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Scommesse, Sbordoni: 'Superare le contraddizioni normative'

08 giugno 2019 - 07:03

Il legale esperto di gaming Stefano Sbordoni fa il punto sul settore delle scommesse in Italia, stretto fra Dl Dignità, ritardo del bando e diffusione dei Pvr.

Scritto da Ca
Scommesse, Sbordoni: 'Superare le contraddizioni normative'

“Stiamo aspettando integrazioni susseguenti sulle linee guida dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sul divieto totale di pubblicità imposto dal decreto Dignità e immagino ce ne saranno diverse da qui in avanti. Aspettiamo anche le prime applicazioni del decreto e delle linee guida stesse. Sul bando di gara siamo al palo e il settore continua a lavorare anche col proliferare dei punti vendita e ricarica”.


Così Stefano Sbordoni, esperto legale di sportsbetting analizza il settore delle scommesse d’Italia, che continua a macinare ottimi numeri pur tra grandissime difficoltà, esistenti e in arrivo.


Dall’Agcom qualche buona notizia è arrivata, però: “Assolutamente sì, anche se abbiamo visto tante illustrazioni da parte di vari soggetti ma vere istruzioni per l’uso non ci sono e non ci possono essere alla luce di come sono state pubblicate le linee guida. Aspettiamo, quindi, maggiori delucidazioni”.
 
 
È comunque l’apertura che cercava il settore? “Sono i primi ragionamenti costruiti con un minimo di intelligenza, buon senso e logica, anche se servirebbe uno sforzo ancora maggiore visto che le contraddizioni evidenti della norma rimangono e sono ancor più evidenti alla luce di questo indirizzo di applicazione. La norma stessa è contraddittoria. Il divieto totale è più che inapplicabile”.
 
 
Ma il settore sembra avere problemi altri rispetto al Dl Dignità: “Quello che spaventa sono alcune decisioni di alcuni tribunali amministrativi e locali sulla negazione del diritto all’esercizio del gioco a fronte di principi di cui alcune posizioni politiche e sociali abusano. Il settore deve essere forse più preoccupato da questo che dal Dignità di cui alcuni aspetti in termini di regolazione potrebbero essere anche condivisibili. Dalla cronaca leggo cose ancora più gravi. Addirittura un Tar si è messo a valutare le distanze delle agenzie di gioco dai luoghi sensibili in linea d’aria. Per questo parlo di negazione di diritto a fare impresa in un settore legale”.
 
 
Tornando al Dl Dignità e alle linee guida dell'Agcom, le insegne forse si salveranno: “È come se lo Stato ci autorizzasse a guidare ma con le mani legate dietro la schiena. Il problema rimane sempre quello: forse meglio vietare del tutto e non autorizzare la raccolta di gioco. Sul tema delle insegne e di altri divieti c’è il rischio che si finisca come al solito tra avvocati e tribunali, spese legali per tutti, cittadini, imprenditori e anche per lo Stato”.
Alle solite, dunque.
 

E per il bando di gara che era atteso per il 2016, ancora nulla da fare: “Sarebbe tutto pronto come sappiamo da mesi, anni, ma non si va avanti perché siamo in attesa del riordino del settore dei giochi che era stato inserito come priorità proprio nel decreto Dignità ma di cui non abbiamo più traccia”.
 
 
Il settore va avanti, comunque, anche tramite un prodotto come i punti vendita e ricarica: “Un prodotto di gioco che esiste e cresce perché il bando di gara tarda ad arrivare e la legge consente i Pvr (punto vendita ricarica, Ndr) e in un limbo del genere nascono questi punti ma crescono anche i centri trasmissione dati. Sui Pvr tutto ok anche se dipende sempre da come li utilizzano il barista o l’esercente. Un problema potrebbe essere quello della concorrenza ad altri prodotti di betting ma è anche vero che ormai quasi tutti i bookmaker hanno creato Pvr e sono pochi quelli 'puri' che si attengono alla storica distinzione tra agenzia e corner di gioco”, conclude Sbordoni.
 

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