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Ced e Corte di Cassazione, l’avvocato Ripamonti: “Non contraddetta linea giurisprudenziale”

16 ottobre 2014 - 11:41

L'avvocato Marco Ripamonti, storico difensore dei Ced Goldbet, replica alle dichiarazioni rese a Gioconews dall'avvocato Chiara Sambaldi in ordine alla Sentenza della Corte di Cassazione depositata il 16 settembre 2013.

Scritto da Redazione
Ced e Corte di Cassazione, l’avvocato Ripamonti: “Non contraddetta linea giurisprudenziale”

 

“Tengo a premettere che stimo molto l'avvocato Chiara Sambaldi e proprio per questo non posso esimermi da una replica, che non vuole essere polemica, alle dichiarazioni recentemente rese sulla Sentenza in parola. Premetto anche che, né in Cassazione, né in precedenti fasi di merito, mi sono occupato di quella particolare vicenda, che vedeva evidentemente interessato un ex titolare di Ced Goldbet, difeso da altri avvocati, quindi non conosco i dettagli della difesa svolta. Tuttavia, anche a fronte di ciò ed avendo esaminato la sentenza, credo di non poter condividere l'analisi della pronuncia della stessa collega Sambaldi.

La Corte

di Cassazione non contraddice affatto una linea giurisprudenziale che, semplicisticamente, viene definita soltanto maggioritaria e che trae origine dalla nota Sentenza Antelli. Nella pronuncia resa il 16 settembre 2014

la Corte

non si addentra nella disamina del caso Goldbet affermando di non avere allo stato elementi da cui trarre una valutazione circa la discriminazione in ipotesi subita. Si tratta, pertanto, di un tamquam non esset, di una sentenza sterile che sul tema non dice nulla, perché evidentemente non sono stati offerti argomenti utili. Nella altre sentenze, riguardanti casi da me patrocinati e che, quindi, ben conosco, è stato offerto alla Suprema Corte tutto il necessario per poter esaminare la fattispecie in modo approfondito e ne sono scaturite ben 7 sentenze, tutte in piena linea, di cui l'ultima depositata l'8 ottobre 2014 e, quindi, successiva a quella del 16 settembre 2014. L'orientamento, quindi, è più che consolidato e la Cassazione ha affermato con piena cognizione e convinzione che Goldbet sia soggetto discriminato dal bando Bersani. Peraltro, nella prima Sentenza, l'Antelli, la Corte ha avuto anche modo di valutare le posizioni di contrasto rappresentate e sostenute non soltanto da Snai, ma anche da Stanley. E, quindi, ha potuto valutare la fattispecie con ancor maggiore cognizione. Quindi, mi permetto di affermare che in Cassazione l'orientamento in punto discriminazione Goldbet, sia ben più che maggioritario. Direi unanime e del resto scolpito in ben sette mirabili Sentenze."

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