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Garrisi (Stanleybet): ‘Proteggere sistema concessorio italiano’

15 marzo 2018 - 12:30

A Enada Primavera Giovanni Garrisi, Group Chief Executive di Stanleybet, chiede di proteggere e consolidare il sistema concessorio italiano del gioco.

Scritto da Ac
Garrisi (Stanleybet): ‘Proteggere sistema concessorio italiano’


Rimini - “Abbiamo bisogno del vostro aiuto per dire con chiarezza a tutti che Stanleybet non è e non è mai stata contro il sistema concessorio italiano che, anzi, consideriamo un caso di successo visto i proventi che ha portato allo Stato”.

A parlare è Giovanni Garrisi, Group Chief Executive nella presentazione del gruppo all’interno di Enada Primavera.

“Tutti conoscono il contenzioso che ha portato avanti l’azienda in Italia ma lo scopo non era quello di opporsi al sistema di regole ma di fare in modo che le regole funzionassero. Oggi il nostro gruppo ha intenzione di entrare sul mercato italiano e dopo aver raggiunto un accordo con l’Agenzia delle entrate di cui si è parlato e scritto molto in questi giorni, parteciperemo al prossimo bando di gara che dovrebbe essere indetto, leggi alla mano, a partire dal prossimo settembre", prosegue Garrisi.

"Ora però c’è bisogno dell’aiuto di tutti soprattutto per preservare il sistema del gioco pubblico italiano e con esso gli investimenti realizzati dagli operatori nel corso degli anni. Il sistema va quindi protetto, preservato e adeguato alle regole europee. Ma questo non significa aprire le porte a tutti, mantenendo le specificità del sistema italiano”, afferma il Group Chief Executive di Stanleybet.
 
LA QUESTIONE SANZIONI - Garrisi aggiunge: "Abbiamo sempre detto e lo ribadiamo oggi con forza che Stanleybet è disponibile a pagare le imposte dovute allo Stato italiano ma non sarà mai disponibile a pagare delle sanzioni applicate ai nostri Ctd perché questa rappresenta una discriminazione. Del resto l’obiettivo dichiarato della legge che prevede questa imposta parla proprio di voler scoraggiare l’attività dei Ctd quando questi sono stato comunque riconosciuti dal diritto europeo. Siamo però disposti a pagare già ora per il futuro, ma vogliamo pagare un’imposta alla pari con gli altri operatori italiani e non delle sanzioni discriminatorie”.
 
L'INTERVENTO DI AGNELLO - Sulla delicata questione interviene anche il legale di Stanleybet, l'avvocato Daniela Agnello: “Il legislatore ha previsto che l’imposta sarebbe dovuta, dal 2016, non solo dal bookmaker ma anche dall’operatore dei Ctd, per una richiesta che è addirittura il triplo rispetto a quella che riguarda gli altri concessionari italiani. Ed ecco quindi il profilo sanzionatorio e la discriminazione”. Nello spiegare la situazione tributaria e il relativo contenzioso che riguarda il bookmaker, Agnello aggiunge: "Sono perseguito da Stanleybet: “sono delle scorse ore le pronunce da parte della Commissione tributaria provinciale di Viterbo e quella regionale di Roma che annullano gli avvisi di accertamento avanzati nei confronti di Stanleybet per l’assolvimento dell’imposta unica”.
 

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