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Agisco a Magistro: "Lo stato rimborsi la rete e rafforzi il suo ruolo di tutore del cittadino"

01 luglio 2014 - 09:35

“Le affermazionidel Vice Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) definiscono la portata del danno subito dai concessionari: 1,5 miliardi all’anno che adesso devono essere rimborsati. Esistono gli strumenti amministrativi e legislativi che consentono di intervenire per mettere fine in maniera definitiva al doppio regime. Basta la volontà di farlo”.

Scritto da Redazione
Agisco a Magistro: "Lo stato rimborsi la rete e rafforzi il suo ruolo di tutore del cittadino"

Francesco Ginestra, Presidente di Agisco, Associazione Giochi e Scommesse (già Assosnai), commenta così le parole del vice direttore dell’Adm, Kuigi Magistro. “Le dichiarazioni del dott. Magistro sono una chiara e forte ammissione di colpa dello Stato e sono anche servite a quantificare l’importo che deve essere rimborsato ai Concessionari della rete di raccolta Adm. 500 milioni in meno per le casse erariali corrispondono a 1 miliardo e mezzo di euro in meno per gli operatori, che

 

Eseguono puntualmente gli obblighi e le prescrizioni convenzionali, con costi ingenti, ma consentono al cliente scommettitore di frequentare locali di gioco moderni e sicuri per il pubblico. I

Concessionari in questi anni hanno eseguito il programma dello Stato Italiano: creare una rete di raccolta unica al mondo per sicurezza delle transazioni e per la tutela del giocatore, rendendo pubblico e sicuro il Gioco, togliendolo così dal controllo della malavita; qualsiasi cedimento su questa linea significherebbe riportare il calendario indietro di quindici anni, quando il cittadino non aveva alcuna garanzia nell’investire i propri soldi nella passione per lo sport.

Gli strumenti amministrativi e legislativi esistono per ridisegnare in maniera moderna il comparto della raccolta scommesse, varando anche norme condivise a livello comunitario che ribadiscano la

Necessità di tutela dell’ordine pubblico, fine raggiungibile solo mediante lo strumento della “concessione”, affiancato da una distribuzione territoriale che non dia adito a vere o presunte discriminazioni e premi l’imprenditorialità degli operatori”, conclude.

 

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