 milioni di euro all’anno”.

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