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Gravina (Lega Pro): 'Scommesse, giustizia sportiva più veloce dell'ordinaria'

05 luglio 2017 - 13:10

Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, interviene sul tema del possibile divieto di scommesse sulle serie minori di calcio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gravina (Lega Pro): 'Scommesse, giustizia sportiva più veloce dell'ordinaria'

"Il mondo delle scommesse nell'ultimo decennio ha conosciuto trend di crescita poderoso su scala mondiale. Il monte scommesse ammonta tra i 1.000 e 1.500 miliardi di euro annui a livello mondiale. Le scommesse sono lecite, quello che stiamo cercando di prevenire sono le frodi sportive. Il nostro compito è legato alla formazione. Oggi le scommesse sono un prodotto a livello globale. Abbiamo dato incarico alla società SportRadar che attraverso un accordo con la Lega, attraverso dei centri di controllo, analizza 5 miliardi di dati base ogni giornno".

Lo sottolinea il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, nel rispondere ad alcune sollecitazioni dei componenti della commissione Antimafia, nel corso delle audizioni sulla legalità nel mondo del calcio professionistico

 "Nell'ultimo anno come Lega Pro abbiamo rilevato 1.295 anomalie, che non sono necessariamente tutte frodi sportive. Noi denunciato immediatamente le anomalie. Quando ci sono state denunce sul caso calcio scommesse, la federazione ha già chiuso i suoi procedimenti sportivi, ma la giustizia ordinaria ancora non parte. Se la giustizia sportiva avesse dovuto attendere i tempi di quella ordinaria avremmo corso il rischio di essere ancora molto inquinati".

Gravina spiega ancora: "Un conto è il flusso di denaro anomalo, un altro le scommesse illegali. Se vengono accertati alcuni reati, ci sono state radiazioni, penalizzazioni, esclusioni, aggiungiamo la confisca, il Daspo ai tesserati, ma non posso condividere i luoghi comuni, come quello che durante il campionato c'è chi vende le partite. Da parte nostra c'è tolleranza zero". 
Gravina aggiunge: "Portiamo avanti anche dei programmi formativi con i ragazzi. Facciamo formazione e informazione su questo tema, anche attraverso il progetto dell'apprendistato, che purtroppo non è applicabile al mondo del calcio. Abbiamo proposto l'alternanza tra scuola e lavoro". 

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