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Anche Crozza scivola sulle scommesse e critica l'apertura alla Serie D

15 giugno 2015 - 08:52

Da quanto tempo è che si scommette sui dilettanti? A chiederselo è il comico Maurizio Crozza, in apertura del suo programma televisivo 'Crozza nel paese delle meraviglie' andato in onda ieri sera su La7. Risposta facile, che arriva subito dopo: da ottobre 2014. E da qui inizia a scherzare su una dichiarazione, ripresa dal quotidiano Repubblica, in cui il bookmaker Snai evidenziava come sarebbe stata garantita la massima sicurezza su queste giocate, poiché il sistema sarebbe stato in grado di intervenire immediatamente in caso di anomalie.

Scritto da Ac
Anche Crozza scivola sulle scommesse e critica l'apertura alla Serie D

Da qui le battute del comico: "Diciamo che come anomalie 50 arresti sarebbero sufficienti". E ancora: "Le hanno legalizzate da ottobre 2014 e a maggio del 2015 hanno già fatto la retata. Minchia che efficienza!", ironizza Crozza. "Bravi tutti, sia la Procura che gli arrestati. Perchè ci mettiamo 8 aano per fare male una Expo ma se c'è da fare una truffa bene in pochi mesi la tiriamo su che è una meraviglia".

 

 

E in effetti avrebbe centrato appieno un tema di estrema importanza, come quello della sicurezza garantita dal sistema di scommesse legali, salvo però stravolgerne completamente il senso, e lasciando intendere l'esatto contrario. Dalle parole dello show-man si lascerebbe intendere che la 'colpa' di questo nuovo scandalo di calcio scommesse sarebbe proprio l'apertura delle scommesse legali su questi campionati. Peccato che il comico - o, meglio, i suoi autori, visto che a un comico, in quanto tale, sono consentite anche digressioni e qualche licenza - non abbiano approfondito la questione prima di portarla in scena. Altrimenti avrebbero scoperto una realtà completamente diversa da quella che hanno immaginato e proposto agli spettatori. Ovvero, che proprio grazie al fatto che le scommesse su quei campionati minori sono state legalizzate in Italia, sono stati attivati i controlli previsti dal sistema italiano di scommesse anche su quegli eventi, come già avviene su tutti gli altri avvenimenti in cui si può scommettere. E anche in virtù di questo passaggio, gli inquirenti hanno potuto constatare che  effettivamente si registravano delle anomalie in determinati avvenimenti. A confermare il fatto, qualche ora prima della trasmissione di Crozza, era stato il Direttore dei Giochi dei Monopoli di Stato, Roberto Fanelli, intervenendo al Corso di formazione per giornalisti di Mestre sul gioco pubblico il quale, proprio parlando del calcioscommesse (quale esempio di distorsione della realtà attorno al tema dei giochi) aveva spiegato come l'opinione pubblica ravvisasse nella vicenda degli arresti un problema legato alle scommesse e non al calcio, chiedendo di sospendere le giocate su alcuni campionati, quando in realtà se tali anomalie erano emerse era proprio grazie al lavoro di intelliggence operato da amministrazione e bookmaker, con la procura che aveva acquisito i dati in possesso dell'amministrazione già ad ottobre, appena aperte le giocate sulla Lega D, in riferimento alle indagini partite a settembre. E specificando che se la lega dilettanti fosse rimasta esclusa dal circuito delle scommesse legali, non sarebbe stata soggetto a questo tipo di controllo operato dai Monopoli di Stato e Sogei. Peccato davvero, quindi, che tali  informazioni non siano arrivati negli studi di La7, altrimenti avremmo assistito a uno sketch decisamente  diverso. O forse non avremmo sentito parlare per niente, di scommesse. Visto che in questo caso, le ignote virtù del sistema del gioco pubblico non avrebbero fatto notizia. Nè tanto meno avrebbero fatto  ridere nessuno. Ma certo avrebbe fatto piacere agli addetti ai lavori del betting italiano sentire, una volta tanto, parlare del proprio settore in maniera adeguata.

 

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